Estratto dell'articolo di Mario Gerevini per il “Corriere della Sera”
Nel suo business non ci sono marchi noti al grande pubblico, non è proprietario di squadre di calcio, non ha partecipazioni rilevanti in grandi aziende quotate, non frequenta salotti pettegoli, non ha nemmeno il nome sul campanello delle sue case a Milano, Sankt Moritz, Londra, New York, La Maddalena, Pisa, Canouan (Caraibi), è cultore della riservatezza e di una vita normale, per sé e per i figli, dove i riflettori dei curiosi non sono contemplati.
Andrea Pignataro, bolognese, 53 anni, passaporto inglese, residenza a Sankt Moritz, domicilio a Milano, laurea in economia a Bologna, PhD in matematica a Londra, ex trader a Salomon Brothers, autore con il suo gruppo Ion di una dirompente scalata negli ultimi anni tra aziende di software, analisi e dati, è diventato l’imprenditore che, dopo innumerevoli acquisizioni estere, più ha speso (o investito) in Italia dal 2021: 5,7 miliardi.
Ha rilevato Cedacri, Cerved, Prelios e partecipazioni bancarie in Illimity e Cassa di Risparmio Volterra, pagando anche un ticket istituzionale da 50 milioni per il 2% di Mps.
E ora Forbes l’ha inserito al secondo posto nella classifica dei miliardari italiani dopo Giovanni Ferrero (43,8 miliardi) e davanti a Giorgio Armani (11,3 miliardi), attribuendogli un patrimonio di 27,5 miliardi. Entra in classifica per la prima volta e verrebbe da chiedersi dov’era prima e con quali criteri viene fatta la classifica.
Il fatto è che il gruppo Pignataro è un sistema assai complesso di società, oltre 300, nessuna quotata in Borsa, che rispecchia anche nella pubblicazione dei dati finanziari l’indole riservata del proprietario. Quindi calcolare in modo plausibile il patrimonio reale e complessivo dell’imprenditore bolognese è un esercizio quasi impossibile.
Ma come ha fatto dal nulla a balzare al secondo posto, più che doppiando Armani?
Lo dice il bilancio 2022 della sua cassaforte lussemburghese Itt dove si legge che è stata rivalutata da 881 milioni a 20,9 miliardi la partecipazione nella Ion Investment Corporation, cioè la capofila delle più importanti aziende del gruppo.
[…] i ricavi aggregati sarebbero di oltre 3 miliardi (non ci sono cifre ufficiali) con margini di guadagno elevatissimi anche se meno dei 2,2 miliardi, cifra che ufficiosamente veniva fatta trapelare. Altrettanto elevato è l’indebitamento. Questo dei debiti (compresi tassi, scadenze e garanzie) è un punto centrale perché l’ammontare, sebbene anche qui non vi siano dati ufficiali, è piuttosto consistente: tra i 10 e i 16 miliardi, secondo varie fonti.
[…] il gruppo di Pignataro è dunque un concentrato di intelligence finanziaria, un maxi polo del fintech che gestisce miliardi di dati sensibili. Annovera società leader anche all’estero come Mergermarket, Dealogic, Fidessa, Acurise. Ha tra i suoi clienti governi, il 30% delle banche centrali del mondo e duemila tra le più importanti società del pianeta (Amazon, Microsoft, Procter & Gamble, Daimler, ecc.).
L’ultima operazione in Italia è stata l’acquisizione da 1,3 miliardi di Prelios che recentemente, confermano da Ion, ha ricevuto l’autorizzazione dalla Presidenza del Consiglio per i poteri legati al golden power.
[…] Nel patrimonio personale sono compresi decine di immobili in centro a Milano, a Pisa oltre che esclusive proprietà e terreni in Sardegna alla Maddalena per un valore totale (solo immobili) di almeno un centinaio di milioni. E poi ha investito quasi 300 milioni per uno sviluppo immobiliare nell’esclusiva isola caraibica di Canouan, arcipelago delle Grenadine.
Andrea Pignataro (nel cerchio)
Gestisce il gruppo con un ristretto numero di fedelissimi e controlla al 100 per cento tutto tranne la capofila delle attività in Italia. Solo qui troviamo una piccola pattuglia di soci che affianca l’85,7 per cento in mano a Pignataro: il fondo sovrano di Singapore Gic con il 10%, storico partner, e poi la milanese Serfis della famiglia Strazzera, Nanni Bassani Antivari (famiglia degli yacht Wally, ex proprietaria della BTicino), Kenneth Schiciano, senior advisor di Ta Associates e i top manager del gruppo Luca Peyrano e Kunal Gullapalli.
LA STRUTTURA DI ION - ANDREA PIGNATARO