mercatone uno

MERCATONE UNO, FALLIMENTO BIS - I 55 NEGOZI DEL MOBILIFICIO CHE LEGO' IL SUO NOME ALLE IMPRESE DI PANTANI SONO STATI CHIUSI NOTTETEMPO IN TUTTA ITALIA SENZA PREAVVISO, I 1800 DIPENDENTI: “LICENZIATI VIA WHATSAPP” – LO SCONCERTO DEI SINDACATI: “UN COMPORTAMENTO INACCETTABILE, CHE NECESSITA DI UN INTERVENTO IMMINENTE DA PARTE DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO"

Da www.corriere.it

mercatone uno

Serrande abbassate, questa mattina, nei 55 punti vendita a marchio Mercatone Uno, nota catena della grande distribuzione di mobili, in tutta Italia. È l’amara sorpresa che si sono trovati davanti i circa 1.800 dipendenti (e i clienti, ancora numerosi) del gruppo, che senza alcun preavviso da parte della proprietà, si sono recati normalmente a lavoro, trovando però chiusi centri commerciali e magazzini, dal Piemonte alla Puglia.

 

La dichiarazione di fallimento

La chiusura è l’effetto della sentenza con cui, nella giornata di venerdì, il tribunale fallimentare di Milano ha decretato il fallimento della Shernon Holding srl, che nell’agosto del 2018 aveva a sua volta rilevato i punti vendita dello storico marchio emiliano, mitico sponsor di Marco Pantani e di tanti altri campioni del ciclismo negli anni 90. La Shernon holding aveva annunciato un imponente piano di rilancio proiettato verso nuovi importanti ricavi già dal 2022: il nuovo piano avrebbe dovuto vedere la luce entro fine maggio. Così però non è stato, perché a soli 8 mesi dall’acquisizione, la stessa Shernon aveva presentato richiesta di concordato preventivo in continuità, garantendo comunque i presidi occupazionali fino al 30 maggio, data in cui è in programma da tempo un incontro al Ministero per lo Sviluppo Economico per studiare un piano di salvataggio per l’azienda. E invece giovedì 23 maggio, senza alcun preavviso, la Shernon ha dichiarato fallimento.

Mercatone Uno

 

 

Il tam tam sui social

«E quello che è più grave - dichiarano a caldo alcuni rappresentanti sindacali di categoria presenti davanti ai vari punti vendita - è che la società non solo non ha comunicato nulla ai sindacati, ma ha tenuto all’oscuro i lavoratori, ai quali non è arrivata alcuna lettera di licenziamento, e che hanno saputo della chiusura soltanto sui social, in tarda serata, dai responsabili delle varie filiali. Anche loro aggiornati all’ultimo secondo. Un comportamento inaccettabile, che necessita di un intervento imminente da parte del Ministero».

 

Lo sconcerto dei sindacati

I centri commerciali e i negozi sono rimasti da Novara, in Piemonte, fino a Bari. La società Shernon Holdings aveva rilevato i punti vendita della storica catena per la grande distribuzione di mobili con la prospettiva di effettuare investimenti per diversi milioni di euro e, come ricorda Simone Turcotto di Filcams-Cgil di Savona, arrivare a «quintuplicare il fatturato entro il 2022».

 

Avendo la Shernon Holding dichiarato fallimento, i sindacati hanno poca possibilità di manovra nella difficile operazione di salvaguardia dei diritti dei dipendenti: «Ora dobbiamo riuscire a recuperare il Tfr, la tredicesima e la quattordicesima, lo stipendio di maggio e degli ultimi dieci giorni di aprile, mese in cui era stato attivato il concordato preventivo e quindi debiti e crediti erano stati bloccati. Riteniamo – conclude Turcotto – che chi abbia avallato la vendita dei punti vendita alla Shernon Holding abbia compiuto una leggerezza e fatto una scelta tutt’altro che lungimirante. Dichiarando fallimento dopo soli sette mesi, l’azienda ha dimostrato di non avere le capacità né le possibilità per poter andare avanti su ‘gambe’ solide, che evidentemente non c’erano nemmeno al momento dell’acquisizione. Ciò è confermato anche dalla totale assenza di interventi di rilancio dei negozi o di campagne pubblicitarie. L’azienda ha rilevato i negozi ricorrendo ai debiti e poi non ha pagato quanto dovuti ai dipendenti: come al solito, a compensare le mancanze ci dovrà pensare lo stato, con il fondo di garanzia dell’Inps».

