A GENNAIO PARTE L’ATTACCO A GENERALI - CALTAGIRONE VOTA CONTRO IL PIANO INDUSTRIALE 2022-2024 PRESENTATO DA DONNET, CHE IERI È STATO APPROVATO A MAGGIORANZA – ALL’INIZIO DEL 2022 I SOCI DEL PATTO DI CONSULTAZIONE CHE RIUNISCE CALTAGIRONE, DEL VECCHIO E LA FONDAZIONE CRT (CHE INSIEME HANNO IL 15,64% DEL LEONE) PRESENTERANNO UN LORO PROGETTO INDUSTRIALE E A SEGUIRE LA SQUADRA E LA LISTA DEL CDA, CHE A LORO GIUDIZIO HA LE COMPETENZE PER ESEGUIRLO

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Sara Bennewitz per “la Repubblica”

 

PHILIPPE DONNET GENERALI PHILIPPE DONNET GENERALI

Con la presentazione del piano industriale 2022-2024, le Generali si dividono in due, tra chi come l'ad Philippe Donnet tira dritto con il supporto del primo e storico azionista Mediobanca (socia al 12,9% e al 17,2% dei diritti di voto), e chi come il patto di consultazione che riunisce Francesco Gaetano Caltagirone, Leonardo Del Vecchio e la Fondazione Crt (che insieme hanno il 15,64% del Leone) pensa che la compagnia di Trieste debba e possa fare di più.

 

francesco gaetano caltagirone philippe donnet francesco gaetano caltagirone philippe donnet

A gennaio, dopo il road show di Donnet per il piano che ieri è stato approvato a maggioranza, i soci del patto presenteranno un loro progetto industriale e a seguire la squadra e la lista del cda, che a loro giudizio ha le competenze per eseguirlo. Quello che gli imprenditori azionisti del Leone contestano non è la bontà delle scelte strategiche del nuovo piano, che di massima coincidono con le richieste che vanno perorando da anni, ma la capacità di questo management di portarle a termine.

 

Leonardo Del Vecchio Leonardo Del Vecchio

Se è vero che negli ultimi sei anni Donnet ha sempre rispettato le promesse fatte al mercato, i soci industriali chiedono un cambio di passo che necessita anche di un cambio di management. Donnet ha più volte ribadito che Generali è brava a fare acquisizioni medio piccole da cui riesce a estrarre più valore, azionisti come Del Vecchio credono invece che bisognerebbe pensare in grande, e rischiare anche con operazioni coraggiose in mercati con grandi opportunità come l'Asia.

 

LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL

A loro dire, per recuperare le distanze con i principali rivali europei, le piccole acquisizioni non sono la soluzione. Per lo stesso motivo Caltagirone - che ieri ha votato contro il piano lo scorso giugno bocciò l'acquisto della settima compagnia vita malese, un'operazione da 262 milioni che è servita a consolidare il secondo posto di Generali nel danni locale, ma che non risolverebbe i problemi del Leone in Asia e distrarrebbe risorse su un Paese con solo 35 milioni di abitanti.

 

francesco gaetano caltagirone francesco gaetano caltagirone

Stesso discorso per i maggiori investimenti stanziati per il prossimo triennio in information technology, che a detta degli imprenditori sarebbero tanto necessari quanto tardivi, e per il focus sull'asset management. Se nel 1998 le Generali di Giovanni Perissinotto hanno creato da zero Banca Generali, sotto la guida di Donnet hanno fatto solo piccole acquisizioni come quella di Sycomore perfezionata nel 2018. I tanti dossier più grandi esaminati negli ultimi anni, come Anima e Pioneer, alla fine per un motivo o per un altro non sono mai andati in porto.

 

PHILIPPE DONNET ALBERTO NAGEL PHILIPPE DONNET ALBERTO NAGEL

E a chi sostiene che gli imprenditori non hanno mai supportato fino in fondo il management di Generali nelle grandi acquisizioni, Caltagirone Del Vecchio e i soci industriali - che hanno fatto grandi le loro aziende all'estero - chiedono che gli sia dato il beneficio del dubbio dato che tra Mediobanca e Generali hanno già investito di tasca loro 8 miliardi di euro.

Leonardo Del Vecchio Leonardo Del Vecchio LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL LEONARDO DEL VECCHIO LEONARDO DEL VECCHIO philippe donnet gabriele galateri di genola alberto minali philippe donnet gabriele galateri di genola alberto minali philippe donnet philippe donnet philippe donnet philippe donnet philippe donnet philippe donnet

 

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