gas italia russia

“SE ARRIVA LO STOP ALL'ACQUISTO DEL GAS DALLA RUSSIA, LO CHOC SAREBBE SIMILE A QUELLO DEL '73” - CARLO COTTARELLI: “C'È UNO STUDIO CON DUE SCENARI. IL PRIMO, CHE NON PREVEDE ALCUN TAGLIO DELLE FORNITURE (E QUINDI NESSUN RAZIONAMENTO) DA MOSCA, DÀ UNA CRESCITA ANCORA FORTEAL +3,1% DI CUI IL 2,3% ACQUISITO SUL RIMBALZO DELL'ANNO SCORSO E IL RESTO CRESCITA NELL'ANNO CORRENTE. IL SECONDO SCENARIO PREVEDE L'IPOTESI PEGGIORE CON L'INTERRUZIONE DELLE FORNITURE E RAZIONAMENTI; E QUI LA CRESCITA CALA DAL +0,6% NEL CORSO DELL'ANNO FINO ALLA RECESSIONE…”

Francesco Specchia per “Libero quotidiano”

 

La guerra, diceva Sallustio, copre di lacrime le cose, specie l'economia. Sicché, quando ora si sente parlare di inflazione al galoppo (o peggio di "stagflazione", inflazione più stagnazione, e quindi caroprezzi, perdita del potere d'acquisto, crescita asfittica) l'economista Carlo Cottarelli magari non mette mano al revolver. Epperò, lo sguardo gli s' increspa di previsioni non ottimistiche, diciamo.

 

carlo cottarelli

Professor Cottarelli, la guerra d'Ucraina ha rimesso in circolo le tossine dell'inflazione: l'Italia è proiettata verso il 7%, che non sarà il 7,5% medio dell'eurozona, ma, insomma, non è un'altra spallata alla nostra economia?

«L'inflazione da noi è senz' altro meno preoccupante rispetto, per esempio agli Stati Uniti dove galoppa all'8,5%; lì i livelli di aumento dei prezzi e le conseguenze sull'economia sono molto più elevate. E il vero aumento relativo alla guerra riguarda solo la filiera alimentare. Quando lei mi cita il rapporto causa-effetto tra la guerra d'Ucraina e caroenergia; be', è una solenne bufala chele materie prime e l'energia siano aumentati a causa della vicenda ucraina, e che l'inflazione sia schizzata in alto a causa delle bombe».

VLADIMIR PUTIN

 

Ma come? Sono mesi che ci diciamo che l'invasione di Putin ha prodotto prezzi assurdi e calo del Pil...?

«Ma non è proprio così. Le faccio degli esempi di alcuni prezzi, li confronti nel sito dell'Osservatorio conti pubblici. Per quello che riguarda le forniture del gas l'aumento in riferimento all'anno 2019 è stato di +636%, mentre l'aumento del gas stesso, scoppiata la guerra, è stato soltanto dell'11%. Il petrolio nel 2019 è aumentato del 46% e solo del 13% dopo la guerra. Altro dato esagerato è quello del carbone: + 263% nel 2019, e sale soltanto a +74% dopo l'Ucraina».

 

GASDOTTI RUSSI

Non capisco. Quindi la dipendenza dal gas russo non sarebbe 'sta gran cosa. E allora gli stoccaggi alternativi, e la diversificazione nell'approvvigionamento energetico, partirebbero da un presupposto sbagliato? La guerra non ha modificato i prezzi al consumo e di produzione?

«Eventualmente l'impulso che la guerra ha dato sui prezzi è stato indiretto. Riguarda l'aumento della domanda di rifornimento dovuta all'accresciuta preoccupazione dei cittadini per lo stoccaggio. Se hai paura per il futuro, banalmente, fai scorta e i prezzi salgono. Certo ci sono anche, poi, gli speculatori che giocano al rialzo o al ribasso a seconda della loro convenienza, ma meno...».

carlo cottarelli foto di bacco (2)

 

Cioè il mercato cambierebbe per un atteggiamento psicologico? Ferruccio De Bortoli sul Corriere della sera parla di ritorno allo choc energetico anni 70: è un'esagerazione? Se la Russia chiude i rubinetti non dovremmo disperarci per eventuali domeniche a piedi?

«Guardi, ora non ci sono le condizioni per ripetere in toto la grande crisi del '73. Primo perché negli anni 70 si era molto più dipendenti dagli idrocarburi di adesso. Secondo, perché prima della guerra in Ucraina c'è stata una crescita economica mondiale dovuta a un grande rimbalzo soprattutto in Italia. Anche se...».

 

Anche se, professore...?

