margherita agnelli john elkann marella caracciolo

LA “SUCCESSION” DEGLI AGNELLI È PIÙ SORPRENDENTE DI QUALSIASI SERIE TV – LA SINTESI BRUTALE: MARGHERITA AGNELLI VUOLE TOGLIERE AL FIGLIO IL CONTROLLO DI “EXOR” (CHE VALE 30 MILIARDI), DICHIARANDO NULLO IL TESTAMENTO DELLA MADRE, MARELLA CARACCIOLO. COSÌ SAREBBE LEI L’UNICA EREDE E POTREBBE CHIEDERE INDIETRO ALMENO IL 50% DEI BENI DONATI A YAKI DALLA NONNA. SE VENISSERO ANNULLATI ANCHE L’ACCORDO DA 1,3 MILIARDI DEL 2004, LE COMPRAVENDITE DELLE NUDE PROPRIETÀ A JOHN, LAPO E GINEVRA, E LE QUOTE DELLA “DICEMBRE” ACCRESCIUTE NEL 2003, MARGHERITA ARRIVEREBBE AL 58,2%. LA MAGGIORANZA ASSOLUTA…

Estratto dell’articolo di Fabrizio Massaro per “MF”

 

gianni e marella agnelli

Per due volte nel giro di una settimana gli avvocati di John Elkann si sono pronunciati sulla questione dell’eredità contesa di Giovanni Agnelli e poi di Marella Caracciolo: «Non può in alcun modo essere messo in discussione l’attuale assetto proprietario della società Dicembre, che è stato definito oltre 20 anni fa e che riflette la precisa volontà dell’Avvocato Agnelli nell’assicurare continuità alle attività della famiglia […]». Ovvero il cuore dell’impero Exor e quindi Stellantis, Ferrari, Cnh, Gedi, Economist, Philips, Lingotto: oltre 30 miliardi di euro di patrimonio.

 

MARGHERITA AGNELLI E MARELLA CARACCIOLO

La sottolineatura evidenzia in controluce che proprio il controllo della società alla base del patrimonio oggi dei tre fratelli Elkann (John al 60% e Lapo e Ginevra al 20% a testa) è l’obiettivo finale delle lotte nei tribunali della madre Margherita, che pretende «almeno» il 54% della società. Se i giudici le dessero ragione, sarebbe il capovolgimento degli assetti di controllo della catena a monte di Exor.

 

La figlia dell’Avvocato vuole ottenere dal tribunale di Torino e da quelli svizzeri in cui pendono cause collegate l’annullamento dell’accordo transattivo e del patto successorio del 2004 sull’eredità del padre e su quella futura della madre, per i quali ottenne in cambio 1,3 miliardi di euro, e dei testamenti svizzeri di donna Marella, che ha nominato eredi solo i tre nipoti Elkann tenendo fuori sia l’unica figlia sia i cinque altri nipoti avuti da Margherita con il secondo marito, Serge de Pahlen.

 

john elkann - exor

Per riuscirvi non ha esitato a presentare a dicembre 2022 attraverso il suo avvocato, Dario Trevisan, un esposto alla procura di Torino in cui evidenzia possibili reati fiscali di Marella, in concorso con John e con i professionisti a lui più vicini, per presunte irregolarità nei documenti sulla Dicembre e per le firme sui testamenti di Marella che potrebbero essere «apocrife».

 

Sull’evoluzione degli assetti della Dicembre, sulla veridicità delle firme su «alcuni documenti di rilievo» come «le aggiunte testamentarie» e i «contratti di locazione degli immobili italiani», oltre che sull’effettiva residenza in Italia anziché in Svizzera di Marella Caracciolo si concentra l’inchiesta della procura di Torino, condotta dal nucleo della Guardia di Finanza, che ha indagato lo stesso Elkann, presidente di Stellantis e ceo di Exor, il commercialista Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs von Grünigen.

 

MARGHERITA AGNELLI

[…] gli inquirenti stanno anche verificando i passaggi delle quote della Dicembre avvenute in oltre vent’anni, dalla morte dell’Avvocato fino all’assetto attuale. Passaggi che Margherita ha ricostruito in sede civile per contestare che i tre figli possano effettivamente essere titolari della Dicembre.

 

Torniamo al 2002, un anno prima della morte dell’Avvocato: Gianni Agnelli ha il 25,37% diretto e l’usufrutto del 24,88% a testa in mano a Marella, Margherita e John Elkann. Insomma, comanda solo l’Avvocato. Alla scomparsa, secondo lo statuto della Dicembre, moglie, figlia e nipote salgono al 33,33% a testa. Ma non è finita: lo stesso giorno della morte dell’Avvocato, Marella dona a John il 25,38% della Dicembre. Così il successore designato sale al 58,71%, in base alla regola che «in famiglia comanda uno per volta».

