orcel nagel

‘’IL RITORNO DI UNICREDIT IN MEDIOBANCA È PIÙ DI UN'IDEA’ - “IL SOLE 24 ORE” LA TOCCA PIANO: ‘’IL PIANO, PER ORA LIMITATO A STUDI DI FATTIBILITÀ, MA CAPACE DI SPARIGLIARE LE CARTE NEL SISTEMA DELLA FINANZA ITALIANA” – INTANTO LA PRESA DI PIAZZETTA CUCCIA PER GLI AZIONISTI UNICREDIT SAREBBE UN BAGNO DI SANGUE. SECONDO: AD ANDREA ORCEL È SFUGGITA L’OPERAZIONE BPM (È ALLE BATTUTE FINALI LA FUSIONE CON BPER). SOPRATTUTTO C’È IN BALLO L’AGGREGAZIONE CON MPS (MALVISTA DAI SOCI DI UNICREDIT) MA, CON DRAGHI A PALAZZO CHIGI, TUTTO PUÒ SUCCEDERE – BIVONA ORA HA FATTO ROTTA SU UNICREDIT

1 – UNICREDIT, SU PIAZZETTA CUCCIA IL PRIMO BIVIO DI ANDREA ORCEL

Marigia Mangano e Marco Ferrando per “il Sole 24 Ore”

 

andrea orcel di unicredit

Il piano è suggestivo, per ora limitato a studi di fattibilità ma capace di sparigliare completamente le carte nel sistema della finanza italiana: il ritorno di UniCredit in Mediobanca è più di un' idea. A distanza di due anni dall' uscita della banca di Gae Aulenti da piazzetta Cuccia, ci sono due elementi di novità che rendono lo scenario più favorevole a un dietrofront a sorpresa:

 

il primo è che Unicredit è pronta a cambiare pagina con l' arrivo alla guida del banchiere Andrea Orcel a cui spetta il compito di scegliere l' opzione migliore in termini di sviluppo e aggregazione; il secondo è che gli assetti di Mediobanca stanno cambiando rapidamente intorno alla posizione sempre più influente della Delfin di Leonardo Del Vecchio, al 13% ma proiettata al 20%, più l' esordiente Francesco Gaetano Caltagirone e i Benetton.

Leonardo Del Vecchio

 

L' anello di congiunzione tra Unicredit e Mediobanca è il ruolo del fondatore di Luxottica su entrambi i fronti. Socio in Gae Aulenti con l' 1,9%, il patron di Delfin ha giocato un ruolo chiave su nomine e strategia della banca. Andrea Orcel, futuro ceo di UniCredit, è sempre stato un candidato a lui gradito.

 

Ma è evidente che il giudizio definitivo sul banchiere sarà misurato in base all' approccio che Orcel avrà sul tema delle aggregazioni. In proposito Del Vecchio ha già fatto trapelare il suo giudizio su una possibile combinazione con Mps, un matrimonio sponsorizzato dal Governo, ma a suo avviso non convincente sul fronte strategico. D' altro canto, Del Vecchio è il primo socio di Mediobanca e ha il 5% nelle Generali.

Alberto Nagel Caltagirone

 

E in una delle sue primissime uscite pubbliche dopo il blitz nel capitale di piazzetta Cuccia ha chiarito in modo netto di sostenere un nuovo piano industriale che non basi i risultati di Mediobanca solo su Generali e Compass, ma progetti un futuro da banca di investimenti.

 

La presa di posizione di Del Vecchio, letta al contrario, sembra dunque denunciare riserve sull' attuale «sistema Mediobanca» legato a doppio filo ai risultati delle partecipate, magari a vantaggio di combinazioni in grado di valorizzarne il core business.

 

Francesco Saverio Vinci DG Mediobanca Alberto Nagel Ad e Renato Pagliaro Presidente di Mediobanca 0_pr

Partendo da queste premesse si comprende perché il ritorno di UniCredit in Mediobanca possa improvvisamente tornare d' attualità. Oggetto in passato di simulazioni e piani mai decollati per le opposizioni dei protagonisti che si sono via via susseguiti prima in Piazza Cordusio e poi in Gae Aulenti, il progetto sarebbe stato analizzato di recente in un dossier riservato che circola negli ambienti finanziari (indiscrezioni riferiscono di almeno una grande banca d' affari americana sul dossier).

 

In attesa di capire se lo scenario possa diventare realtà, l' ipotesi è diventata un caso di studio anche in un recente report di Deutsche bank che con il neo acquisto Giovanni Razzoli ha analizzato una business combination tra UniCredit e Mediobanca.

 

MEDIOBANCA

Secondo l' analisi, l' acquisizione di Mediobanca garantirebbe a UniCredit un flusso di utili stabile, la riconquista di una significativa esposizione al digital banking tramite CheBanca!, e sinergie a livello di ricavi nell' investment banking.

 

Secondo il report Mediobanca è estremamente interessante perché, in termini relativi, non è grande, ma è molto redditizia. Le dimensioni relativamente ridotte di Mediobanca rispetto a UniCredit e la sua valutazione accessibile, implicano che il consumo capitale in caso di acquisizione è piuttosto limitato.

 

La simulazione teorica di Deutsche Bank vede UniCredit lanciare un' offerta pubblica di acquisto su Mediobanca con un premio del 25%, valutandola 11,4 euro per azione che implica un multiplo prezzo/capitale tangibile di 1,2 volte con una componente cash del 25% (2,8 euro per azione) e il restante 75% in azioni (1 azione UniCredit per ogni azione Mediobanca). L' impatto sul Cet1 di UniCredit sarebbe "gestibile" con una diluizione di -20 bps dal 12,8% al 12,6%.

 

MARIO DRAGHI

Sulla carta, le nozze con Piazzetta Cuccia sarebbero le più semplici e quasi le più redditizie per UniCredit: per creazione di valore seconde solo a quelle con BancoBpm (3,07 miliardi contro 2,9 miliardi), molto più complesse da gestire dal punto di vista industriale.

 

E soprattutto non ci sarebbe partita con Mps: l' asse Milano-Siena regalerebbe appena 320 milioni di valore extra. Al netto, però, di quello che può mettere sul tavolo il Tesoro per convincere UniCredit prima a entrare in data room e poi a prendere in considerazione un' offerta. E in Via XX Settembre, complice la presenza di Mario Draghi a Palazzo Chigi, potrebbero aver conservato qualche asso nella manica.

 

2 – IL FONDO DELLA BCE VOTA BLUE BELL

A. Ol. per “il Sole 24 Ore”

 

GIUSEPPE BIVONA

Il fondo pensione della Bce è un fondo passivo, tant' è che si è affidato totalmente ai gestori, i rami tedeschi di Ubs e State Street global advisors. Dal verbale dell' ultima assemblea di Mediobanca si evince però che la delega in bianco è stata spesa a sostegno di un' iniziativa attivista della Blue Bell di Giuseppe Bivona e Marco Taricco, che in passato non ha risparmiato attacchi frontali alla Banca d' Italia.

 

Blue Bell aveva presentato una lista per il rinnovo del cda di Mediobanca, senza riuscire a convincere più dello 0,5% del capitale a sostenerla (oltre ai 46.782 voti del fondo Bce, c' erano anche quelli di numerosi fondi passivi di Ubs).

 

In tutto l' 1,69% del capitale (incluse le azioni dello sponsor islandese Bjorgolfsson), contro il 19,06% della lista di Assogestioni e il 44,16% della lista del cda uscente, che si sono aggiudicati i posti. Blue Bell, che ha fatto rumore su Mps, ora ha fatto rotta su UniCredit.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…