«... La cosa cambia se arriva lo stop all'acquisto del gas dalla Russia, lì sì che lo choc sarebbe simile a quello del '73. C'è uno studio con due scenari. Il primo, che non prevede alcun taglio delle forniture (e quindi nessun razionamento) da Mosca, dà una crescita ancora forteal +3,1% di cui il 2,3% acquisito sul rimbalzo dell'anno scorso e il resto crescita nell'anno corrente.

rincari carrello della spesa

 

Il secondo scenario prevede l'ipotesi peggiore con l'interruzione delle forniture del gas a cui s' aggiungono i razionamenti; e qui la crescita cala dal +0,6% nel corso dell'anno fino alla recessione che arriva ad una velocità molto simile all'inizio delle crisi economica del 2011-2012. Ossia: caduta del Pil a un tasso annuo dello 0,8%. Badi. Non sono previsioni nostre, dell'Osservatorio, ma dati ufficiali del governo contenuti nel Def».

 

E questo, onestamente, mi preoccupa. Pure se le previsioni del governo tendono ad essere per difetto.

«A me invece preoccupa proprio il fatto che, perché non strettamente legata alla guerra, quest' inflazione galoppi. Ma non è una cosa solo nostra. Gli Stati Uniti di Biden si sono troppo esposti finanziariamente, hanno stampato troppi soldi dalla Fed, e per contenere l'inflazione rischiano la recessione. La Bce europea è messa meglio, ma non troppo. Tant' è che ha annunciato l'uscita graduale dall'acquisto dei titoli di Stato anche nostri: per l'Italia il suo acquisto di titoli era per 63 miliardi, ora è calato a 40 miliardi».

rincari dell agricoltura

 

Poi ci sarebbe anche l'inflazione sulla filiera alimentare, appunto. Si dice che Putin stia bombardando i granai e i depositi di frumento usando come arma impropria l'inflazione conseguente, che porterebbe alla recessione nei paesi occidentali e alle grandi migrazioni per fame dei paesi in via di sviluppo. Questa è una tattica plausibile?

«Questo non lo so, ma non credo. Se Putin avesse voluto affamarci avrebbe bloccato il gas da tempo. La verità, ripeto, sta anche nei riscontri dei prezzi sulla filiera alimentare. Il frumento era a +57% nel 2019 ed è a +23% ora, il mais più 77% e + 17%. Se vuole continuo. Ma la sostanza è che la guerra in sé, finora, come dicevo, ha influito sui prezzi relativamente».

inflazione 2

 

E allora di chi è la colpa di quest' allarmismo? Della speculazione?

«Credo sia essenzialmente colpa di voi giornalisti...».

 

Sul serio. Se, come mi diceva, i prezzi dell'energia erano già aumentati spropositatamente prima della guerra, quell'aumento, alla fine, a cosa era dovuto?

«Era dovuto alla forte ripresa della domanda spinta da politiche economiche troppo espansive, soprattutto negli Usa, come le dicevo».

 

inflazione 1

Lei era molto scettico non tanto sul Pnrr, quando sul raggiungimento dei suoi obiettivi, causa palude della burocrazia; è rimasto della stessa opinione?

«Sì. Finora il governo ha raggiunto tutti gli obiettivi. Ma erano anche formulati in modo vago e generalista, l'asticella era bassa. Ora si tratta di alzarla quando si entra nel dettaglio di provvedimenti che si scontrano con la burocrazia. Per esempio non si riescono a semplificare le procedure per lo sblocco degli impianti -già approvati- dell'energia pulita. Le faccio l'esempio del parco marino di Taranto: il Comune ne ha tenuto in stand by l'apertura per "soli" 14 anni. Le pare normale?».

 

C'è un rapporto tra inflazione e bonus 110% ?

«Nel settore coinvolto dal bonus 110% sì. Quando lo Stato paga tutto non stai attento al prezzo».

 

INFLAZIONE IN AUMENTO

Tornando alla geopolitica. Le risulta che la Germania (dipendente fino a ieri per il 60% dal gas russo) non si stia affannando troppo nella ricerca di altri fornitori energetici, perché, in fondo non si vuol sganciare dal Cremlino? E crede che questo possa evitare ai mercati di entrare in fibrillazione?

«Veramente io non ho sentore che la Germania non voglia liberarsi dal gas russo. Tutti i Paesi sono impegnati nel cercare di differenziare gli approvvigionamenti. L'assetto dei mercati e dell'Europa, semmai, poteva cambiare se in Francia avesse vinto Marine Le Pen. Credo lo sappia anche la Le Pen. Ma è andata in altro modo...».

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)