QUANTE ROTTURE DI PALLE PER LE AZIENDE PUBBLICHE PER COLPA DI PUTIN - L'EFFETTO GUERRA STA AVENDO PESANTI RIPERCUSSIONI SUI GRUPPI CONTROLLATI DAL TESORO E DA CASSA DEPOSITI E PRESTITI: C'È LA GRANA DEL CONTO IN RUBLI PER ENI, GLI ACQUISTI SFUMATI DI ENEL DOPO CHE È INIZIATO IL CONFLITTO IN UCRAINA, I PROGETTI CONGELATI DI SAIPEM, LE OPPORTUNITÀ MANCATE DI LEONARDO...

-

Condividi questo articolo


Carlotta Scozzari per “Affari & Finanza - la Repubblica

 

claudio descalzi claudio descalzi

Sul pagamento del gas in rubli, «l'Eni è stata molto trasparente rispetto a tantissime società europee che avevano già aperto i conti» in valuta russa senza dirlo. Con queste parole, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha indirettamente confermato quanto già sostenuto dal gruppo petrolifero partecipato al 26% da Cdp e al 4,4% dal Tesoro. E cioè che la decisione di aprire un secondo conto in rubli per il gas acquistato da Mosca era stata condivisa «con le istituzioni italiane».

 

claudio descalzi 3 claudio descalzi 3

A ben vedere, la vicenda di Eni racconta solo una delle tante difficoltà incontrate dalle aziende pubbliche o partecipate statali che a diverso titolo operano in Russia. Il gruppo dell'energia Enel, per esempio, ha pagato a caro prezzo la decisione del Paese di Vladimir Putin di aprire il fuoco in Ucraina: il conflitto ha fatto sfumare la vendita delle tre centrali elettriche a gas e dei due impianti eolici russi a cui stava lavorando all'inizio del 2022.

 

ENEL STARACE ENEL STARACE

Non bastasse, come evidenziato anche dal Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), la partecipazione dell'ad Francesco Starace alla videoconferenza con Putin di fine gennaio, quando già tirava qualche vento di guerra, ha incrinato i rapporti con Draghi, il quale aveva domandato ai manager pubblici di boicottare l'evento.

 

Così, da una parte, Starace ha ribadito l'intenzione di uscire dalla Russia. Dall'altro lato, il gruppo partecipato dal ministero dell'Economia al 23,6% ha messo in piedi una «task force - spiega l'ultima trimestrale - per monitorare l'evoluzione dell'attuale situazione e gestire potenzialmente i rischi».

 

Nel frattempo, Enel sta per acquistare da Erg (entro settembre e Antitrust permettendo), per 188 milioni, la società Erg Power, proprietaria dell'impianto termoelettrico che fornisce energia alla raffineria Isab di Priolo della russa Lukoil. Tuttavia, l'embargo europeo sul petrolio di Mosca potrebbe avere ripercussioni pesanti sul business di Isab e, a cascata, su quello di Erg Power.

 

saipem 5 saipem 5

Tra i progetti russi a cui lavora Saipem c'è la raffineria di Gazpromneft, Moscow Refinery. Mentre per conto del gruppo locale Novatek la società, per il 43% in mano a Eni e Cdp, è impegnata in due operazioni legate all'impianto per il gas naturale liquefatto, Arctic Lng 2.

 

Se si considera che il direttore generale, Alessandro Puliti, ha annunciato l'interruzione delle attività in Russia «nel quadro sanzionatorio», si può immaginare che Saipem sia uscita o stia uscendo dal Paese.

 

saipem saipem

Poi c'è Leonardo, che nell'ultima trimestrale sottolinea che «il processo di integrazione e realizzazione di una Difesa e sicurezza europea e l'incremento della spesa per la difesa stanno creando opportunità per le aziende del settore».

 

Intanto, però, l'azienda partecipata al 30,2% dal Tesoro ha subito il congelamento di beni per 150 milioni della Superjet International, società in comune con la russa Sukhoi.

 

In generale, il bilancio del 2021 della Cassa depositi e prestiti aiuta a mettere a fuoco i possibili impatti del conflitto ucraino sulle aziende in portafoglio.

 

sace sace

Oltre a Eni e Saipem, si parla di Snam, che «non è attiva» a Mosca ma partecipa a «società con esposizione verso forniture tramite contratti pluriennali per il trasporto del gas russo». O di Ansaldo energia, che opera nel Paese con una propria controllata. Soprattutto, però, Cdp menziona i casi di Sace e Simest, la prima appena tornata sotto il cappello del Tesoro e la seconda rimasta invece nel perimetro della Cassa.

 

In merito a Sace, che assicura crediti e fornisce garanzie, Cdp fa sapere che, «in uno scenario di blocco Swift (circuito di pagamenti) complessivo, l'impossibilità di ricevere flussi dalla Russia comporterebbe escussioni delle esposizioni erogate in Russia.

 

LOGO SACE SIMEST LOGO SACE SIMEST

Tali escussioni - precisa sempre la Cassa - non avverrebbero tutte immediatamente, ma presumibilmente su un orizzonte temporale esteso, con una stimata maggiore incidenza fino al 2024». Un anno fa, l'allora ad Pierfrancesco Latini aveva dichiarato che il portafoglio di operazioni di Sace in Russia valeva 3,2 miliardi.

 

A dicembre poi l'azienda pubblica ha partecipato alla garanzia da 2,6 miliardi di dollari per il progetto Amur Gas Chemical Complex di Gazprom. Data la situazione, è verosimile che la neo ad di Sace, Alessandra Ricci, stia analizzando l'esposizione russa, con la possibilità di operare svalutazioni.

 

E se Sace è ormai un problema del Tesoro, l'andamento di Simest riguarda ancora da vicino Cdp. La società che sostiene le aziende italiane oltre confine con finanziamenti e capitale, particolarmente cara al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, nel bilancio puntualizza di non avere attività produttive in Russia e Ucraina.

 

Ma segnala, nel contempo, di possedere «sei partecipazioni in Russia per un valore di 6,6 milioni, con garanzie bancarie per circa 1,5 milioni»: un «possibile impatto marginale ulteriormente mitigato dalla presenza del partner italiano», cui spetta il «subentro nelle obbligazioni delle società».

 

Tra queste joint venture di Simest, si segnalano quella autostradale Aie Rus, in condivisione con Anas International (Ferrovie dello Stato), e quella nel settore metallurgico Maccaferri Gabions Cis, accanto al partner in concordato preventivo Officine Maccaferri.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…