john elkann carlos tavares peugeot fca fiat psa

IL PEUGEOT DEVE ANCORA VENIRE - FCA E PSA ASSICURANO CHE NESSUN STABILIMENTO SARÀ CHIUSO, MA NON CI SONO GARANZIE E I DIPENDENTI ITALIANI, GUARDA UN PO’, SONO QUELLI PIÙ A RISCHIO - GLI STABILIMENTI DELLO STIVALE HANNO UNA SOVRACAPACITÀ  CRONICA E RICORRONO ALLA CASSA INTEGRAZIONE - TAVARES INVECE HA GIÀ SEMPLIFICATO LE LINEE E VUOLE PIÙ PRODUZIONE IN FRANCIA, AIUTATO DAL GOVERNO FRANCESE (CHE È AZIONISTA)

Gianluca Baldini per “la Verità”

 

Con il matrimonio tra Fca e Psa alle porte, ora il tema che più preoccupa i lavoratori è quello occupazionale. Ieri il premier Giuseppe Conte ha detto che si tratta di una «un' operazione di mercato, non posso giudicare l' accordo ma quello che preme al governo è che sia assicurato il livello di produzione e quello di occupazione in Italia e quindi la continuità aziendale».

 

mike manley john elkann

Dal canto suo, il ministro francese dell' Economia, Bruno Le Maire, ha fatto sapere di accogliere «favorevolmente» il progetto di fusione tra Psa e Fca, ma lo Stato francese, azionista di Psa al 12%, resterà «particolarmente vigile» sulla tutela dell' apparato industriale in Francia, ha spiegato in una nota diffusa dal ministero francese.

 

I TIMORI DEI DIPENDENTI

john elkann

Tra gli obiettivi del nuovo colosso automobilistico, spiegano da Fca e Psa, ci sarebbe l' intenzione di dare il via a «sinergie annuali a breve termine stimate in circa 3,7 miliardi di euro, senza chiusure di stabilimenti». Non chiudere gli stabilimenti, però, non è per forza garanzia di occupazione. Il timore dei lavoratori è infatti che il numero di stabilimenti resti inalterato, ma non il numero di posti di lavoro. La paura maggiore, poi, è che i tagli a livello occupazionale finiscano per essere attuati più in Italia che non in Francia, Paese dove storicamente il governo, che è anche socio di Psa, è sempre attento a non perdere posti di lavoro.

psa group 1

 

Al momento il Lingotto ha nove impianti sparsi sul territorio europeo che si occupano di produrre automobili (a questi si devono aggiungere molti altri stabilimenti che producono componentistica). Psa, che ha di recente comprato la tedesca Opel, conta invece su 14 siti produttivi da cui escono macchine.

 

john elkann presidente del gruppo fca

Le due aziende coinvolte nel sodalizio hanno fabbriche gestite in maniera diametralmente opposta. Fca è un gruppo che semmai soffre di sovracapacità produttiva cronica, soprattutto negli stabilimenti italiani, dove il ricorso alla cassa integrazione non è più un provvedimento straordinario ma, con il tempo, sempre più abituale. Lo stabilimento di Mirafiori, per fare un esempio, lavora a metà della sua capacità. Per intendersi, un buon impianto lavora ad almeno l' 80%.

 

carlos tavares 1

Gli ingredienti, dunque, perché la Francia si tenga i suoi posti di lavoro a scapito dell' Italia, ci sono tutti. Inoltre, l' ad del gruppo Psa, Carlos Tavares - l' uomo che guiderà il nuovo colosso italofrancese - ha rimesso in sesto Psa nel 2014 e Opel nel 2017 tagliando i costi (e le teste), semplificando le linee produttive e facendo salire i prezzi in listino. Perciò la sua «ricetta» per risanare le aziende è ben nota.

carlos tavares 3

 

fca melfi 2

A questo si aggiunga che Psa ha già annunciato l' intenzione di portare il tasso di utilizzo delle sue fabbriche entro il 2022 all' 85%, attraverso il rimpatrio di modelli costruiti altrove o da altre case automobilistiche partner. Anche in questo caso, più produzione in Francia e meno all' estero Il problema, dunque, è tutto di natura politica. La Francia, come azionista di Psa, avrà tutto l' interesse a spingere perché venga garantita il più possibile l' occupazione entro i confini transalpini e tutto questo potrebbe avere importanti ripercussioni sull' occupazione degli stabilimenti italiani e non solo di Fca.

carlos tavares 2

 

fca melfi 7

«È ancora presto per capire cosa succederà sul piano occupazionale. Il nostro vantaggio», spiega alla Verità un portavoce della Federazione italiana metalmeccanici Fim Cisl, «è che le fabbriche Fca sono state rinnovate tutte più di recente rispetto a quelle Psa». Un' arma a doppio taglio, spesso gli stabilimenti più moderni sono anche quelli che vanno avanti con il minor numero possibile di dipendenti.

GIANNI AGNELLI A MIRAFIORI carlos tavares psa 1

 

«È probabile però che ci saranno problemi sul piano occupazionale per le aziende del gruppo Fca che non si occupano strettamente di automotive come ad esempio Comau», che produce impianti di automazione industriale.

 

carlos tavares 5

«In quel caso bisogna capire come intendano muoversi i due gruppi in questione. La soluzione al problema può essere solo di natura politica. Il punto è che mentre il governo francese è già al lavoro per evitare che ci siano ripercussioni sul piano occupazione, in Italia le istituzioni non si sono ancora mosse davvero».

 

EVITARE I DOPPIONI

john elkann

Un altro esperto contattato dalla Verità, Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor, istituto di ricerca indipendente sull' economia del settore automotive e professore all' Università di Bologna, spiega che «l' unico modo per evitare problemi sul piano occupazionale è quello di lavorare a modelli che non siano sovrapponibili». Alla base del sodalizio tra Fca e Psa c' è «l' utilizzo di piattaforme comuni. Quello è il segreto: utilizzare la stessa piattaforma per produrre modelli il più possibile diversi e che non si facciano concorrenza tra loro».

fca melfi

 

La verità è che, per salvare il posto dei dipendenti Fca, serve che il governo faccia «muro contro muro» con l' esecutivo francese. Se non si fa nulla e Parigi avrà la meglio, per il mercato del lavoro italiano saranno guai.

GIANLUIGI GABETTI JOHN ELKANNfca melfi 4fca melfi 5fca melfi 6carlos tavares 4carlos tavares psa 2carlos tavares psa 3carlos tavarescarlos tavares psa 1carlos tavares 3carlos tavares psafca melfi 3carte di credito fcacarte di credito fca con i marchi del gruppofca melfi 1

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”