fibra ottica franco bassanini luigi gubitosi francesco starace vincent bollore' roberto gualtieri fabrizio palermo rete unica

GRILLO INFILA DI NUOVO LO ZAMPONE NELLA RETE UNICA: ''ERAVAMO A UN PASSO PER UNIFICARE TUTTE LE TECNOLOGIE IN UN'AUTOSTRADA PUBBLICA''. INVECE I VERTICI SARANNO NOMINATI CONGIUNTAMENTE DA TIM E CDP, CON LA PRIMA CHE INDICHERÀ L'AD E LA SECONDA IL PRESIDENTE. IL BOARD DOVREBBE ESSERE COMPOSTO DA 7 CONSIGLIERI INDICATI DA TIM E 8 DAGLI ALTRI AZIONISTI: 5 DA CDP E 3 DA ALTRI INVESTITORI, TRA CUI IL FONDO KKR CARO A GUBITOSI - RESTA IL NODO ENEL/MACQUARIE

 

 

 

1. LE TAPPE DELLA RETE UNICA, SERVIRÀ UN ANNO LE CONDIZIONI DELL'ENEL

Federico De Rosa per il ''Corriere della Sera''

 

La «macchina» della Rete unica si metterà in moto tra poco meno di tre settimane, con l' avvio della due diligence su Open Fiber e FiberCop. Il memorandum firmato da Luigi Gubitosi e Fabrizio Palermo prevede che entro il 20 settembre vengano nominati gli advisor per la valutazione della rete di Tim che va dalle centrali fino alle case e dell' intero perimetro di Open Fiber.

luigi gubitosi nel 2008

 

Gli amministratori delegati di Tim e Cdp si sono dati tre mesi di tempo per arrivare a definire i valori e altri sei mesi per firmare l' accordo di integrazione, a cui si aggiungono altri tre mesi per arrivare al closing. Entrambe le parti hanno concordato già anche le modalità per svincolarsi laddove dovessero emergere divergenze sulle valutazioni.

 

Se tutta andrà secondo programma ci vorrà quindi un anno per incastrare tutti i tasselli del piano, che andrà poi notificato alle Authority per ottenere i via libera. Che non sono scontati. Dall' AgCom e dall' Antitrust dipende la fattibilità dell' intero progetto Rete unica, che punta a ottenere fondi dall' Europa per portare la banda larga dove non c' è, ma anche un diverso regime tariffario per essere sostenibile. Si tratta del sistema «Rab» che permette a chi gestisce servizi in monopolio di poter calcolare le tariffe, e quindi determinare i ricavi, sulla base del capitale investito.

 

La Rete unica nascerà in sostanziale regime di monopolio - ci sono altri piccoli operatori di rete in Italia - ma con il controllo di Tim, la quale offrendo anche servizi al cliente finale si troverebbe ad avere l' infrastruttura «verticalmente integrata» e dunque non idonea ad ottenere la Rab. Per superare l' ostacolo, AccessCo, la società per la rete unica, avrà una governance che assegna maggiori poteri all' azionista pubblico Cdp su investimenti e strategie, con un sostanziale equilibrio in consiglio.

 

LUIGI GUBITOSI FRANCESCO STARACE

I vertici saranno nominati congiuntamente da Tim e Cassa, con la prima che indicherà il nome dell' amministratore delegato e la seconda quella del presidente, salvo il diritto però per entrambe di procedere alle nomine in modo unilaterale in caso di disaccordo. Il board dovrebbe essere composto da 7 consiglieri indicati da Tim e 8 dagli altri azionisti: 5 da Cdp e 3 da altri investitori, tra cui il fondo Kkr che avendo il 37,5% di FiberCop avrà un posto nel consiglio di AccessCo.

 

L' altro posto potrebbe andare a Macquarie, qualora l' Enel decidesse di avviare il processo di vendita del suo 50% di Open Fiber al fondo australiano, che a giugno si è fatto avanti con una proposta che indicava in circa 7 miliardi il valore della società della rete, su cui il consiglio ha chiesto all' amministratore delegato, Francesco Starace, di approfondire. Ad agosto Macquarie ha svolto la due diligence sulla società della rete e potrebbe presentare un' offerta vincolante. E' probabile, ma non ancora certo.

fabrizio palermo

 

Il passo avanti del fondo australiano potrebbe creare qualche problema sul fronte delle valutazioni, visto che fisserebbe autonomamente un prezzo. Ma di mezzo c' è anche l' intenzione della Cdp di salire in maggioranza in Open Fiber prima della fusione con FiberCop rilevando una quota dall' Enel. Palermo e Starace dovranno trovare una modalità. L' incontro che doveva tenersi questa settimana sarebbe slittato alla prossima. Starace si è sempre detto favorevole alla rete unica, ma puntando sullo sviluppo di Open Fiber più che sul ruolo di Tim.

 

Anche per ragioni di carattere tecnologico. E ha più volte espresso dubbi sull' opportunità di lasciare il controllo in mano al gruppo telefonico. La posizione non sarebbe cambiata. Vista la pressione messa dal ministro dell' Economia, Roberto Gualtieri, per arrivare all' accordo tra Tim e Cdp, l' Enel sarà certamente chiamata a fare la sua parte quando sarà il momento. E di tempo ce n' è.

 

 

 

Macquarie

2. RETE UNICA, L'AFFONDO DI GRILLO RESTA DA RISOLVERE IL NODO ENEL

Francesco Spini per ''la Stampa''

 

Si poteva fare di più. Appare soddisfatto solo a metà Beppe Grillo, il giorno dopo la sigla della lettera di intenti tra Tim e Cassa depositi e prestiti per creare la società di rete unica, la cosiddetta AccessCo. «Eravamo lì, a un passo, per unificare tutta la rete, tutte le tecnologie, in un' autostrada pubblica, con tutto il cda di Cdp», bastava «uno sforzino in più», dice l' ispiratore dei 5 Stelle.

 

fulvio conti

«È già un buon inizio», prosegue il comico, «ma non si parla di cose essenziali, come il diritto all' accesso, la velocità con cui accedo ai dati...». Una presa di posizione che riapre qualche crepa nel governo sull' accordo raggiunto. «Non possiamo più commettere gli errori del passato e consegnare la nostra rete, i nostri dati, la nostra sovranità in mano a società private o ad altri Paesi», dice ad esempio il viceministro allo Sviluppo Economico, Stefano Buffagni, che torna a parlare della necessità di «una rete unica a controllo pubblico».

 

La macchina però è partita, e a fermarla, a questo punto, potranno essere o divergenze sul fronte finanziario o un eventuale stop, ad accordo raggiunto, delle autorità italiane ed europee che il prossimo anno saranno chiamate a giudicare i profili concorrenziali (e in termini di aiuti di Stato) della società di rete. Basterà la governance condivisa a far considerare la società non verticalmente integrata con Tim che pure avrà la maggioranza del capitale?

 

BEPPE GRILLO COMPUTER

Si punta sul fatto che non solo i vertici dovranno essere nominati di comune accordo, ma anche che l' ex monopolista in un cda a 15 non avrà la maggioranza, ma dovrebbe esprimere 7 consiglieri, contro i 5 di Cdp. Il resto sarà espressione di altri investitori. Dopo aver trovato la quadra per la creazione di FiberCop, la società della rete secondaria (quella che va dagli armadi stradali alle case dei clienti), in cui Tim sarà affiancata da Kkr e Fastweb, il primo scoglio da superare ora sarà il destino del 50% di Open Fiber in mano a Enel. In questi giorni si attende di vedere se il fondo australiano Macquarie formalizzerà in un' offerta vincolante l' interesse mostrato, valutando l' intera Open Fiber oltre 7 miliardi di euro. Enel ne potrebbe discutere nel cda già in calendario per il 17 settembre.

 

A quel punto Cdp (che ha l' altro 50% di Open Fiber) potrebbe trattare con il fondo per avere una quota utile ad acquisire il controllo, oppure esercitare il diritto di prelazione sull' intera quota per poi rivenderne parte. La permanenza o meno di Enel nella partita è importante perché, secondo alcuni osservatori, senza il colosso elettrico l' operazione potrebbe evitare l' esame da parte di Bruxelles ma limitarsi a esami domestici di Antitrust, Agcom e Golden Power.

LUIGI GUBITOSI FRANCO BASSANINI

 

I prossimi mesi saranno decisivi nella definizione dei valori delle due società, FiberCop (a cui Tim girerà anche la rete primaria) e OpenFiber: in questi giorni si stanno sondando le banche che entro fine anno dovranno fare le valutazioni, lavoro in cui nel recente passato sono state coinvolte, tra le altre, Lazard, Mediobanca e Credit Suisse. In Borsa Tim non si giova dell' accordo con Cdp e segue il destino delle tlc europee perdendo il 2%, a 0,39 euro, mentre Tiscali, protagonista del primo accordo di coinvestimento con FiberCop, balza del 61,2% a 0,03 euro.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...