PALAZZO CHIGI CORRE IN SOCCORSO DI OPEN FIBER – IL GOVERNO HA MESSO A PUNTO UN EMENDAMENTO PER SALVARE UNO DEI PROGETTI CENTRALI DEL PNRR, LA GARA “ITALIA A 1 GIGA” PER L’ESTENSIONE DELLA COPERTURA DELLA BANDA ULTRALARGA: PRONTI 600 MILIONI PER LE AREE BIANCHE – HA PREVALSO LA LINEA DI FAZZOLARI. SCONFITTO IL SOTTOSEGRETARIO ALL’INNOVAZIONE, ALESSIO BUTTI, CHE VOLEVA TOGLIERE  SUBITO A OPEN FIBER I LOTTI IN RITARDO E ASSEGNARLI A TIM – ORA SI PENSA A UN INTERVENTO IN DUE TEMPI…

-

Condividi questo articolo


Estratto dell’articolo di Carmine Fotina per “Il Sole 24 Ore”

 

open fiber 2 open fiber 2

Servirà una misura eccezionale per salvare uno dei progetti centrali del Pnrr, la gara “Italia a 1 giga” per l’estensione della copertura della banda ultralarga. Dopo diverse riunioni, che hanno anche evidenziato una spaccatura in seno all’esecutivo, alla fine è stato elaborato un emendamento condiviso che dovrebbe essere depositato all’inizio di aprile in commissione Bilancio alla Camera, dov’è in esame il Dl Pnrr.

 

giovanbattista fazzolari giorgia meloni giovanbattista fazzolari giorgia meloni

Il testo serve a mettere in salvo i lotti di Open Fiber, che è in netto ritardo rispetto alla tabella di marcia, ma ovviamente ha valenza generale cioè sulla carta interessa anche l’altro aggiudicatario, Tim-Fibercop. […]

 

Si tratta di una richiesta avanzata da Open Fiber, alla luce dell’impossibilità di collegare un numero elevato di civici risultati inesistenti mentre un altrettanto cospicuo pacchetto di indirizzi a questi adiacenti non era stato individuato nella mappatura iniziale, rivelatasi per larga parte fallace.

 

ALESSIO BUTTI GIORGIA MELONI ALESSIO BUTTI GIORGIA MELONI

L’emendamento, preannunciato ieri da fonti di Palazzo Chigi, specifica che restano però fermi «il termine finale di esecuzione dell’opera, il numero complessivo dei civici da collegare e l’onere complessivo dell’investimento» assunto dagli aggiudicatari, senza oneri per la finanza pubblica.

 

La questione è di estrema delicatezza. La gara vale complessivamente 3,45 miliardi, di cui 1,8 si riferiscono ai lotti di Open Fiber, e ha una scadenza che fa sempre più temere, il 30 giugno 2026. I ritardi per giunta derivano da una società che fa indirettamente capo al ministero dell’Economia (il 60% di Open Fiber è di Cdp Equity e il 40% del fondo Macquarie).

 

open fiber 1 open fiber 1

Per questo motivo nelle ultime settimane ci sono stati confronti tra i vari ministeri coinvolti, coordinati dai sottosegretari alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari.

 

Il Dipartimento per la trasformazione digitale, che fa capo al sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti, aveva elaborato un emendamento alternativo, centrato sulla revoca a Open Fiber di uno o due lotti, quelli più in ritardo, con successiva cessione a Tim-Fibercop, seconda classificata.

 

FIBERCOP FIBERCOP

Sono seguite complesse verifiche, su richiesta del ministero dell’Economia anche attraverso interlocuzioni di Cdp Equity con il pool delle banche che negozia con Open Fiber un rafforzamento della linea di finanziamento da 7,2 miliardi. A emergere alla fine è la linea della prudenza. Subito l’emendamento per salvare la gara del Pnrr e, solo dopo che Open Fiber avrà chiuso l’accordo con le banche, si entrerà nel merito della possibile cessione dei lotti a Tim.

 

open fiber 3 open fiber 3

Insomma, un possibile intervento in due tempi. Nel frattempo su un altro tavolo - cioè la concessione per la copertura delle aree bianche, quelle a fallimento di mercato che sono fuori dal Pnrr - il ministero delle Imprese e del made in Italy ha praticamente chiuso la ricognizione ed è pronto a riconoscere a Open Fiber circa 600 milioni cash per il riequilibrio del piano economico finanziario tenendo conto di rincari di energia e materie prime.

