jeff bezos bill gates

NUVOLE GONFIE DI QUATTRINI - LA GUERRA PER IL CONTROLLO DEL ''CLOUD'' È ENTRATA NEL VIVO CON LA SCONFITTA DI AMAZON PER MANO DI MICROSOFT PER LA MEGA-COMMESSA DELLA DIFESA AMERICANA. IN CAMPO CI SONO ANCHE GOOGLE, DELL EMC, CISCO, HPE, SALESFORCE, ADOBE E IBM. IL BOSS DI ORACLE È OSSESSIONATO DAI SERVER DI BEZOS, MENTRE NELLA PARTITA VUOLE ENTRARE LA CINA CON ALIBABA. CHI CONTROLLA I DATI, CONTROLLA IL MONDO

 

Camilla Conti per “il Giornale

 

Scoppia la guerra per la «nuvola» e i giganti della Rete si danno battaglia per conquistare i servizi «cloud». All' apparenza linguaggio e concetti da «smanettoni» del computer. Solo all' apparenza, però. Perché in realtà riguardano un po' tutti, visto che il «cloud computing» è diventato fondamentale per ogni tipo di attività digitale. L' espressione deriva dall' inglese cloud, «nuvola», appunto, e indica la tecnologia che permette di salvare i dati e renderli disponibili su computer che si trovano in punti diversi e potenzialmente lontanissimi della Rete, dispersi come le nuvole nel cielo.

 

JEFF BEZOS BILL GATES

Il risultato è una specie di sistema nervoso globale: milioni di potenti elaboratori, di solito schierati in impianti grandi come e più di un campo di calcio, che forniscono ad aziende e famiglie, magari a migliaia di chilometri di distanza, tutta la capacità di calcolo di cui queste ultime hanno bisogno.

 

I privati possono alleggerire i computer domestici da quantità di dati e programmi che vengono conservati ed eseguiti in Rete. Le aziende possono invece organizzare diversamente che in passato i processi di lavoro, data la possibilità di connettere punti lontani nel mondo, come se si trattasse di un unico enorme ufficio. Una meraviglia tecnologica, anche se c' è, inevitabilmente, un' altra faccia della medaglia: il minor controllo sui sistemi informatici, che in questo modo non sono più centralizzati ma diffusi.

 

COLOSSI IN CAMPO

JEFF BEZOS LARRY PAGE SHERYL SANDBERG MIKE PENCE DONALD TRUMP PETER THIEL

Per contendersi il dominio quello che può essere considerato il cervello pulsante del mondo sono scesi in campo i colossi dell' economia digitale: Amazon con Aws (Amazon Web Services), Google, Microsoft, Dell Emc, Cisco, Hpe. Ma altri attori stanno sgomitando per strappare posizioni, a cominciare dai cinesi di Alibaba, fino a Salesforce, Adobe e Ibm. E come dimostrano le polemiche per l' appalto della nuvola del Pentagono (vedi anche l' altro pezzo in pagina, ndr) il settore si è fatto davvero caldo.

 

Ad attirare sono i numeri, impressionanti: si parla di un mercato da quasi trecento miliardi di dollari oggi, che ne varrà mille in 6-7 anni. Gli ultimi dati elaborati dal Synergy Research Group mostrano che, in sette segmenti chiave dei servizi e delle infrastrutture cloud, i ricavi nella prima metà del 2019 hanno superato centocinquanta miliardi, in crescita del 24% dalla prima metà del 2018.

 

La guerra è solo all' inizio, ma già si stanno combattendo battaglie epiche tra titani. Nel 2018 Amazon ha aumentato dal 28,8% al 31,3% la quota di mercato, mentre Microsoft è salita dal 12 al 15%, Salesforce aveva l' 11%, seguito da Sap, Oracle, Alibaba, Google e Ibm.

 

Per la fine dell' anno le entrate cloud di Microsoft stimate saranno di 44,7 miliardi di dollari, quelle di Amazon di 35,2 miliardi. Ma gli altri concorrenti non stanno certo a guardare.

larry ellison oracle

Qualche settimana fa Oracle ha riunito la sua convention annuale, l' OpenWorld 2019. Nel suo intervento di apertura il fondatore, Larry Ellison, uno dei guru dell' industria tecnologica americana, ha citato ripetutamente Aws, la consociata di Amazon. L' ha fatto in una maniera che è sembrata quasi ossessiva e sempre giocando all' attacco: «Non ho dubbi: quando ci incontreremo il prossimo anno, saremo di gran lunga davanti a loro».

 

Il gran capo di Oracle si è visto scippare un mega dirigente del gruppo, Thomas Kurian, assunto da Google proprio come amministratore delegato di Google Cloud. Il primo passo di Kurian è stato quello di annunciare un nuovo centro per i servizi della nuvola a Varsavia, con l' obiettivo di dare l' assalto al mercato in tutto il Vecchio continente.

 

Google ha diviso la sua attività in venti regioni sparse per il mondo, di cui sei in Europa, e sta investendo 3,3 miliardi di dollari nel Vecchio continente per espandere i suoi data center (i già citati centri di calcolo grandi come campi di calcio) nei prossimi due anni. Non solo. Il colosso di Mountain View ha rilasciato la propria piattaforma di cloud ibrido (chiamata Anthos) ad aprile, ma l' azienda ha anche deciso di fare ricorso allo shopping. E così la casa madre, Alphabet, starebbe sondando l' opportunità di acquistare Nutanix, un grande «unicorno» (così si chiamano le imprese che hanno oltrepassato una valutazione di un miliardo di dollari), specializzato nei software per il cloud che si è quotato su Nasdaq nel 2016, per oltre nove miliardi di dollari.

JACK MA CON LE COPPIE SPOSATE DI DIPENDENTI ALIBABA

 

ARRIVA PECHINO

Nella mischia sta anche entrando un nuovo, temibile, giocatore: la Cina. Il mercato è cresciuto a ritmi frenetici nel secondo trimestre del 2019. Tra aprile e giugno, la spesa totale per infrastrutture di servizi in cloud è cresciuta del 58% su base annua, fino a raggiungere i 2,3 miliardi di dollari. Le crescenti ambizioni delle organizzazioni cinesi, in particolare start-up, agenzie governative e imprese, in materia di sviluppo delle capacità digitali mirano a cogliere le opportunità offerte dall' enorme mercato dei consumi su Internet, basato sulla telefonia mobile.

 

Nel frattempo, il colosso tecnologico Alibaba ha aperto nuovi data center nel Regno Unito e in Germania. E anche Huawei sta accelerando sul mercato dove è entrata solo due anni fa. Il presidente del colosso cinese, Ken Hu, ha dichiarato che la società spenderà 1,5 miliardi nel prossimo quinquennio per espandere la sua base di sviluppatori di software dagli attuali 1,4 a cinque milioni.

alibaba

 

«Questa - ha detto Hu con accenti lirici - è una nuova era di esplorazione. Un oceano dal potenziale illimitato ci sta aspettando, ma non basta una sola nave per attraversarlo. Ecco perché oggi vogliamo lanciare un migliaio di navi per portare l' intelligenza a nuove altezze».

Sullo sfondo, si agitano i governi.

 

Il ministro dell' economia tedesco Peter Altmaier sta per rivelare i dettagli del progetto Gaia-X per il cloud europeo. In molti a Bruxelles temono che il coinvolgimento americano nel settore stia compromettendo gli standard di protezione dei dati dell' Ue e, per estensione, il concetto di «sovranità digitale» dell' Europa.

 

Peter Altmaier ministro Economia

Proprio all' inizio di quest' anno, Altmaier aveva dichiarato che «la Germania vuole salvaguardare il ruolo dell' Europa. Ecco perché è importante per noi che le soluzioni cloud non vengano create solo negli Stati Uniti».

 

Poco tempo dopo la Frankfurter Allgemeine Zeitung ha fatto trapelare un documento interno del governo di Berlino che rivelava la sua preoccupazione: «Il settore è oggi dominato da società statunitensi. Anche all' Ue dovrebbe essere garantita la dovuta autonomia nella costruzione della sua industria tecnologica». Pure per Bruxelles, insomma, ci vuole un posto sulla nuvola.

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?