GAIE VACANZE - SAPETE QUANTO VALE IL TURISMO “LGBTQ+” IN ITALIA? 2,7 MILIARDI DI EURO! – I GAY E LE LESBICHE SONO I CLIENTI PERFETTI: VIAGGIANO SPESSO E SPENDONO TANTO – E INFATTI MOLTI OPERATORI TURISTICI SI SPACCIANO PER "GAY FRIENDLY" PUR NON ESSENDOLO FINO IN FONDO - APPUNTI PER IL MINISTRO DEL TURISMO SANTANCHÈ: DARE UN’IMMAGINE RETROGRADA O OMOFOBA DELL'ITALIA PUO' SCACCIARE L’ESERCITO DI TURISTI ARCOBALENO (CHE A QUEL PUNTO ANDRANNO A SPENDERE ALTROVE)

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Nicola Baroni per “la Repubblica”

 

Fanno almeno tre viaggi all'anno, spendono molto e le loro mete preferite sono Parigi, New York e Londra. In Italia preferiscono Roma e Milano, con Firenze al terzo posto ma molto staccata. È l'identikit del viaggiatore Lgbtq+.

 

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Tour operator e agenzie di viaggi, responsabili di grandi catene alberghiere, ma anche di hotel a conduzione familiare da tutto il mondo si sono incontrati a Milano per confrontarsi con il turismo arcobaleno; quello della comunità Lgbtq+, che - sono i dati di uno studio dell'Università Bocconi sul settore - ama viaggiare e lo fa senza badare troppo a spese.

 

Così ieri è cominciata la convention internazionale sul turismo Lgbtq+. È la prima volta che si tiene in Italia, la terza in Europa. E con 547 partecipanti da 39 Paesi, l'appuntamento milanese è il secondo più grande dopo quello del 2019 a New York. A farla da padroni, tra gli espositori di questa fiera per addetti ai lavori, sono gli operatori statunitensi, seguiti da quelli italiani (22%).

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«Questo dimostra l'interesse delle aziende italiane e forse dovrebbe smuovere i dubbi della politica», sferza Alessio Virgili, presidente dell'Aitgl (Associazione Italiana Turismo Gay e Lesbico). Ma non tutti hanno capito il mercato: alla convention ci sono solo due enti turistici regionali italiani, Toscana e Puglia.

 

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Eppure il turismo Lgbtq+ - che in Italia vale 2,7 miliardi, in Europa 75 - è un mercato che fa gola a molti. I mille viaggiatori Lgbtq+ intervistati per lo studio Bocconi spendono in media 2.200 dollari a testa e fanno 2,8 viaggi l'anno. «La nostra associazione è tra le poche in Europa che promuove questo segmento di mercato», spiega Virgili.

 

Manifestazione LGBT in Spagna 2 Manifestazione LGBT in Spagna 2

Tutti qui sanno che il turismo Lgbtq+ va di pari passo con il riconoscimento dei diritti. «Attraverso la leva economica dobbiamo spingere su quelli. Anche perché nella scelta delle destinazioni pesano politiche e senso di accoglienza, che passa dalla reputazione di un Paese».

DIRITTI LGBT ARGENTINA DIRITTI LGBT ARGENTINA

 

Proprio quella che qualche operatore vede a rischio oggi in Italia: «Speriamo il nuovo governo non torni indietro sui diritti e le scelte economiche. Tra i partner internazionali la percezione non è positiva».

 

manifestazioni lgbt ungheria 1 manifestazioni lgbt ungheria 1

Anche per un operatore turistico non basta però dichiararsi "gay-friendly": servono formazione e comunicazione adeguata. Il rischio altrimenti è di attrarre una clientela Lgbtq+ senza avere personale preparato: bastano un sorriso o una frase fuori posto per deludere le aspettative.

 

Oggi ci sono molte famiglie arcobaleno e non saperle accogliere, a partire dal controllo passaporti, crea imbarazzi che non lasciano un buon ricordo. Per questo l'Aitgl ha creato un protocollo per certificare ufficialmente la cultura dell'accoglienza di un'azienda.

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La convention è anche un modo per presentare l'Italia come destinazione gay-friendly. «Questo tipo di turismo è molto interessato alla cultura, e gli operatori cercano proposte su misura, per esempio visite guidate con focus su storie Lgbt dell'antichità, di cui l'Italia è piena», spiega Giovanna Ceccherini di Quiiky Travel, che ai turisti nei Musei Vaticani racconta della passione tra l'imperatore Adriano e Antinoo, dei baci gay nascosti nel Giudizio Universale di Michelangelo e degli amori di Leonardo da Vinci.

 

gay pride gay pride

Non si tratta quindi solo di saper accogliere ma di valorizzare la nostra tradizione - Lgbtq+ e non. «La difficoltà è anche questa», racconta Virgili. «Un giorno al Gay Village di Roma incontrai Gianni Alemanno, allora sindaco, e gli proposi di organizzare la Convention nella Capitale. Lui accettò entusiasta. Il suo assessore, mi accolse nell'ufficio sui Fori, aprì le finestre, e disse: "Guarda, non serve fare promozione, con tutto questo i turisti vengono da soli"».

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