carlo messina giuseppe guzzetti

E LE FONDAZIONI? – L’OFFERTA PUBBLICA DI SCAMBIO NON È STATA CONDIVISA DA COMPAGNIA SANPAOLO E FONDAZIONE CARIPLO, AZIONISTI STORICI DI INTESA, CHE NON ERANO A CONOSCENZA DEL PIANO DI MESSINA. TANT’È CHE IERI MATTINA SUL "SOLE" IL PRESIDENTE DI CARIPLO AUSPICAVA CHE IL MOMENTO DI EQUILIBRIO NON VENISSE STRAVOLTO – PROFUMO E GUZZETTI BENEDICONO L’OPERAZIONE. TE CREDO, LE QUOTE VERRANNO SÌ DILUITE, MA CI SARÀ UNA COMPENSAZIONE. E QUINDI DIVIDENDI PIU ALTI…

 

 

Camilla Conti per “la Verità”

 

carlo messina

Il progetto Ubi non è stato condiviso dalle fondazioni, la cui presenza nel capitale di Intesa resta comunque «un elemento strategico per l' Italia», ha detto ieri l' amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. Assicurando che «la diluizione dei nostri azionisti sarà minima, parliamo del 10% delle loro azioni. Rimarranno più o meno nella posizione di oggi».

 

chiara appendino carlo messina francesco profumo

Secondo i calcoli degli analisti di Equita, l' offerta è subordinata al raggiungimento di una quota del 67% del capitale di Ubi, propedeutico al controllo dell' assemblea straordinaria. Le fondazioni azioniste di Intesa subirebbero una diluizione molto limitata nel nuovo soggetto bancario (da 14,8% a 13,1%), mentre gli azionisti di controllo di Ubi (Fondazioni e imprenditori, ora al 16%) scenderebbero al 2%», sottolineano gli analisti.

GIOVANNI FOSTI GIUSEPPE GUZZETTI

 

Resta però il fatto che prima del cda di lunedì sera che ha dato il via all' operazione annunciata poi nella notte, né la Compagnia Sanpaolo né la Fondazione Cariplo - azionisti storici di Intesa rispettivamente con il 6,7% e il 4,3% - sarebbero state al conoscenza del piano messo a punto dal banchiere. Qualcuno ha del resto notato lo scarso tempismo con cui proprio ieri mattina è comparsa sulle pagine del Sole 24 Ore una lunga intervista del presidente della Cariplo, Giovanni Fosti: «Stiamo vivendo un momento di equilibrio, perché toccarlo?», ha risposto riferendosi alla possibile revisione della quota nel capitale della banca.

 

INTERVISTA A GIOVANNI FOSTI SUL SOLE 24 ORE

Quasi ignaro della notizia che sarebbe stata diffusa dall' istituto. Di certo, però, ieri l' operazione Ubi ha ricevuto la benedizione del predecessore di Fosti ed ex dominus dell' Acri, Giuseppe Guzzetti: «Va nella direzione del rafforzamento del sistema bancario italiano. Conoscendo la competenza e la serietà di Messina, dei suoi collaboratori e del cda, se hanno elaborato questa proposta avranno valutato tutti gli elementi sulla positività dell' operazione», ha commentato all' agenzia Radiocor.

 

Giovanni Gorno Tempini Giiseppe Guzzetti Paolo Morerio e Carlo Messina

Aggiungendo che la direzione è quella «auspicata» anche dai regolatori «ed è da ritenere che sia fatta con tutti gli elementi positivi sia per Intesa Sanpaolo che per Ubi. Questa operazione consente un ulteriore rafforzamento sul territorio e coinvolge due banche che negli ultimi tempi sono molto impegnate nel sociale».

 

carlo messina francesco profumo

Brinda anche il presidente della Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo, che la definisce un' operazione «meravigliosa» confermando la «grandissima fiducia nel management di Intesa Sanpaolo, in quello che ha fatto e in quello che farà».

 

Quanto alle fondazioni azioniste di Ubi (tra cui Caricuneo, primo socio con il 5,9% del capitale), l' ad Messina ha rivolto un invito a «partecipare alla creazione di un campione italiano che rimane italiano», promettendo un flusso stabile e crescente di dividendi. In attesa che il cda di Ubi si esprima, per ora a parlare sono solo i grandi soci della banca riuniti nel patto Car, che definiscono l' istituto «centrale per l' Italia e il suo sistema bancario» ma chiedono «tempo» per valutare l' offerta.

Giovanni Fosti

 

Proprio al patto che ha quasi il 20% di Ubi potrebbero aprirsi spazi nella governance della nuova realtà. In casa di Intesa c' è comunque fiducia che l' ops vada in porto, confidando su un premio considerato alto, nella difficile possibilità che si materializzino delle controfferte e sul fatto che il 60-70% del capitale è in mano ai fondi internazionali. Messina è poi fiducioso sul via libera della Bce perché la «mossa è in linea con le aspettative della Vigilanza».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…