benetton gavio gros pietro

MICA SONO TUTTI BENETTON - CON LE CONCESSIONI, ITALGAS, SNAM E TERNA GUADAGNANO LA METÀ DELLE AUTOSTRADE: PER LORO LA REMUNERAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO VALE TRA IL 5,3 E IL 6,1%, MOLTO LONTANO DAL 10,2% DI ATLANTIA, E SOPRATTUTTO DAL 10,5% DEL GRUPPO GAVIO, UN ALTRO CHE GRAZIE ALLA POLITICA SI È GARANTITO DIVIDENDI MILIARDARI - NON SOLO: GLI ALTRI GUADAGNANO SOLO DOPO AVER FATTO GLI INVESTIMENTI. I BARONI DEL CASELLO PRIMA INCASSANO E POI SI VEDE

Gianluca Paolucci per la Stampa

 

Per Italgas è del 6,1% per Snam è del 5,4%, per Terna vale il 5,3%.

gilberto benetton

È il «wacc», in italiano Tasso di congrua remunerazione del capitale investito.

Quello che per Autostrade, abbiamo appreso lunedì, vale il 10,21%. I dati sono stati raccolti da Fidentis che, ieri, sottolineava come il mercato si sia posizionato verso prezzi del titolo di Atlantia più vicini a un rendimento analogo a quello delle altre utilities che al 10,21% che è scritto nei contratti con il ministero.

 

Il problema è che per gli altri gestori autostradali il dato è simile a quello di Atlantia. Per il gruppo Gavio, secondo gestore italiano, vale ancora di più: il 10,52%. Mentre per il gruppo Toto che gestisce l' Autostrada dei Parchi il rendimento è del 9,71%. Gli ultimi due dati sono stati resi noti ieri, con la pubblicazione delle rispettive convenzioni da parte del ministero delle Infrastrutture.

beniamino gavio

La logica del rendimento garantito del capitale è la seguente: devo fare investimenti ingenti, per un lungo arco di tempo, serve una garanzia del loro ritorno, spiega un analista.

 

Per questo il parametro è utilizzato in tutti i settori regolamentati dove una società è titolare di quello che si chiama un «monopolio naturale» come le reti infrastrutturali.

La differenza sostanziale tra Terna, Snam, Italgas e i gestori autostradali è che il rendimento è molto più basso - la metà , prima delle tasse - nei primi rispetto ai secondi. E che Snam, Italgas e Terna, tutte quotate e con un azionariato composto prevalentemente di investitori istituzionali internazionali, il socio di controllo è pubblico. Ovvero Cdp Reti, braccio specializzato della Cassa depositi. Per i gestori, quotati o no, il controllo è in mano a privati: Benetton, Gavio e Toto.

 

gian maria gros pietro beniamino gavio

Se guardiamo all' estero, le società italiane partecipate dalla Cdp sono addirittura, in qualche caso, virtuose. In Francia il wacc dei gestori delle reti elettriche - l' equivalente di Terna - è del 6,125%. Il trasporto di gas - il corrispettivo di Snam - è remunerato al 5,25% mentre la distribuzione (quello che in Italia fa Italgas) il «wacc» è del 5%. In Spagna qualcosina di più: il capitale nel trasporto di gas è remunerato al 5,2% mentre le reti di distribuzione id energia elettrica al 6,5%.

 

Ieri Autostrade si è affrettata a precisare che le cose sono appena un po' più complicate.

confindustria carlo toto

«Il rendimento lordo del 10,21% contenuto nella convenzione di Autostrade per l' Italia e pari al 6,85% dopo le tasse è stato calcolato sulla base delle delibere Cipe vigenti e fissato a metà 2012 per il quinquennio 2013-2017 nei periodi di tassi più elevati», scrive Autostrade in una nota ricordando che «per il quinquennio 2018-2022, la proposta di aggiornamento del Piano Finanziario presentato da Autostrade in applicazione della direttiva Cipe prevede una remunerazione al 7,30% lordi, che corrisponde a un 5% dopo le tasse» e che «tali rendimenti sono basati su principi di calcolo - costo medio ponderato del capitale - comuni a tutte le utilities». Il tasso del 10,21%, sottolinea Autostrade, remunera «solo gli investimenti richiesti dallo Stato dopo il 2008, che oggi sono di importo trascurabile.

 

SNAM

Tale remunerazione ha avuto dunque un impatto irrilevante sulle tariffe (meno di 0,05% all' anno dal 2008 ad oggi).

Il problema, oltre alla evidente differenza dei risultati pur partendo dalla applicazione gli stessi principi di calcolo, è che gli altri settori lavorano con regole diverse. Snam sottolineava ieri che gli investimenti vengono remunerati con i piani tariffari dopo aver effettuato gli investimenti. Per le autostrade questo finora non è accaduto. «Il problema non sono tanto i rendimenti in sé - sottolinea Gianluca Codagnone dei Fidentis - quanto i meccanismi di riequilibrio. Se remunero gli investimenti sulla base di un piano di opere che poi non viene realizzato c' è qualcosa che non funziona».

 

 

terna

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