philippe donnet paolo savona

MA INSOMMA, COSA HA DECISO LA CONSOB SULLE LISTE DEI CDA? - ANCHE SE IL RICHIAMO DELLA COMMISSIONE CHE VIGILA SULLA BORSA VALE PER L’INTERO MERCATO, È DIFFICILE NON NOTARE ANALOGIE TRA LA BOZZA E L’ITER PREDISPOSTO DA GENERALI PER IL RINNOVO DEL BOARD - DI FATTO, L’AUTHORITY DILATA I TEMPI DEL CONFRONTO E NON BOCCIA DI PER SÉ LA LISTA DEL CONSIGLIO USCENTE, ANCHE SE PONE ALCUNI PALETTI - IL NODO È SEMPRE LO STESSO: LA RICONFERMA AL VERTICE DEL LEONE DI DONNET, CHE CALTAGIRONE E DEL VECCHIO VOGLIONO SILURARE...

Gianluca Zappa per www.startmag.it

 

PHILIPPE DONNET GENERALI

“Sostanziale disco verde della Consob alle liste del cda”, scrive Repubblica. “Il collegio Consob ha deciso di non decidere su Generali”, scrive invece il Sole 24 Ore. Ma allora che cosa ha davvero deciso la Consob presieduta da Paolo Savona sulla lista del cda di Generali in vista della prossima assemblea dei soci del colosso triestino?

 

Paolo Savona

“Ampia trasparenza e documentabilità del processo di selezione dei candidati anche tramite una adeguata verbalizzazione delle riunioni del cda”, valorizzazione del ruolo dei consiglieri indipendenti e particolare attenzione al rischio di collegamenti con altre liste.

 

Sono queste le principali linee guida indicate dalla Consob nell’ipotesi di richiamo di attenzione a società e azionisti sulla possibilità di presentare una lista per il rinnovo del cda da parte del board uscente, sottoposta a consultazione del mercato fino al 17 dicembre.

 

PHILIPPE DONNET ALBERTO NAGEL

La Consob ha individuato alcune linee guida per regolare il fenomeno delle «liste del cda», una prassi non prevista dalla legge — e per questo non vietata — che ha preso piede tanto da essere prevista negli statuti di 52 società, con 11 che l’hanno applicata e Generali che la sta per varare, sintetizza il Corriere della Sera.

 

francesco gaetano caltagirone

Ieri il collegio si è riunito e ha votato a maggioranza (non all’unanimità) la scelta di indire una consultazione di mercato sui rischi connessi alla presentazione di una lista da parte del board uscente di una società, come sta avvenendo in Generali.

 

francesco gaetano caltagirone philippe donnet

Nei fatti la scelta dell’Authority dilata i tempi del confronto, non boccia di per sé la lista del consiglio ma al tempo stesso pone alcuni paletti al processo di elaborazione, rimarca invece il Sole 24 Ore.

 

Il tema ha assunto particolare rilevanza nelle ultime settimane in seguito alla richiesta di Francesco Gaetano Caltagirone alla stessa Consob affinché si esprima sulla lista presentata dal cda uscente delle Generali e sostenuta da Mediobanca.

 

Leonardo Del Vecchio

Il richiamo redatto da Consob è tuttavia rivolto all’intero mercato, mentre il quesito di Caltagirone troverà risposta in un altro documento ad hoc, sottolinea l’agenzia Radiocor.

 

Il nodo, nella sostanza, è la riconferma o meno del capo azienda di Generali, Philippe Donnet, che Caltagirone e Del Vecchio non vogliono confermare mentre il primo azionista del gruppo assicurativo, Mediobanca, sì. Ed è ormai nota la contrapposizione dei due imprenditori anche e soprattutto all’interno dell’istituto milanese guidato da Alberto Nagel.

 

Paolo Savona

La Commissione che vigila sulla Borsa e le società quotate evidenzia che una lista del board, «oltre a rischi di autoreferenzialità e autoperpetuazione, può presentare alcuni rischi, più evidenti in società a proprietà concentrata e soprattutto in presenza di azionisti di controllo», come «scarsa trasparenza del processo di selezione delle candidature e di formazione della lista».

 

Consob invita le società quotate a rispettare tre paletti: che l’iter per la lista sia «trasparente», con procedura nota ex ante e riunioni verbalizzate (che Generali ha adottato).

GENERALI

 

Il secondo paletto riguarda la valorizzazione degli consiglieri indipendenti nel comitato per la lista: devono essere «ben rappresentati» e la loro indipendenza deve essere verificata prima dell’avvio dei lavori sulla lista. Per scongiurare collegamenti tra le liste,

 

infine, i consiglieri espressione di un socio, devono evitare di partecipare ai lavori per la «lista del cda» e il soci o i suoi manager non devono far parte della lista del board, se il socio presenta anche una propria lista.

 

philippe donnet

Tuttavia, essendo un “richiamo di attenzione” e non un Regolamento vincolante, Consob si limita a sottolineare che «è opportuno riflettere» su comportamenti che poi possano portare a ritenere che tra due liste ci siano collegamenti. Fermo restando che il board uscente deve avviare, a inizio processo, un’interlocuzione con i soci, per capirne gli orientamenti (ed evitare quindi i rischi di autoreferenzialità).

 

La Commissione, inoltre, sottolinea l’importanza di presentare la lista del cda uscente con congruo anticipo, prima dei limiti di legge. I paletti varranno per tutti; ma le analogie tra la bozza Consob e l’iter predisposto da Generali non paiono casuali, anche perché da mesi sono in corso interlocuzioni tra l’autorità e la compagnia triestina.

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...