ALESSIO BUTTI GIORGIA MELONI ALESSIO BUTTI GIORGIA MELONI alfredo mantovano giorgia meloni alfredo mantovano giorgia meloni giorgia meloni e giovanbattista fazzolari giorgia meloni e giovanbattista fazzolari open fiber 5 open fiber 5

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – LA MELONA DOVREBBE SPEDIRE PANETTONI E SPUMANTE A CONTE & TRAVAGLIO: È SOLO GRAZIE A UNA OPPOSIZIONE DISUNITA CHE PUÒ SPADRONEGGIARE – I GRANDI VECCHI DELLA POLITICA CERCANO DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITA' PERMANENTE DA AFFIANCARE AL PD EVANESCENTE DI ELLY SCHLEIN. E DAL CILINDRO DI PRODI E' USCITO IL NOME DI ERNESTO MARIA RUFFINI – SE RENZI E' DISPONIBILE, CALENDA NO. MA SUL DIRETTORE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE FIOCCA LO SCETTICISMO: COME PUÒ UN ESATTORE DEL FISCO RACCOGLIERE IL CONSENSO DEGLI ITALIANI CHE, AL PARI DELLA DUCETTA, CONSIDERANO LE TASSE "UN PIZZO DI STATO"?

I MISTERI DI VIALE MAZZINI – PERLA TORTORA NON È LA SOLA GIORNALISTA RAI AD AVER FATTO UNA CARRIERA RAPIDISSIMA: NELLA TV PUBBLICA SONO IN MOLTI A CERCARE DI FAR LUCE SULL’INSPIEGABILE ASCESA DELLA 33ENNE GIULIA BONAUDI, PASSATA DALL'OSCURO LAVORO DI REDAZIONE ALLA CONDUZIONE DI “WEEKLY” - LA BONAUDI, STIMATISSIMA DAI TRE CABALLEROS DI VIALE MAZZINI ROSSI-MELLONE-CORSINI, È AUTRICE DI DUE RUBRICHE SU RAINEWS, HA UN ALTRO CONTRATTO PER I PROGRAMMI “RESTART” E “BUONGIORNO BENESSERE” E APPARE IN VIDEO NEL PROGRAMMA DI GIORGINO, “XXI SECOLO”. MA IN RAI NON ERANO VIETATI PIÙ DI TRE CONTRATTI DA AUTORI?

DAGOREPORT - GRANDE AGITAZIONE PER IL RISIKO CHE STA INVESTENDO IL PRESEPE DEL POTERE BANCARIO ITALIANO - LA PARTITA CHE VEDE IN CAMPO UNICREDIT, BANCO BPM, CREDIT AGRICOLE, ANIMA SGR, MPS, GLI IMPRENDITORI MILLERI E CALTAGIRONE SUPPORTATI DAL MEF DI GIORGETTI E DALLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, CON MEDIOBANCA E ASSICURAZIONI GENERALI ALLA FINESTRA, È SOLO ALLE PRIME SCHERMAGLIE - IN ATTESA DELLA BATTAGLIA FINALE, PREVISTA A METÀ DEL PROSSIMO ANNO, COME IN TUTTE LE GRANDI OPERAZIONI, IL RISULTATO SARÀ FRUTTO DI UN ACCORDO TRA IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, E IL CAPO DI CREDIT AGRICOLE, PHILIPPE BRASSAC - TRA I DUE ISTITUTI CI SONO DI MEZZO TANTI, TROPPI INTERESSI CHE VANNO AL DI LÀ DELL’‘’INDIPENDENZA’’ DI CASTAGNA, DALLA VOGLIA DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONQUISTARE MILANO E TRIESTE E DALLE MIRE DI SALVINI E MELONI DI “AVERE UNA BANCA”…

DAGOREPORT – QUANTO ROSICA SALVINI! ERA L'UNICO CHE  CELEBRAVA TRUMP, MENTRE LA DUCETTA FACEVA LA SMORFIOSA CON BIDEN, ED ORA È COSTRETTO A SUBIRE IL CAMALEONTISMO SENZA LIMITISMO DELLA MELONA CHE SI SCAPICOLLA A PARIGI A BACIARE IL CIUFFO TRUMPIANO - IL “CAPITONE” È PURE INCAZZATO CON IL DEPUTATO LEGHISTA ANTONIO ANGELUCCI, CHE SUI SUOI GIORNALI HA SUONATO LA GRANCASSA ALLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' – L’INSISTENZA DELLA DUCETTA CON MUSK E MACRON PER ESSERE INVITATA A PARIGI E L’ILLUSIONE DELLA PREMIER DI FRONTE A TRUMP: NON SA, LA “TAP(P)INA” CHE IL TYCOON SE NE FOTTE DI TUTTI, E SPERARE DI AVERE CON LUI UN RAPPORTO DI FIDUCIA, SENZA ALIENARSI GLI ATTUALI ALLEATI EUROPEI, È UNA MERA ILLUSIONE…