roberto gualtieri jean pierre mustier monte dei paschi mps

MONTE DEI PACCHI DI SIENA – IL GOVERNO NON È AFFATTO COMPATTO SUL NEGOZIATO MPS-UNICREDIT – LA DOTE PUBBLICA NELLA BANCA SENESE POTREBBE SUPERARE I 5 MILIARDI E I GRILLINI, CHE VOLEVANO NAZIONALIZZARE ROCCA SALIMBENI, NEI PROSSIMI GIORNI PRESENTERANNO UN EMENDAMENTO CHE POTREBBE ESSERE VOTATO DAI DEPUTATI TOSCANI DEL PD E DA LEU – MA NON È L’UNICA BEGA: IN CASO DI FUSIONE CI SAREBBERO 6MILA ESUBERI E POI C’È LA QUESTIONE DELLO SCORPORO DEI RISCHI LEGALI DA 10 MILIARDI

Andrea Greco per “la Repubblica”

 

monte dei paschi di siena

Tasselli operativi e negoziati corrono veloci, per cedere il Monte dei Paschi all' Unicredit, anche se con una dote pubblica che potrebbe in totale eccedere i 4,985 miliardi versati dal Tesoro a Intesa Sanpaolo per rilevare le due popolari venete (in dissesto) tre anni fa.

 

Ma il consenso nella maggioranza di governo è tutt' altro che formato: e tra domani e dopodomani i deputati M5s presenteranno un emendamento per ridurre a 500 milioni i crediti d' imposta massimi che un articolo della legge di Bilancio garantisce alle aziende che si aggregano nel 2021.

giuseppe conte roberto gualtieri

 

Una misura che è parsa da subito pensata per Mps, il quale in caso di fusione potrebbe conteggiare come patrimonio 3 miliardi di euro di incerte attività fiscali che non a caso tiene fuori dal bilancio (il testo attuale stabilisce il beneficio al 2% dell' attivo della società incorporata, che non limita i 3,7 miliardi di attività fiscali differite Mps, con beneficio di 3 miliardi pagata la commissione al Tesoro).

luigi di maio alvise maniero

 

La modifica, che ha per primi firmatari gli esponenti M5s Davide Zanichelli, Raphael Raduzzi e Alvise Maniero, sarà presentata alla commissione Bilancio della Camera, e discussa da inizio dicembre con tutti gli altri emendamenti. Ha il chiaro valore politico di smarcare il Movimento da un' operazione criticata da mesi: specie da maggio, quando il management Mps è stato indicato proprio dai M5s.

raphael raduzzi

 

Ma non è detto che l' emendamento possa trovare una sua maggioranza, facendo sponda su Leu o sui parlamentari toscani del Pd. Per la banca senese, infatti, una fusione con Unicredit implicherebbe almeno 6 mila esuberi, su 20 mila dipendenti rimasti; ed è il motivo per cui i sindacati, a partire dalla Fabi, sono molto contrari all' operazione.

JEAN PIERRE MUSTIER

 

Tra l' altro Mps ha un fondo esuberi ridotto ai minimi: solo qualche centinaio di milioni, mentre servirebbero 1,2 miliardi per uno "scivolo" a 6 mila bancari. Anche questa somma potrebbe essere inserita nel maxiemendamento alla legge di Bilancio, con ulteriore esborso pubblico di qualche centinaio di milioni.

 

Gli altri fondi necessari per vendere Mps a Unicredit «a neutralità di capitale», come avrebbe chiesto il capo dei compratori Jean Pierre Mustier, sono un miliardo circa per scorporare in un veicolo apposito i rischi legali del Monte (richieste danni per 10 miliardi) e i 2 miliardi di aumento di capitale per riportare il patrimonio della banca sopra i livelli minimi imposti dalla vigilanza.

monte dei paschi di siena

 

Con la cessione di 8,1 miliardi di crediti deteriorati alla pubblica Amco, perfezionata proprio ieri e che brucia 1,13 miliardi di patrimonio Cet 1 a Mps, e le perdite stimate a fine anno la soglia minima di capitale è già violata al ribasso.

ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

 

Il Tesoro, che ha nominato giorni fa Bank of America come consulente finanziario per l' operazione (e lo studio legale Orrick per la scissione dei rischi di contenzioso) sembra puntare a una fusione nel primo trimestre 2021, con l' impegno di versare 2 miliardi di capitale dentro il nuovo polo. Sempre se il premier Giuseppe Conte, che un mese fa dopo settimane di riflessione ha firmato il decreto per riprivatizzare Mps, troverà l' amalgama per la maggioranza disunita.

GUIDO BASTIANINI

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."