abigail disney manager

PAPERON DE’ ME COJONI - SCAZZI PESANTI ALLA DISNEY, DOVE LA EREDE DI WALT HA ATTACCATO I MANAGER COLPEVOLI DI AVER LASCIATO A CASA 32 MILA LAVORATORI: “HANNO L’AVARO SCROOGE COME MODELLO, PASSANO IL TEMPO A CONTARE I QUATTRINI, DEVONO METTERE LA GENTE PRIMA DEL PROFITTO OPPURE LA MAGIA FINIRÀ” - A INIZIO 2020 FECE CACCIARE BOB IGER, CHE PRENDEVA 65,6 MILIONI DI DOLLARI, 1.424 VOLTE IL SALARIO DI UN DIPENDENTE

Da www.corriere.it

 

abigail disney, erede di walt

Visto da vicino, il regno di Fantasia è meno idilliaco di quanto sembri. La crisi economica indotta dalla pandemia da Covid-19 è arrivata anche alle periferie del reame incantato di Topolino, Pippo e Paperino. Tanto che il colosso dell’entertainment, guidato dallo scorso febbraio dal Ceo Robert Chapek, ha deciso di lasciare a casa definitivamente 32 mila dipendenti, gran parte dei quali impiegati negli store e nei parchi di divertimento, divenuti con il Covid poco più che scatole vuote.

 

abigail disney

I licenziamenti e la rabbia dell’erede di Walt Disney

I licenziamenti sono arrivati dopo la decisione della scorsa primavera di sospendere gli stipendi a oltre centomila impiegati del gigante. E sono il segno tangibile del nuovo corso degli affari di Topolino e Paperino, che ormai punta a fare concorrenza a Netflix nella tv via streaming, come testimonia il lancio di Disney Plus, in tutto il mondo (Italia compresa).

 

ebenezer scrooge

Inutile dire che la mossa non è piaciuta a Abigail Disney, la battagliera erede e nipote del fondatore Walt, che ha un conto aperto da più di un quindicennio con i manager Disney, paragonati né più né meno, al cinico Scrooge, l’avaro per eccellenza del Canto di Natale di Charles Dickens, che non a caso ha ispirato lo zio e Carl Barks nel creare il personaggio di Zio Paperone («Uncle Scrooge» in inglese).

 

«Ebenezer Scrooge è il modello di riferimento dei nuovi ceo, che passano il tempo a contare e ricontare i propri quattrini, preoccupandosi solo di come fare a moltiplicarli. E intanto i lavoratori chiedono inutilmente case, cibo e assistenza sanitaria. Due mondi lontanissimi, ma come osano?».

 

paperon de paperoni

La guerra di Abigail

Oltre agli attacchi su Twitter, Abigail Disney ha rincarato la dose nei giorni scorsi in un’intervista a una radio californiana: «Dovete mettere la gente che lavora prima del profitto, oppure la magia prima o poi finirà… Com’è possibile che, mentre i manager si arricchiscono, lavoratori che guadagnano 15 dollari l’ora (lordi) non avranno più i soldi per mangiare e per una casa?».

 

Sembra quasi di sentirla la risposta dei manager: «È l’economia, bellezza». Che in America non fa sconti a nessuno. Ma Abigail non ci sta. E non è la prima volta.

 

michael eisner

Abigail conserva il 3% delle azioni del colosso che nel 1937 cambiò la storia del cinema d’animazione con «Biancaneve e i Sette Nani», un capolavoro immortale che non sfigura neanche ai giorni nostri. Ai valori attuali, le azioni controllate dalla 60enne, produttrice cinematografica a sua volta e generosa filantropa, valgono qualche miliardo di dollari, visto che la Walt Disney Company ha una capitalizzazione di mercato superiore a 300 miliardi.

 

bob iger

Ma Abigail non siede nel Cda della compagnia. Preferisce lanciare i suoi strali da lontano, fuori dalla sala dei bottoni. Non che le sue battaglie siano meno efficaci, visto che già nel 2005 le sue «campagne di sensibilizzazione» contribuirono alla defenestrazione del vecchio boss di Disney, Michael Eisner.

 

E il suo zampino c’è anche nell’addio, a inizio 2020, di Bob Iger, il grande sostenitore del nuovo presidente Usa, Joe Biden, che non nasconde le mire politiche dopo la lunga (e ben remunerata) carriera imprenditoriale. Abigail aveva definito «folle» il compenso dell’ex amministratore delegato: 65,6 milioni di dollari nel 2018, 1.424 volte il salario mediano di un dipendente Disney. Oggi, sono cambiati volti e nomi, ma non l'andazzo generale.

 

soul

Disney, più streaming, meno cinema (e Disneyland)

In verità, dietro ai tagli di migliaia di persone tra i dipendenti di negozi e parchi di divertimento c'è la realtà di un business nuovo di zecca. Disney, dopo le acquisizioni di Marvel, Pixar, Star Wars, è diventato un gigante della produzione di cinema e tv.

 

Il lancio di Disney Plus nella prima metà del 2020 testimonia il cambio di pelle: nel futuro di Topolino c'è Netflix, non Disneyland. E non caso il nuovo film della Pixar, Soul, è uscito in «prima visione» (come si diceva una volta) sulla nuova piattaforma streaming, il giorno di Natale.

 

la erede di walt disney

Abigail, che è sposata e ha quattro figli, non vuole però arrendersi ai tempi che corrono. E nelle sue invettive parla di una «grande famiglia» che si sta dissolvendo: «Disney non può durare a lungo con queste decisioni – ha sostenuto – Com’è possibile che stipendi, bonus e incentivi dei manager siano tornati ai livelli pre-Covid, mentre i dipendenti di livello più basso vengono mandati a casa in massa? Com’è possibile che il consiglio di amministrazione pensi solo al profitto e non alle persone della grande famiglia Disney?». Abigail è pronta per la nuova battaglia: restituire un po' di fantasia al reame dei talleri e dobloni.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…