carlo messina alessandro rivera giancarlo giorgetti

INTESA SANPAOLO SCENDE IN CAMPO PER LA CONFERMA DI ALESSANDRO RIVERA – CARLO MESSINA, INTERVENUTO ALLA GIORNATA DEL RISPARMIO, CON GIORGETTI PRESENTE, HA MANDATO UN MESSAGGIO CHIARO: “PERDERE IL DIRETTORE GENERALE DEL MEF? UN PECCATO. NON MI OCCUPO DI QUESTO MA QUELLO CHE POSSO DIRE È CHE SI TRATTA DI UNA DELLE FIGURE PIÙ COMPETENTI DEL MINISTERO” – RIVERA È NEL MIRINO DEL GOVERNO DOPO I PASTROCCHI ITA E MPS, MA “DON ABBONDIO” GIORGETTI TENTENNA (E ORA, POTREBBE FARLO ANCORA DI PIÙ)

Camilla Conti per “La Verità”

 

ignazio visco giancarlo giorgetti

Ignazio Visco, Giancarlo Giorgetti e Carlo Messina. Il primo è il presidente della Banca d'Italia, il secondo è il neo ministro dell'Economia del governo Meloni e il terzo è l'ad di Intesa Sanpaolo.

 

Ascoltando le dichiarazioni rilasciate da ciascuno dei tre durante la Giornata del risparmio celebrata ieri a Roma, l'allineamento dei rispettivi pianeti - Vigilanza, Mef e prima banca italiana nonché unica banca di sistema - sembra perfetto.

 

Su come affrontare il problema del debito, su come far crescere il Pil ma anche sulle critiche a Francoforte per la gestione della politica monetaria.

 

L'«elevata incertezza» del quadro economico mondiale» richiede di procedere in modo graduale sul «rialzo dei tassi ufficiali della Bce» che «dovrà proseguire per attenuare il rischio del persistere di un'elevata inflazione», ha detto Visco aggiungendo che il rialzo va deciso «sulla base delle evidenze che si renderanno via via disponibili» e non bisogna «sottovalutare il pericolo che il deterioramento delle prospettive economiche si riveli peggiore del previsto, rendendo sproporzionato un passo eccessivamente rapido nella normalizzazione dei tassi ufficiali».

ignazio visco giancarlo giorgetti francesco profumo antonio patuelli

 

Le parole del governatore coincidono con quelle pronunciate da Giorgetti che confida «nella saggezza della Bce nell'interpretare le cause della recente impennata dell'inflazione e nel tener conto del rallentamento in corso nell'economia europea».

 

E ancora: per Visco l'Italia «non può permettersi di aumentare ancora il debito pubblico» e i margini per l'erogazione di aiuti a famiglie e imprese «saranno verosimilmente molto più limitati che negli ultimi due anni», aggiunge il governatore suggerendo che «possono essere ampliati con la riduzione di altre spese».

giancarlo giorgetti francesco profumo

 

Aggiungendo che la nostra economia, «dopo anni di ristagno, può tornare su un sentiero di sviluppo sostenuto e durevole». Si tratta di un obiettivo «alla nostra portata; quanto più si manifesterà la determinazione e la capacità di conseguirlo, tanto più agli investimenti pubblici potrà associarsi la forza rinnovata dell'investimento privato, fondata sul necessario alimento del risparmio, che le famiglie italiane hanno laboriosamente accumulato nel tempo».

 

ALESSANDRO RIVERA

Protezione di famiglie e imprese, nessuno scostamento di bilancio, e revisione del Patto di stabilità sono stati i temi principali affrontati anche dal ministro Giorgetti.

 

Allineato a Visco pure sulla necessità, «in questo tempo di incertezze», di «incoraggiare il risparmio, destinarlo al sostegno dei processi di transizione e, allo stesso tempo, tutelarlo dai rischi connessi all'inflazione», facendo soprattutto in modo di convogliarlo verso investimenti produttivi in Italia.

 

CARLO MESSINA

Dopo quattro citazioni di Luigi Einaudi e una di Guido Carli assai apprezzate sia sul palco sia in platea, il nuovo capo del Mef ha anche affrontato un altro dossier caldo sul tavolo del governo guidato da Giorgia Meloni: il Monte dei Paschi. «Il governo lavorerà per gestire in modo ordinato la dismissione della quota azionaria dello Stato» in Mps, «nel rispetto degli impegni presi con l'Europa, lasciando al mercato un soggetto bancario forte, capace di operare in un'economia diversificata e articolata anche geograficamente come quella italiana», ha detto Giorgetti.

 

Gli ha fatto eco l'ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, sottolineando che la ricapitalizzazione del Monte è un passaggio molto importante per la definitiva stabilizzazione del sistema bancario italiano e va nella giusta direzione. Proprio ieri si è concluso il periodo di offerta in opzione per l'aumento di Mps: sono stati esercitati 7.409.022 diritti di opzione per la sottoscrizione del 74% del totale delle nuove azioni offerte, per un controvalore complessivo di 1,84 miliardi.

ignazio visco giancarlo giorgetti

 

Non risultano esercitati i diritti per un controvalore di 652 milioni ma il dato non tiene conto degli impegni di sub underwriting da parte di investitori terzi per complessivi 475 milioni corrispondenti al 19% dell'aumento di capitale. Pertanto, il 93% risulta oggetto di impegni vincolanti (e da oggi parte l'asta dell'inoptato per due giorni).

 

Messina, ieri, ha però lanciato anche un altro messaggio importante che risulta in piena sintonia con la strategia di Giorgetti. «Perdere Alessandro Rivera, direttore generale del Mef? Un peccato. Non mi occupo di questo ma quello che posso dire è che si tratta di una delle figure più competenti del ministero», ha detto il banchiere rispondendo alla domanda di un giornalista. In questi giorni si è, infatti, parlato molto dell'ipotesi di sostituire Rivera che si porta dietro molti dossier pesanti, da Mps a Ita. Come ha scritto domenica La Verità, però, il ministro Giorgetti punterebbe a tenerlo con sé. In ogni caso, la legge che regola lo spoils system prevede la cessazione automatica degli incarichi di alta e media dirigenza nella pubblica amministrazione dopo 90 giorni dalla fiducia al nuovo esecutivo. Passato questo periodo, bisognerà decidere che cosa fare, ma l'endorsement di Messina di ieri ha un peso rilevante.

ALESSANDRO RIVERAignazio visco giancarlo giorgetti ALESSANDRO RIVERA alessandro rivera

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO