opella sanofi doliprane emmanuel macron barnier

LA PRESA DELLA PASTIGLIA – L'AZIENDA FARMACEUTICA FRANCESE OPELLA, FILIALE DEL COLOSSO SANOFI CHE PRODUCE IL DOLIPRANE (L’EQUIVALENTE DELLA TACHIPIRINA), HA VENDUTO PER 16 MILIARDI IL 50% AL FONDO AMERICANO CD&R – UNA DECISIONE CHE HA SCATENATO POLEMICHE POLITCHE, CON LA MINACCIA DEL GOVERNO BARNIER DI USARE IL GOLDEN POWER PER MANTENERE SOTTO LA BANDIERA FRANCESE LA PRODUZIONE DEL FARMACO PIÙ VENDUTO NEL PAESE – ALLA FINE LO STATO FRANCESE ENTRA IN OPELLA CON IL 2% E HA OTTENUTO GARANZIE SUGLI INVESTIMENTI AMERICANI…

1. PARACETAMOLO DI STATO PARIGI USA IL GOLDEN POWER PER TENERSI IL DOLIPRANE

Estratto dell’articolo di Anais Ginori per "la Repubblica"

 

Doliprane - Sanofi

Il governo francese minaccia l’uso del golden power con l’obiettivo di entrare nel capitale di Opella, la filiale di Sanofi che produce il Doliprane, l’equivalente della Tachipirina. Il gruppo Sanofi aveva annunciato qualche giorno fa le trattative per cedere Opella al fondo americano Cd&R. Una notizia che ha acceso la febbre sovranista in un settore considerato strategico, in particolare dopo la pandemia.

 

L’idea che la produzione di un farmaco essenziale non sia più sotto bandiera francese è stata subito denunciata dalle opposizioni che hanno chiesto all’esecutivo di Michel Barnier di bloccare la vendita di Opella. […]

 

emmanuel macron Michel Barnier - foto lapresse

Ma proprio il ricordo di carenze di paracetamolo durante il Covid e il fatto che Doliprane sia un brand storico e molto amato dalle famiglie francesi, ha convinto il governo a correre ai ripari. E minacciare di bloccare la vendita usando la golden rule. […]

 

Alla fine Sanofi ha quindi confermato ufficialmente di aver avviato trattative esclusive con il fondo statunitense cedendo una quota del 50% della sua filiale Opella, per un prezzo di 16 miliardi di euro. Ma intanto lo Stato francese tramite Bpi (Banque publique investissement), braccio operativo per le partecipazioni statali, prenderà una quota del 2%, mentre Sanofi manterrà una partecipazione del 48% nella sua filiale Opella.

 

vaccino francese sanofi

«Doliprane continuerà a essere prodotto in Francia», assicura il ministro dell’Economia francese Antoine Armand. «Il governo francese acquisirà una partecipazione in Opella attraverso Bpi per garantire il suo pieno coinvolgimento nel futuro della società», ha precisato, aggiungendo di aver ottenuto garanzie su mantenimento in Francia degli stabilimenti produttivi, dei centri di ricerca e sviluppo e dei posti di lavoro. «Ci saranno sanzioni immediate e molto significative in caso di mancato rispetto delle garanzie», prosegue Armand.

 

Doliprane - Sanofi

L’accordo siglato negli ultimi giorni tra Bpi, Sanofi e il fondo americano Cd&R non ha precedenti in Francia e segna un nuovo tipo di intervento pubblico su un’azienda che finora era completamente privata.

 

Nell’intesa, ha dettagliato il governo, è previsto un posto nel board di Opella con diritto di voto per il rappresentante di Bpi e vengono menzionate pesanti sanzioni finanziarie, fino a 100 milioni di euro per alcune garanzie. Sempre nell’accordo, Sanofi e il fondo americano s’impegnano a una produzione di 250 milioni di scatole di Doliprane l’anno, Un modo per rassicurare il mercato francese.

 

2. SANOFI VENDE PER 16 MILIARDI IL TESORO DEGLI ANTIDOLORIFICI, LO STATO DIVENTA SOCIO CON IL 2%

Estratto dell’articolo di Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"

 

Doliprane - Sanofi

Dopo giorni di polemiche e di allarmi sulla inesorabile de-industrializzazione del Paese, e dopo avere ottenuto «garanzie estremamente forti», il governo francese ha dato via libera a un’operazione che riguarda il Doliprane, ovvero il farmaco a base di paracetamolo (equivalente all’italiana Tachipirina) che è il più venduto in Francia.

 

Il gruppo farmaceutico Sanofi ha ufficializzato la decisione di vendere il 50 per cento della sua filiale Opella, che produce l’analgesico, al fondo di investimento americano CD&R. La valutazione di Opella si aggira attorno ai 16 miliardi di euro […]

 

Michel Barnier

Parigi ha acconsentito alla vendita a condizione che Bpifrance, la banca d’investimento statale francese, entrasse nel capitale della società con un investimento tra i 100 e i 150 milioni di euro, pari a circa il 2 per cento del totale. Sanofi dovrebbe rimanere azionista con una quota di circa il 48%, per il momento.

 

[…] Il fondo americano CD&R ha preso l’impegno di investire in Francia 70 milioni di euro in 5 anni. In caso di blocco della produzione sono previste sanzioni «fino a 40 milioni di euro», e «100.000 euro per ogni posto di lavoro eliminato con licenziamenti forzati», e una penale fino a 100 milioni in caso di mancato «mantenimento delle forniture di Opella da parte di fornitori e subappaltatori francesi». […]

Michel Barnierla casa farmaceutica francese sanofi

Doliprane - Sanofi

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)