LA PIETRA NERA DEL CAIRO – URBANETTO VINCE IL PRIMO ROUND DELLA BATTAGLIA LEGALE CON “BLACKSTONE” SULLA SEDE DI VIA SOLFERINO: IL CASO SI DECIDERÀ IN ITALIA CON L’ARBITRATO APERTO A MILANO – MA SE L’ESITO NON SODDISFERÀ IL FONDO AMERICANO NON È ESCLUSO UN RITORNO NEGLI STATI UNITI – LA SVENDITA DELLA SEDE STORICA DEL CORRIERE E IL DEBITO DA RIMBORSARE: COME SI È ARRIVATI A QUESTO PUNTO?

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Simone Filippetti e Marco Valsania per “il Sole 24 Ore”

 

sede del corriere della sera in via solferino a milano 1 sede del corriere della sera in via solferino a milano 1

La guerra legale tra Urbano Cairo, il proprietario del Corriere della Sera (nonché della tv La7 e patron del Torino calcio), e il colosso americano Blackstone, vede una prima battaglia a favore del magnate dei media italiano: il braccio di ferro da 300 milioni di dollari, per la vendita agli americani della storica sede del gruppo Rcs in Via Solferino a Milano e ora contestata da Cairo, si disputerà in Italia. Il giudice della sezione civile della Supreme Court dello Stato di New York, Salian Scarpulla, ha "congelato" il caso al tribunale di Manhattan, per lasciare invece campo libero all' arbitrato aperto a Milano.

 

FONDO BLACKSTONE FONDO BLACKSTONE

Nella stanza 208 del Tribunale di City Hall, il giudice ha motivato al legale di Blackstone, Aaron Marks, che l' operazione è stata «tutta italiana, avvenuta in Italia e governata da leggi italiane». Scarpulla tuttavia ha teoricamente lasciata aperta la possibilità di un ritorno a New York se dopo Milano le parti avranno ulteriori rivendicazioni.

URBANO CAIRO URBANO CAIRO

 

«Siamo molto soddisfatti della attenta decisione del giudice» ha commentato a caldo Michael Carlinsky, legale della casa editrice. Tutto nasce nel 2013: Rcs è in forte difficoltà, gravata da mezzo miliardo di debiti. Deve vendere pezzi del suo impero per fare cassa ed evitare il default: prima cede 14 riviste sfoltendo i costi; e poi sacrifica il gioiello di famiglia: la storica sede di Via Solferino.

 

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A gestire il tutto è Banca Imi, parte del gruppo Intesa Sanpaolo, una delle banche che ha finanziato per 600 milioni un mega piano di risanamento di Rcs. Si presentano in 16 per l' immobile, ma alla fine la spunta Blackstone che prima mette sul piatto 108 milioni e poi alza l' offerta a 120. Per Rcs, che vende e poi rientra come affittuario, quella di Blackstone è l' offerta «più attraente» e «in linea» col mercato di allora, quando l' immobiliare di Milano era in piena crisi.

urbano cairo silvio berlusconi urbano cairo silvio berlusconi

 

Allora la casa editrice era di proprietà del salotto buono della finanza e imprenditoria italiana (Fiat, Mediobanca, Pirelli, Intesa , Diego Della Valle, i Merloni e lo stesso Cairo ma come socio di minoranza inascoltato). La scorsa estate, proprio Cairo ha contestato la vendita e ne ha chiesto l' annullamento proprio quando gli americani erano sul punto di rivendere l' immobile ad Allianz.

 

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E ora dagli Usa chiedono i danni; non meno di 300 milioni di dollari. Il potente editore italiano, ispirato dal super avvocato d' affari Sergio Erede, reclama che Via Solferino sarebbe stata svenduta sotto la spada di damocle del debito da rimborsare. Blackstone avrebbe dunque approfittato del dissesto in cui versava allora la casa editrice del Corriere della Gazzetta dello Sport.

 

panorama copertina su urbano cairo panorama copertina su urbano cairo

Il mega fondo americano, affiancato dallo studio Gatti Pavesi Bianchi e Giuseppe Iannaccone, ricorda, però, che la vendita è arrivata dopo una lunga procedura con tanto di due diligence: a dire il vero Cairo, che in Rcs era entrato pochi mesi prima con una quota del 2,8%, aveva scritto all' epoca una lettera al cda di Rcs in cui sollevava dubbi, ma la vendita fu approvata lo stesso. Per i cinque anni successivi, nessuna reazione da Rcs e Blackstone contesta proprio il silenzio di Cairo, che si sarebbe ricordato dell' operazione proprio quando gli americani stanno per rivendere, mandando a monte un incasso di 250 milioni di euro. Un tempismo sospetto, accusano; ma Cairo può vantare di aver fin da subito mosso rilievi sulla vendita.

 

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Ora sarà un arbitro italiano a decidere, ma appare scontato che se l' esito non soddisferà Blackstone ci sarà un ritorno a New York. «Perseguiremo le nostre richieste fino alla fine, a New York o in Italia. Abbiamo fiducia nella nostra posizione legale e non abbiano intenzione di patteggiare», hanno fatto sapere i legali della società.

 

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Nel frattempo le cose sono cambiate: Rcs ha abbandonato una parte dell' immobile, su cui Blackstone ha speso 17 milioni di ristrutturazioni e ha trovato nuovi inquilini (Ubi Banca, il marchio del lusso Loro Piana e Cdp) a cui affittare gli spazi lasciati vuoti. Nel fondo parlano apertamente di una "estorsione". Il dietrofront di Cairo, paventano dagli uffici europei di Londra (cui fa capo l' investimento italiano), avrebbe un effetto catastrofico su tutto il sistema paese, bollando l' Italia come inaffidabile e farebbe scappare gli investitori stranieri.

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