mose venezia

MOSE, UN POZZO SENZA FONDO - IL CONSORZIO VENEZIA NUOVA CHIEDE AL MINISTERO LA CIFRA DI 413 MILIONI (GIÀ STANZIATA DAL CIPE) RISPARMIATA SUGLI INTERESSI BANCARI 2003-2018 - L’IDEA E’ USARE QUEI SOLDI PER RISOLVERE LE CRITICITÀ DELL'OPERA, CONCLUDERE I LAVORI E METTERE IN MOTO LA FASE DI AVVIAMENTO - SE IL MOSE NON VERRÀ TERMINATO NEI TEMPI INDICATI (FINE DICEMBRE 2021) NON SARÀ PER UNA QUESTIONE ECONOMICA… 

Giuseppe Pietrobelli per il “Fatto quotidiano”

 

mose

Venezia Il Mose ha un "tesoretto" da 413 milioni di euro. Una cifra enorme, frutto di risparmio sugli interessi bancari pagati nell' arco di una quindicina di anni, a suo tempo stanziata dal Cipe. Adesso i commissari del Consorzio Venezia Nuova hanno chiesto al ministero delle Infrastrutture di poter entrare in possesso della somma che lo Stato ha trattenuto, non essendo stata spesa. Intendono usarla per risolvere le numerose criticità dell' opera, per concludere i lavori e mettere in moto la fase di avviamento.

 

La notizia è nuova, visto che è stata scritta per la prima volta nel bilancio d' esercizio 2018, firmato a settembre dai commissari Francesco Ossola e Giuseppe Fiengo. E dimostra che i soldi per finire il Mose ci sono tutti. Perchè oltre ai 413 milioni ora oggetto di una trattativa (ma è prevedibile un braccio di ferro) con il ministero, il programma finanziario già prevedeva lo stanziamento (dal 2017 al 2024, in tranches diverse) degli ultimi 221 milioni per arrivare a quota 5 miliardi 493 milioni di euro, la somma ufficiale, il costo, "chiuso" di tutta l' opera. Se il Mose non verrà terminato nei tempi indicati (fine dicembre 2021) non sarà, quindi, per una questione economica.

 

Da quale cilindro escono quei 413 milioni di euro ancora virtuali? I commissari Cvn hanno avviato l' istruttoria per ottenere dal Mit "l' utilizzo di somme residuali derivanti da contributi pluriennali a suo tempo già assegnate dal Cipe al Sistema Mose: tali somme, attualizzate, ammonterebbero a circa 413 milioni di euro".

 

DENTRO IL MOSE DI VENEZIA

Come è possibile che una cifra del genere sia stata stanziata e non spesa? Dal 2003 al 2018 il Cipe aveva previsto lo stanziamento pluriennale di contributi per 3 miliardi 390 milioni di euro. Una cifra spalmata in 15 anni. Il che ha comportato problemi di liquidità e di anticipi, risolti con affidamenti da parte di Cassa Depositi e Prestiti, Banca Europea per gli Investimenti bancari e Dexia, un gruppo finanziario franco-belga. Il volume degli investimenti (quota capitale) era previsto in 2 miliardi 547 milioni di euro, gli interessi in 842 milioni di euro.

 

Questo dimostra come il Mose si sia rivelato un affare non solo per le imprese costruttrici, ma anche per chi ha concesso mutui o prestiti. La realtà è stata però meno onerosa dei preventivi. In questo arco di tempo gli interessi pagati sono stati molto inferiori, raggiungendo quota 323 milioni. E quindi si è determinata una differenza pari a 520 milioni di euro. Il tesoro è questo. Nel bilancio i commissari indicano 413 milioni perchè anche in questo caso c' è un' incidenza della quota interessi.

IL MOSE DI VENEZIA

 

La scoperta dei soldi tenuti nelle pieghe dei bilanci dello Stato non altera il monte totale del costo del Mose. Ma come verranno spesi quando Cvn riuscirà a incassarli? La risposta è contenuta nel bilancio 2018. "Nel corso degli ultimi anni sono state evidenziate criticità che richiedono la realizzazione di interventi di sistemazione, adeguamento, riprogettazione e rifacimento, oltre alla manutenzione delle parti realizzate". I capitoli sono diversi. Si va dalla ruggine riscontrata sulle cerniere delle paratoie, ai sedimenti portati dalle maree che hanno impedito la sollevazione totale delle dighe mobili. Dall' adeguamento di una nave per la posa delle paratoie, all' umidità nei locali subacquei e nelle gallerie per mancanza degli impianti di condizionamento. Naturalmente, le cause alle imprese negligenti dovranno accertare il diritto ad eventuali rivalse.

 

"Nell' ambito delle finalità dell' atto di completamento sottoscritto nel 2017 e del piano a finire da esso delineato, il Provveditorato e gli amministratori straordinari hanno individuato una serie di attività e di interventi strettamente correlati con il completamento dell' opera che richiederebbero immediata copertura finanziaria".

 

IL MOSE DI VENEZIA

Per ultimare il Mose manca circa il 6% dei lavori. Come ha spiegato l' ingegnere Alberto Scotti, il progettista, la quota è costituita in parte da impiantistica elettromeccanica. Su questo fronte si sta operando con gli appalti messi in gara, anche per ordine dell' Unione Europea che a suo tempo aveva contestato (per mancanza di concorrenza) l' affidamento diretto alle tre imprese principali del Mose, Mantovani, Condotte e Fincosit, uscite di scena per gli scandali e per crisi gestionali.

 

Ma c' è una buona parte (valore 300 milioni di euro) che, avvalendosi dell' affidamento diretto, nel dicembre 2018 i commissari hanno assegnato a due consorzi composti da ditte locali, soprattutto venete, che già avevano una quota parte in Cvn. Si tratta di Kostruttiva (sorta sulle ceneri della coop rossa Coveco, coinvolta nello scandalo e rinnovatasi) e di San Marco. Ad entrambi progettazioni e realizzazioni per circa 150 milioni.

PORTO DI MALAMOCCO MOSE

"A noi spettano opere edili e compensazione ambientale. - spiega Devis Rizzo, presidente di Kostruttiva - Il commissariamento è stato un punto di svolta, una cesura rispetto alle condotte illecite, un presidio di legalità a fronte della 'cupola' che agiva in precedenza". Un esempio? "Siamo tornati alle marginalità lecite, che sugli appalti pubblici sono del 4-5%. Le grandi aziende del Cvn guadagnavano anche il 40-50, con fatture false e bilanci fasulli".

 

E la politica? "Dovrebbe approfittare del tempo che manca all' ultimazione del Mose per progettare, con la stessa logica di rigore e trasparenza, la fase di gestione futura su cui ci sono già tanti appetiti". Infatti si calcola che far funzionare il Mose possa costare 100 milioni di euro all' anno.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…