Mercatone Uno

 

2. MERCATONE UNO IN FUGA DAL CRAC. IL MOBILIFICIO DALL'EPOPEA DI PANTANI ALL'ASTA-BIS

 

Ettore Livini per repubblica.it

Mercatone Uno, il marchio del mobile tricolore che ha accompagnato sulle strade d’Europa le pedalate di Marco Pantani, tenta di nuovo la fuga per sfuggire al crac. Il gruppo fondato da “patron” Romano Cenni – nome storico del ciclismo tricolore – è finito in amministrazione straordinaria dal 2015 sotto il peso di 400 milioni di debiti. I Commissari hanno provato a venderlo già una volta, ma il prezzo richiesto (240 milioni) e la rigidità del bando avevano fatto fuggire i 60 candidati all’acquisto. Ora è in rampa di lancio l’asta-bis a maglie allargate: saranno esaminate sia le offerte per tutti e 78 punti vendita (prezzo base 220 milioni) che quelle per i singoli magazzini della piccola Ikea tricolore. E i 3.400 dipendenti in cassa integrazione straordinaria da due anni potranno forse iniziare a vedere la fine del tunnel.

 

pantani

La storia del gruppo emiliano, compresa quella del suo declino, è legata a filo doppio a quella della bicicletta e del Pirata, morto proprio il giorno di San Valentino di 13 anni fa. Cenni – indagato ora con l’accusa di aver sottratto beni immobili alla Mercatone Uno prima della crisi – è entrato nel mondo delle due ruote da giovanissimo, contagiato dalla passione di Luciano Pezzi, ex-corridore con una vittoria di tappa al Tour e suo socio. La sua prima squadra, la Germanvox-Wega, è stata a fine anni ’60 il trampolino di lancio di Ole Ritter. Ma il vero boom è negli anni ’90: da una dozzina d’anni Cenni ha diversificato nella grande distribuzione, lanciando con lungimiranza il Mercatone Uno, già presente in diverse zone d’Italia. Gli affari vanno bene e a un certo punto sul suo tavolo arriva la proposta di Pezzi: tornare nel ciclismo, con una sorta di nazionale romagnola costruita attorno al talento e ai polpacci di Pantani. Cenni si innamora del progetto, mette i soldi. E da quel momento l’avventura del campione di Cesenatico corre nel bene e nel male in parallelo a quella del suo sponsor: la maglia gialla (poi venata d’azzurro) della Mercatone Uno diventa la sua divisa da battaglia. La bandana con il marchio della catena tolta dall’inconfondibile cranio sudato è il segnale di sfida quando si alza sui pedali e stacca il gruppo. Nel ’98 arriva la doppietta Giro-Tour. La maglia del Pirata vende in quel periodo più di quelle dei fenomeni del calcio. Poi arrivano il dramma del doping a Campiglio, il rientro, le cadute, i rilanci e la depressione. Un ottovolante su cui Pantani correrà però sempre a fianco della Mercatone Uno.

pantani

 

Dopo la morte del suo leggendario testimonial, anche l’azienda inizia a segnare il passo. la crescita è stata troppo rapida. "Non ho saputo creare un gruppo di dirigenti in grado di gestirla” ammette oggi Cenni. Lui si ammala, i debiti salgono. Di Pantani resta la grande biglia ricordo voluta dal patron davanti al magazzino di Toscanella di Dozza. Ikea & C. si mangiano quote di mercato e alla fine nel 2015 Mercatone Uno alza bandiera bianca ed entra in amministrazione straordinaria, schiacciato dai debiti con 3mila creditori. Ora i commissari hanno messo in equilibrio il business, le vendite sono tornate a salire (+12% a 463 milioni) nel 2016. E la società, come ha fatto tante volte il suo campione, può provare un’altra volta a rimettersi in piedi.

 

logo mercatone uno.png

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”