italia debito pubblico

OGNI PROMESSA È DEBITO – NEI PRIMI SEI MESI DEL 2020 IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO È CRESCIUTO DI 121 MILIARDI! È L’AUMENTO PIÙ ALTO DEGLI ULTIMI 20 ANNI MA DOBBIAMO ABITUARCI: TUTTO IL MONDO HA A CHE FARE CON INCREMENTI RECORD PER VIA DEI PIANI DI STIMOLO. IL PROBLEMA NON È TANTO QUELLO PUBBLICO, GARANTITO DALLE BANCHE CENTRALI, MA IL DEBITO DELLE SOCIETÀ E IL DILEMMA TRA TENERE IN VITA AZIENDE ZOMBIE O FARLE SBATTERE CONTRO LA DURA REALTÀ DEL MERCATO E CHIUDERE I RUBINETTI…

ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

BANKITALIA: SCHIZZA DEBITO PRIMI SEI MESI 2020, +121 MLD ++

(ANSA) - ROMA, 14 GEN - Nel primo semestre del 2020, la variazione del debito pubblico in percentuale del Pil ha raggiunto i valori più alti negli ultimi venti anni. Il debito è complessivamente aumentato di 121 miliardi nel semestre, di cui 97,4 miliardi nel secondo trimestre dell'anno. E' quanto emerge dal rapporto di Bankitalia su 'I conti economici e finanziari durante la crisi sanitaria del Covid-19'. Il deficit è invece stato complessivamente inferiore (78 miliardi).

 

CONTE LAGARDE

 

DEBITI PUBBLICI E VIRUS, PERCHÉ SARÀ DIFFICILE USCIRE DALL’EMERGENZA

Da https://24plus.ilsole24ore.com/

 

17mila miliardi di dollari. Di tanto - secondo l’Institute of International Finance - è cresciuto il debito pubblico e societario a livello globale nell’anno della pandemia. Numeri senza precedenti che hanno portato il fardello a livello globale alla cifra record di 275mila miliardi di dollari. Sono stati soprattutto gli Stati a indebitarsi per finanziare le ingenti la spesa sanitaria legate alla pandemia. Nonché i piani di di stimolo fiscale necessari a preservare un’economia che, altrimenti, sarebbe stata travolta dal virus. Il debito pubblico a livello globale - stima sempre l’IIF - è passato dal 90 al 105% del Pil.

STIME SULLA RIPRESA POST COVID

 

Il ruolo di governi e banche centrali

L’aumento consistente del debito pubblico e societario causa pandemia è stato tutto sommato gestibile in un anno difficile come il 2020. Dopo un’iniziale fase di forti vendite sul debito dei Paesi più vulnerabili come l’Italia nei mesi critici di marzo e aprile la situazione si è andata gradualmente normalizzando.

 

Soprattutto per via degli interventi delle banche centrali che, mettendo in atto misure di stimolo monetario senza precedenti, hanno garantito che il costo del debito pubblico restasse sotto controllo. I governi, da parte loro, hanno stanziato garanzie pubbliche sui prestiti alle aziende evitando che queste si trovassero in crisi di liquidità. I piani straordinari di cassa integrazione poi hanno evitato licenziamenti in massa garantendo la tenuta sociale in un anno estremamente complicato.

 

Come il mercato prezza il rischio

DEBITO PUBBLICO

Guardando alle quotazioni attuali il mercato non sembra manifestare segnali di preoccupazione sulla sostenibilità dei debiti pubblici e privati. Da una parte perché l’avvio della campagna vaccinale ha alimentato la ragionevole speranza che la crisi sanitaria possa essere messa alle spalle quanto prima. Dall’altra perchè le banche centrali hanno garantito che manterranno ancora a lungo le misure di stimolo monetario messe in campo. Oltretutto, in Europa e altrove, si stanno approntando ambiziosi piani di investimenti pubblici per dare fiato alla ripresa.

 

Le prospettive per il 2021

MOODY'S

Eppure, nonostante tutte le misure messe in campo e un contesto di mercato che continua ad essere favorevole, il 2021 non si annuncia in discesa per quel che riguarda la gestione del debito pubblico nell’area euro. «Le prospettive economiche restano incerte e la stabilizzazione dei bilanci pubblici ancora fortemente condizionata dagli strascichi della pandemia» scrive Moody’s in un recente report in cui si mettono in fila i fattori di rischio che potrebbero pregiudicare la tenuta dei debiti pubblici.

 

L’incognita della ripresa

debito pubblico in percentuale del pil

I mercati sembrano aver già scontato una ripresa dell’economia e un ritorno alla normalità grazie al vaccino. Ma quando è presumibile che l’economia dell’Eurozona torni effettivamente ai livelli pre-Covid. Secondo Moody’s non prima del 2022. Ci vorranno ancora mesi perché si possano vedere nel concreto gli effetti della campagna vaccinale e, con ogni probabilità, il primo semestre dell’anno continuerà ad essere pesantemente condizionato dalla crisi sanitaria. Paesi periferici come l’Italia, la Spagna, il Portogallo e la Grecia, a forte vocazione turistica, continueranno a soffrire in questo contesto. Ma anche economie più resilienti come la Germania sono vulnerabili per via della forte dipendenza dall’export in un contesto di commercio globale ancora col freno a mano tirato.

 

L’exit strategy dagli stimoli

disoccupazione coronavirus disoccupati

Secondo Moody’s la principale incognita sulla ripresa riguarda i tempi e i modi in cui i governi decideranno di rimuovere gli aiuti pubblici alle imprese stanziati in questi mesi. Non sarà una scelta facile: rimuovere troppo presto gli aiuti potrebbe provocare la crisi di molte aziende ancora vulnerabili, d’altrocanto mantenerli troppo a lungo, oltre a pesare sui bilanci pubblici, rischia di mantenere in vita una pletora di aziende “zombie” col rischio di creare danni alla concorrenza e alla produttività dell’economia. Una questione strettamente correlata è poi quella che riguarda la sospensione del patto di stabilità e delle regole sugli aiuti di stato.

 

Secondo Moody’s è plausibile che la sospensione possa continuare anche per quest’anno ma dal 2022 si riproporrà la questione del loro ritorno in vigore. Con tutto ciò che comporta in termini di tenuta dei conti pubblici e libertà di manovra fiscale da parte dei singoli Paesi molto indebitati come l’Italia.

 

I debiti societari

lavoro donne coronavirus

Il tutto si intreccia poi con un’altra questione di non poco conto: la tenuta dei debiti societari. Rimuovere troppo presto gli aiuti potrebbe avere l’effetto collaterale di provocare un aumento dei crediti deteriorati nei bilanci bancari. Nonché problemi per gli stessi governi a cui gli istituti potrebbero escutere le garanzie pubbliche che i governi hanno stanziato in abbondanza durante la crisi sanitaria. Un problema - fa notare Moody’s - che riguarda in particolare Paesi come la Francia, la Germania o il Belgio in cui il livello dei debito privato è significativamente più alto rispetto, per esempio, all’Italia.

coronavirus i settori piu' a rischio secondo mckinsey 1.coronavirus i settori piu' a rischio secondo mckinseydisoccupazione nel regno unito stime bank of englandchiusi per virusGLI EFFETTI DEL CORONAVIRUS SULLA DISOCCUPAZIONE - STIMA FMItavola calda chiusa in via del corso a romagrafico mckinsey lavori a rischio divisi per fascia d'eta'

 

grafico mckinsey settori di occupazione a rischio per il coronavirus

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA