andrea orcel unicredit commerzbank

ORCEL SI TIENE LE MANI LIBERE SU COMMERZBANK – L’AD DI UNICREDIT FA SAPERE CHE L'ISTITUTO ITALIANO POTREBBE “SALIRE, MANTENERE O VENDERE” LA SUA QUOTA DELLA BANCA TEDESCA, CHE ORA È DEL 21%: “TUTTI GLI SCENARI SONO APERTI” - IL MANAGER ASSICURA: “NON CHIEDEREMO POSTI NEL BOARD DI COMMERZBANK, SIAMO SEMPLICI INVESTITORI”. UN SEGNALE DI PACE LANCIATO AL GOVERNO SCHOLZ E AI SINDACATI TEDESCHI, CHE HANNO ALZATO BARRICATE ALL’IPOTESI DI UNA SCALATA…

Estratto dell’articolo di Luca Davi per “Il Sole 24 Ore”

 

unicredit commerzbank

«Salire». «Mantenere». O «vendere». Quando si chiede al ceo di UniCredit Andrea Orcel quale possa essere lo scenario più probabile per il futuro della “scalata” in Commerzbank, il banchiere continua a tenersi mani libere. La quota del 21% di Commerz, raccolta dalla banca di piazza Gae Aulenti tra le ire di Berlino, sarà gestita in totale flessibilità. Nessuno scenario precostituito, assicura il banchiere. Di certo la banca «non chiederà posti nel board di Commerzbank».

 

andrea orcel

 Scelta tattica per non dare fiato a nuove polemiche (e timori) in Germania, ovviamente, ma anche per evitare di legarsi mani e piedi a un progetto che sarà valutato strada facendo, a seconda delle condizioni che si creeranno, e che però al momento già regala una preziosa plusvalenza. «Al momento quello nell’istituto tedesco è un investimento e nient’altro: siamo un grande azionista», dice il manager durante un evento organizzato da Bank of America.

 

Orcel vede «tre alternative: rimaniamo così e aiutiamo Commerzbank a cristallizzare il valore inespresso che crediamo ci sia»; «troviamo il modo di fare una cosa più grande, ma per farlo entrambe le parti devono volerlo»; o se tutto questo «non funziona vendiamo, auspicabilmente nel nostro capitale tornerà di più» di quanto ne sia uscito «e lo distribuiremo agli azionisti». In ogni caso «tutti gli scenari sono aperti, non ce n’è uno che predomina».

 

Commerzbank

Un messaggio coerente con quanto predicato sin dall’inizio dell’avventura tedesca. Orcel si muove su una strada delicata, avendo investito circa «3,5 miliardi» in un asset che non deve diluire il ritorno sul capitale offerto da UniCredit, ma anzi incrementarlo. Quanto? Per Orcel il rendimento potrebbe essere superiore al 15%, soglia che il banchiere aveva da tempo fissato come imprescindibile. […]

 

Parole chiare, che rassicurano gli investitori - il titolo è salito dell’1,6% - i quali apprezzano (e molto) la generosa policy di remunerazione di piazza Gae Aulenti, peraltro destinata ad aumentare. Confermati gli 8,6 miliardi di distribuzione complessiva agli azionisti sul 2024, tale ammontare nel 2025 e 2026 «supererà gli 8,6 miliardi».

 

ANDREA ORCEL - FOTO LAPRESSE

Il payout dal 2025 in poi salirà «dal 40% al 50%» dell’utile, che in termini netti nel 2024 andrà «oltre i 9 miliardi»: sopra quindi gli 8,5 miliardi (e oltre) attesi e gli 8,6 miliardi del 2023. Ma il banchiere si dice anche «fiducioso» che, al netto degli investimenti, la banca raggiunga un utile «di 10 miliardi», al netto delle Dta.

 

Poi Orcel manda anche un ulteriore segnale di pace nei confronti della banca tedesca, che da subito ha alzato le barricate contro piazza Gae Aulenti. Da semplice investitore, per quanto «strategico», UniCredit «non chiederà posti nel consiglio di Commerzbank» perché «non credo che gli investitori debbano avere posti in cda e in questo caso sarebbe anche inappropriato perché siamo anche un concorrente», ha aggiunto.

 

 

CHRISTIAN LINDNER AL CONGRESSO DI FDP

«Finché saremo investitori quello che conta è agire come tali e avere accesso solo alle informazioni pubbliche – dice ancora il manager - e il nostro ruolo può essere quello di suggerire cosa provare a fare «anche in base all’esperienza già fatta con Hvb». Di una cosa Orcel è sicuro.

 

Un’aggregazione con Commer «aggiungerebbe molto valore» e sarebbe la cosa «migliore per entrambe le banche, per entrambi i gruppi di azionisti, per i dipendenti di entrambe le banche, per i clienti». E avere una banca «più forte» è «positivo» per la Germania e «pensiamo che sia un test per l’Europa, per dimostrare se possiamo unirci e creare banche più forti che possono sostenere l’economia e la crescita che deve accelerare».

 

Ma UniCredit è anche consapevole che qualsiasi operazione richiede un ampio sostegno. Mentre si affievoliscono le probabilità che Deutsche Bank possa entrare in partita («Abbiamo ancora del lavoro da fare prima di essere veramente posizionati per partecipare al consolidamento», spiega il cfo di Db, James von Moltke), Orcel si dice «entusiasta» di riprendere i colloqui con il governo tedesco. Un modo anche per stemperare quelle tensioni che hanno portato il cancelliere Olaf Scholz a criticare il blitz di UniCredit come «un attacco ostile».

 

UNICREDIT COMMERZBANK

In verità, dopo la levata di scudi, i toni di Berlino ieri sono sembrati più bassi. «Noi non siamo attori. Il governo detiene delle quote», ha detto il portavoce del governo tedesco, Steffen Hebestreit, rispondendo alla domanda se il governo Scholz intenda evitare l’acquisizione di Commerzbank da parte di Unicredit. «Non c’è una ulteriore riflessione per evitare qualcosa e questo dipende adesso dagli attori del mercato dei capitali». Come dire: il mercato è libero. […]

olaf scholz e Christian Lindner

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - A 53 GIORNI DAL RINNOVO DELLA GOVERNANCE DI GENERALI, A CHE PUNTO È IL RISIKO BANCARIO? NEL SUO SOGNO DI CONQUISTARE IL LEONE DI TRIESTE, EVITANDO PERO' IL LANCIO DI UNA COSTOSISSIMA OPA, PARE CHE NELLA TESTA DI CALTA FRULLI UN PIANO IN DUE TEMPI: INTANTO CONQUISTARE LA MAGGIORANZA NEL CDA DELLA COMPAGNIA, DOPODICHÉ PAPPARSI MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI (SEMPRE CHE NON ARRIVI A PIAZZETTA CUCCIA UN CAVALIERE BIANCO) – ALL’OFFENSIVA DI CALTA, L’ASSO NELLA MANICA DI DONNET SI CHIAMA UNICREDIT. ORCEL AVREBBE PERSO L’ENTUSIASMO PER BPM E SAREBBE BEN FELICE DI PORTARSI A CASA BANCA GENERALI - TANTO PER SURRISCALDARE IL CLIMA GIÀ TOSSICO È ARRIVATA IERI “LA STAMPA” CHE LANCIAVA ‘’L’IPOTESI DEL CONCERTO CALTAGIRONE-MILLERI” (SMENTITA)…

luca richeldi papa francesco bergoglio sergio alfieri

DAGOREPORT - I MEDICI DEL GEMELLI CHE CURANO IL PAPA (SERGIO ALFIERI E LUCA RICHELDI) SONO STATI CHIARI CON FRANCESCO: SE E QUANDO VERRÀ DIMESSO, BERGOGLIO DOVRÀ DIMENTICARE LA VITA MOVIMENTATA CHE HA CONDOTTO FINORA, E DARSI UNA REGOLATA. IL FISICO DEL PONTEFICE 88ENNE È MOLTO PROVATO E NON POTRÀ REGGERE AD ALTRI VIAGGI, OMELIE AL GELO E MARATONE DI INCONTRI CON I FEDELI – IL FUMANTINO CAPO DELLA CHIESA CATTOLICA ACCETTERÀ LA “CAMICIA DI FORZA” DI UNA CONVALESCENZA "PROTETTA" A SANTA MARTA?

angela merkel friedrich merz

DAGOREPORT – IL MURO DI BERLINO NON E' MAI CADUTO: MERZ E MERKEL SONO LE DUE FACCE DI UN PAESE CHE NON HA SANATO LE STORICHE DISEGUAGLIANZA TRA IL RICCO OVEST E IL POVERO EST – FIGLIOCCIO DI SCHAUBLE LUI, COCCA DI KOHL LEI, MERZ E MERKEL SI SFIDARONO NEL 2000 PER LA LEADERSHIP DELLA CDU. MA LA DEFLAGRAZIONE DEI LORO RAPPORTI SI È AVUTA CON LA POLITICA MIGRATORIA DI ANGELONA, FALLIMENTARE AGLI OCCHI DI MERZ (CHE RITENEVA NECESSARIO INTEGRARE I TEDESCHI DELL’EST, PRIMA DI ACCOGLIERE SIRIANI E TURCHI) - SE LA MERKEL L’AVESSE ASCOLTATO, OGGI L’AFD NON SAREBBE AL 20%...

beppe sala elly schlein

DAGOREPORT - TE LO DO IO IL CENTROTAVOLA! - L'IDEONA DI ELLY SCHLEIN PER NEUTRALIZZARE CHI SOGNA LA NASCITA DI UN PARTITO CENTRISTA ALLEATO DEL PD: CREARE LISTE CIVICHE PER LE REGIONALI E, SE FUNZIONANO, RIPROPORLE IN CHIAVE NAZIONALE ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 COL NOME DI "ALLEANZA PER L'ITALIA" - LEADER DEL PROGETTO DOVREBBE ESSERE BEPPE SALA, CHE PERÒ HA PERSO SMALTO (LE INCHIESTE SULL’URBANISTICA MILANESE) - L'ISOLAMENTO DI SCHLEIN NEL PD SUL PIANO DI RIARMO DI URSULA E LA SUA MANCANZA SI CARISMA: I SUOI GIORNI AL NAZARENO SONO CONTATI...

elon musk trump zelensky jd vance

DAGOREPORT – LE SPARATE DI ELON MUSK SONO SOLO UN MODO PER ATTIRARE L’ATTENZIONE E RISPONDERE AL PRESENZIALISMO DI JD VANCE, CHE MR. TESLA CONSIDERA UN “BURINO” – IL MILIARDARIO KETAMINICO HA PRESO MALISSIMO LA VISIBILITÀ OTTENUTA DAL VICEPRESIDENTE USA GRAZIE ALL’IMBOSCATA TESA A ZELENSKY. TRUMP CONOSCE BENE L’EGO-MANIA DEL SUO “DOGE”: PER QUESTO HA CHIESTO AL CONGRESSO UNA STANDING OVATION PUBBLICA PER MUSK (E QUELLO, TUTTO TRONFIO, SI È ALZATO COMPIACIUTO MOSTRANDO IL POLLICE)…

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER