mario draghi franceesco giavazzi sace

GUERRA E SACE - IL DOSSIER SACE È STATO MESSO IN FREEZER DA PALAZZO CHIGI - IL CONSIGLIERE SPECIALE DI DRAGHI, FRANCESCO GIAVAZZI, NON SI CAPACITEREBBE DELLA RATIO CONTABILE DEL PIANO ARCHITETTATO DA CONTE E GUALTIERI, CHE PREVEDE CHE IL TESORO DEVE VERSARE A CDP 4,5 MILIARDI DI EURO IN TITOLI DI STATO PER ACQUISTARE UNA SOCIETÀ CHE È GIÀ DI FATTO DEL MEF?

Michele Arnese per www.startmag.it

MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO

 

Perché il Tesoro deve versare a Cdp 4,5 miliardi di euro in titoli di Stato per acquistare Sace, che è di fatto già del Tesoro?

 

E’ la domanda alla base del dossier Sace messo in freezer da Palazzo Chigi. E c’è chi ritiene che il piano di Conte e Gualtieri non sarà scongelato.

 

Chi ha già le idee chiare – secondo rumors di consulenti che finora hanno lavorato al dossier – è Francesco Giavazzi, economista e consigliere speciale del presidente del Consiglio, Mario Draghi.

 

ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

Giavazzi non si capaciterebbe della ratio contabile del piano architettato dal ministero dell’Economia quando era retto da Roberto Gualtieri (Pd) secondo cui la controllata di Cassa depositi e prestiti – Sace, attiva nell’assicurazione delle aziende italiane che esportano – doveva passare dalla Cdp (controllata dal Mef e partecipata dalle fondazioni bancarie) direttamente al ministero dell’Economia.

FRANCESCO GIAVAZZI

 

Il piano, però, non trovò una precisa trasposizione del decreto Liquidità.

 

Anche se – come sottolineò Start – il braccio di ferro tra Pd e M5s è stato vinto dal Pd e dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri: la controllata Sace del gruppo Cdp attiva nel settore dell’assicurazione e della riassicurazione per le imprese finisce di fatto sotto il cappello del dicastero dell’Economia e delle Finanze (Mef) perché non è più “soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Cdp”.

 

LOGO SACE SIMEST

Sace rimane all’interno del gruppo Cdp (la Cassa depositi e prestiti sarà sempre azionista unico di Sace) ma cambia la propria governance diventando più autonoma, come ha previsto in sostanza il decreto Imprese pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 9 aprile 2020.

 

Sace concorderà dunque con Cdp strategie per massimizzare le sinergie del gruppo ma, per attuare misure di sostegno all’export al rilancio degli investimenti “non è soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Cdp”. Deve inoltre consultare il ministero dell’Economia per le decisioni importanti e concordare con Mef, che opera in concerto con gli Affari Esteri (Mae), i diritti di voto e le nomine.

Giuseppe Conte Fabrizio Palermo

 

Quel decreto – che fu una sorta di compromesso fra Pd e Tesoro che spingevano per il passaggio tout court di Sace al Mef (perché con le rilevanti operazioni di State account a favore di grandi gruppi come Fincantieri, Eni, Saipem, Leonardo e non solo) e il Movimento 5 Stelle (e l’ex numero uno di Cdp, Fabrizio Palermo) che invece frenavano (tanto che gli inizi Palermo prefigurava che Sace dovesse diventare una sorta di divisione interna di Cdp).

 

Il compromesso consentiva – come auspicato dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio – di non trasferire tra l’altro al Mef la controllata di Cdp, Simest, che lavora anche su fondi della Farnesina.

 

mario DRAGHI

Nel frattempo tra Mef, Cdp e Sace si giunse – sempre in epoca governo Conte 2 – a un accordo in base al quale – con l’aiuto di diversi advisor (Kpmg, Laghi e Fiori) – si indicò in 4,25 miliardi il prezzo di Sace (il decreto Agosto prevedeva un prezzo massimo fino a 4,5 miliardi).

 

Tanto che il 5 marzo scorso il cda di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) ha approvato l’accordo preliminare per il passaggio di Sace, società specializzata nell’assicurazione dei crediti all’esportazione, sotto le insegne del ministero dell’Economia: “L’operazione necessita ora di un decreto del Tesoro per essere completata, riferiscono due fonti vicine al dossier, scrisse Reuters:  “A fronte del 100% di Sace, il Tesoro verserà a Cdp 4,25 miliardi in titoli di stato, attingendo alla dote di 44 miliardi prevista lo scorso anno per il varo di Patrimonio Rilancio, il fondo con cui l’Italia intende sostenere le aziende di maggiori dimensioni”.

mario draghi luigi di maio 1

 

Ma da allora il decreto del Mef con il trasferimento azionario e il pagamento effettivo non c’è mai stato.

 

Solo un caso?

 

No, secondo la ricostruzione di Start.

 

“Perché il Tesoro deve versare a Cdp 4,5 miliardi di euro in titoli di Stato per acquistare Sace, che è di fatto già del Tesoro?”, è questo – come detto – l’interrogativo che ci si pone tra Palazzo Chigi e ministero dell’Economia e che è alla base dello stallo.

 

DARIO SCANNAPIECO

Per non parlare – fanno notare alcuni economisti che seguono il dossier – dei dubbi governativi sul fatto che il Mef debba attingere addirittura al fondo del Patrimonio Rilancio (o Patrimonio Destinato) per un’operazione del genere che stride con la natura e gli obiettivi dello stesso Patrimonio Destinato.

 

E pure il nuovo numero uno di Cdp nominato da Draghi, Dario Scannapieco, non sarebbe troppo entusiasta del piano del Conte 2: il Corriere della Sera nel giorno della nomina di Scannapieco al posto di Palermo ha scritto che il “piano Sace potrebbe essere rivisto”.

 

D’altronde Draghi conosce bene Sace visto che è stato il primo presidente della società.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…