CON LE MANLEY IN MANO – IL FEELING DI JOHN ELKANN CON IL SUCCESSORE DI MARCHIONNE SI È AFFIEVOLITO SEMPRE DI PIÙ: IL RAMPOLLO HA CAPITO CHE IL VUOTO DI SERGIO ERA PIÙ PESANTE DI QUANTO SEMBRAVA. E INFATTI È ANDATO A CERCARE CARLOS TAVARES, AD CHE SOMIGLIA (E SI ISPIRA) MOLTO A MARPIONNE - PER LA FAMIGLIA AGNELLI LA FUSIONE È UN WIN-WIN. PER L'ITALIA MENO – EXOR SARÀ PRIMO AZIONISTA, JOHN PRESIDENTE E ARRIVERÀ UNA BELLA PIOGGIA DI DIVIDENDI DA 5 MILIARDI

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Carlo Di Foggia per “il Fatto Quotidiano”

 

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Lo schema è complesso, ma l' obiettivo chiaro: matrimonio "alla pari", con due effetti diversi e a suo modo perversi. Ai soci di Fiat Chrysler, in testa gli Agnelli, una pioggia di dividendi. Ai francesi di Psa Peugeot, il sostanziale controllo del futuro quarto colosso mondiale dell' auto. Svelati i dettagli dell' accordo tra le due società e le due rispettive famiglie azioniste, il quadro è ormai nitido. L' Italia perderà quel poco che rimane dell' italianità di Fca Chrysler, già con sede legale in Olanda e fiscale a Londra.

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Ieri, i due gruppi hanno annunciato l' intesa con una nota congiunta. Si impegnano a un accordo vincolante per creare un' azienda da 50 miliardi di dollari nelle prossime settimane. Il nuovo gruppo avrà sede in Olanda e sarà quotato a Parigi, Milano e New York. Nascerà un colosso da 8,7 milioni di veicoli, ricavi dai 170 miliardi di euro e un utile operativo stimato in 11 miliardi.

 

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Il comando sarà in mano francese, con John Elkann presidente e il gran capo di Psa, Carlos Tavares, come Ceo. I consiglieri saranno undici: 5 nominati da Fca (incluso Elkann) e 5 da Psa, ma in più ci sarà Tavares che avrà un mandato iniziale di 5 anni. Exor, la holding degli Agnelli, avrà il 14,2% della nuova società (dal 30% oggi in Fca), mentre i tre attuali azionisti di Psa, la famiglia Peugeot, lo Stato francese e i cinesi di Dongfeng avranno ciascuno il 5,9%. La fusione, una volta completata, garantirà sinergie annuali per circa 3,7 miliardi, dato considerato "credibile" dagli analisti di Equita. "Non ci saranno chiusure di stabilimenti", la promessa dei due gruppi. Ma in Italia i dubbi sono molti.

 

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Per convincere Fca, dopo il flop con Renault del maggio scorso, Tavares ha formulato un' offerta aggressiva e irrinunciabile, sostanzialmente comprando dai soci il controllo di Fiat Chrysler. I due gruppi, infatti, hanno quotazioni differenti: martedì, prima che trapelasse la notizia, Psa valeva in Borsa 22 miliardi, contro i 18 di Fca. La prima sottrarrà la quota del 46% che ha nel gruppo di componenti Faurecia, che distribuirà agli azionisti, scendendo a 20 miliardi. Il valore di Fca scenderà invece a 13 dopo aver staccato un dividendo straordinario ai soci da 5,5 miliardi, di cui 1,7 a Exor, e la partecipazione in Comau. Con questi numeri Psa avrebbe dovuto avere il 60% del nuovo gruppo, invece il matrimonio sarà 50 e 50. Per questo, di fatto, i francesi pagheranno un premio di quasi 7 miliardi ai soci Fca sui valori di Borsa che il mercato sta già parzialmente scontando facendo volare ieri in Borsa i titoli del gruppo italo-americano (+8,2%) e affossando quelli di Psa (-12,8%).

SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN

 

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La famiglia Agnelli incassa così i frutti della cura Marchionne a un anno e tre mesi dalla sua scomparsa. Al netto dei corifei sindacali e giornalistici che hanno cercato di venderlo come il campione dalla grande visione industriale non capito dall' Italietta, il manager ha dispiegato la sua vera abilità nel curare gli interessi dei suoi azionisti, salvando l' azienda con l' operazione Chrysler e risanandola.

 

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Considerando i dividendi del 2017 e quelli straordinari della sciagurata cessione di Magneti Marelli a Calsonic Kansei Corporation, agli azionisti Fca vanno quasi 8 miliardi in poco meno di due anni dopo i quasi dieci di digiuno sul fronte auto. Exor di fatto riduce la sua esposizione nel comparto auto, e forse continuerà a farlo (ma non prima di 3 anni), alla ricerca di partecipazioni più redditizie e in settori meno affamati di investimenti.

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Con un po' di ritardo, il governo italiano, non informato in anticipo, ieri si è fatto sentire. "Non posso giudicare l' accordo, è un' operazione di mercato, ma va salvaguardata l' occupazione in Italia", ha detto ieri il premier Giuseppe Conte, che incontrerà Elkann. Molto più netta Parigi: "Vigileremo affinché vengano salvaguardati posti di lavoro e stabilimenti". Gli operai di quelli italiani già tremano.

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