 

Ma qui c’è la prima obiezione di Margherita: John non poteva aumentare la sua quota perché non era erede del nonno.

 

Il 2003 è l’annus horribilis per gli Agnelli: muore Gianni e la Fiat è sull’orlo del fallimento. La famiglia deve mettere mano al portafoglio, ricapitalizzando l’allora Accomandita Giovanni Agnelli per 250 milioni di euro. La Dicembre sottoscrive la quota di sua competenza e anche l’inoptato. I soldi li versano i tre soci: 3,3 milioni Marella, 36 milioni Margherita, 56 milioni John. Ma da dove arrivano?

 

Secondo le carte della causa civile di Margherita, la provvista sarebbe stata assicurata con il patrimonio di Agnelli «e, comunque, certamente non attribuibili a John Philip Elkann - dell’età di 28 anni - e ciò si traduceva in un’ulteriore donazione indiretta da parte di Marella Caracciolo, non disponendo egli personalmente a quel tempo di risorse finanziarie atte a coprire tali importi».

 

L INVENTARIO DELL EREDITA DI MARELLA CARACCIOLO AGNELLI

Passano pochi mesi e il 5 aprile 2004 la famiglia trova una composizione: si firma l’accordo transattivo e il patto successorio e Margherita cede le sue quote della Dicembre alla madre, che sale così al 41,29% (con John sempre al 58,71%). Oggi però Margherita sostiene che si tratti di un atto invalido o simulato, perché in realtà fu una divisione degli asset.

 

Il riassetto non finisce lì. il 19 maggio Marella si libera di tutto: trasferisce la nuda proprietà dell’1,29% a John e il 20% a testa a Lapo e Ginevra tenendo per sé l’usufrutto. È l’inizio dell’assetto della Dicembre come oggi la conosciamo. Ma anche qui la domanda di Margherita è la stessa: con quali soldi hanno pagato quelle quote tre ragazzi di 28, 26 e 24 anni? In realtà, sostiene, anche quella è stata una donazione della nonna.

MARGHERITA AGNELLI - JOHN ELKANN - EDOARDO AGNELLI - MARELLA CARACCIOLO - GIANNI AGNELLI

 

Quindi, è il calcolo di Margherita, se venisse dichiarato nullo il testamento di Marella, lei diverrebbe l’unica erede e per questo potrebbe chiedere indietro almeno il 50% dei beni donati dalla nonna e delle quote della Dicembre accresciute nel 2003, anche quelle avute in violazione della legittima.

 

Se venisse annullato anche l’accordo transattivo, pure il 37,5% della Dicembre ceduto nel 2004 da Margherita a Marella dovrebbe rientrare nella successione. Se poi venissero annullate le compravendite delle nude proprietà del 41,29% a John, Lapo e Ginevra del 2004, Margherita dovrebbe diventare titolare di quella quota e poi della metà del 25% donato da Marella a John: la figlia dell’Avvocato arriverebbe così al 53,98% della Dicembre. E se infine anche le quote accresciute nel 2003 dovessero rientrare in successione, arriverebbe al 58,2%. La maggioranza assoluta.

JOHN ELKANN A SAINT MORITZ

 

Avrebbe il controllo della Giovanni Agnelli bv e, a cascata, di Exor. E ciò, a prescindere dall’eventuale scoperta di un tesoro estero riconducibile a Marella, che però per i legali di John non esiste.

 

Gli avvocati del presidente di Stellantis ribadiscono piuttosto la loro lettura di quanto accadde vent’anni fa: «[…] ha deciso nel 2004 di monetizzare la sua parte, salvo poi cercare paradossalmente di beneficiare di un accrescimento patrimoniale ulteriore derivante dal successo del piano di rilancio della Fiat, al quale non ha contribuito in alcun modo, ma di cui, come madre, dovrebbe gioire ed essere orgogliosa essendone stato il figlio l’artefice principale».

edoardo agnelli marella caracciolo gianni agnelli LE FIRME DI MARELLA CARACCIOLO AL VAGLIO DELLA PROCURA MARELLA CARACCIOLO IN AEREO CON MARGHERITA, EDOARDO E DI SPALLE GIANNI AGNELLI andrea agnelli john elkannSERGE DE PAHLEN - MARIA CON LA FIGLIA ANASTASJA - MARGHERITA AGNELLI LE DISPOSIZIONI SULLE CASE DI GIANNI AGNELLI MARGHERITA AGNELLIjohn elkann - exorgianni agnelli con la moglie marella e i figli edoardo e margheritajohn e lapo elkann con marella agnelli Gianni Agnelli con Marella

 

MARELLA AGNELLImarella agnelli 1gianni e marella agnelli

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"