flavio cattaneo paolo scaroni enel

QUANTO SARA’ “PATRIOTA” L'ENEL TARGATA CATTANEO? – LA PIROETTA DEL NUOVO AD SULL’IMPIANTO DI PANNELLI FOTOVOLTAICI CHE SORGERA’ NEGLI STATI UNITI: IL MANAGER SI ERA DETTO CONTRARIO (“SI DOVREBBE PRODURRE IN ITALIA E NON ALTROVE”) MA INTANTO IL PROGETTO DEL SITO IERI È STATO PRESENTATO. È PROBABILE CHE ENEL CEDA IL 70-80% DELLE QUOTE UNA VOLTA AVVIATO L'IMPIANTO – MENTRE SCARONI, CON UN'INTERVISTONA A “REPUBBLICA”, TENTA DI ALLONTANARE DA SÉ L’IMMAGINE DI AMICO DELLA RUSSIA E LANCIA UNA STILETTATA ALLA NATO…

Estratto dell'articolo di Marco Dell'Aguzzo per www.startmag.it

 

flavio cattaneo 5

Ieri Enel North America, la divisione statunitense del gruppo romano, ha annunciato il sito dove sorgerà la grande fabbrica di celle e pannelli fotovoltaici annunciata mesi fa: a Tulsa Ports, un’area portuale nei pressi della città di Tulsa, nello stato dell’Oklahoma.

 

L’impianto richiederà un investimento di circa 1 miliardo di dollari e aprirà nel 2025; vi verranno realizzati dispositivi solari bifacciali (più efficienti di quelli tradizionali), come quelli dello stabilimento a Catania, per una capacità produttiva iniziale di 3 gigawatt all’anno.

 

[…]

 

La stessa conferma del progetto è in un certo senso una notizia, perché il nuovo amministratore delegato di Enel, Flavio Cattaneo, aveva criticato l’investimento negli Stati Uniti: “E’ un approccio che non condivido”, aveva dichiarato al Foglio mesi fa quando non era stato indicato al governo ai vertici dell’Enel, perché “se si vuole salvaguardare l’interesse nazionale, si dovrebbe produrre in Italia e non altrove”.

 

enel

La fabbrica invece si farà, anche perché il mercato nordamericano era considerato il più interessante per gli investitori internazionali di Enel, ma seguendo un processo diverso da quello dell’amministrazione di Francesco Starace.

 

Come spiega Il Sole 24 Ore, i piani originali prevedevano che la maggioranza del capitale del progetto, una volta sviluppato, venisse ceduta ai privati per ridurre il peso dell’investimento: è peraltro così anche con la fabbrica di Catania, il cui 50 per cento andrà alla società d’investimento NextEnergy Capital. Pare però che adesso Enel – secondo il quotidiano di Confindustria – abbia intenzione di cedere al mercato una quota più grande di quella pensata in origine per lo stabilimento in Oklahoma, forse anche del 70-80 per cento.

flavio cattaneo 2

 

Insomma: l’amministrazione Cattaneo sembra sì voler mantenere una presenza all’estero, ma ridimensionandola per concentrare le risorse sull’Italia.

 

LE PAROLE DI SCARONI SULLA RUSSIA

In un’intervista a Repubblica, il presidente di Enel Paolo Scaroni (qui tutti i dettagli sul nuovo consiglio di amministrazione) ha cercato di allontanare da sé l’immagine di amico della Russia durante il periodo come amministratore delegato di Eni, dal 2005 al 2014.

 

scaroni

“Se vuole sapere se ero amico di Putin, le rispondo di no”, dichiara al giornalista di Repubblica. “E nemmeno di Miller”, ovvero Aleksej Miller, amministratore delegato della compagnia gasifera statale russa Gazprom. “Erano partner commerciali dell’Italia come lo erano di tutti i principali paesi europei. Pensavo che fossero fornitori affidabili, come lo pensava Angela Merkel e il cancelliere austriaco”.

 

Di conseguenza, Scaroni ha difeso il rinnovo dei contratti di fornitura tra Eni e Gazprom, che hanno nel tempo portato l’Italia a sviluppare una pesante dipendenza dalla Russia per il gas naturale, con una quota del 40 per cento sul totale delle importazioni.

 

PAOLO SCARONI FLAVIO CATTANEO

“La Russia vende gas all’Europa, e all’Italia, dagli anni Sessanta”, ha detto. “Lo ho approvato [il rinnovo del contratto, ndr], perché era nell’interesse di Eni e perché l’ha condiviso il governo italiano”, cioè con tutti quelli che si sono succeduti durante il suo incarico all’Eni: sono stati guidati da Silvio Berlusconi, Romano Prodi, Mario Monti ed Enrico Letta.

 

[…]

 

SCARONI STUZZICA LA NATO?

Quando gli viene domandato come siano nati i primi affari sugli idrocarburi con la Russia, Scaroni parla di Enrico Mattei, il fondatore di Eni, che “negli anni ‘50, in piena Guerra fredda, sottoscrisse il primo contratto per l’acquisto di petrolio russo. Negli anni ‘60 cominciarono i primi progetti di esportazione di gas russo verso l’Europa. Fu possibile”, aggiunge il presidente dell’Enel, “perché c’era l’approvazione della NATO”.

PAOLO SCARONI ENEL

 

Ha detto anche che la Norvegia, membro della NATO, ha tratto vantaggio dall’aumento dei prezzi del gas in Europa, della quale è diventata una fornitrice molto rilevante a seguito del distacco dalla Russia.

 

Quanto agli Stati Uniti, che dell’alleanza atlantica sono di fatto il membro principale, Scaroni racconta che “li tenevo al corrente delle operazioni che facevamo in zone politicamente sensibili. Ogni due mesi andavamo a Washington […]. Il tema sensibile in quegli anni poi non era la Russia, ma l’Iran”. Dopo l’imposizione delle sanzioni americane su Teheran per il programma nucleare, nel 2006, “gli Stati Uniti ci invitano a interrompere i rapporti con Teheran. Noi li interrompiamo ma facciamo presente loro che dobbiamo recuperare tre miliardi di dollari per gli investimenti fatti nel paese”.

Paolo Scaroniflavio cattaneo 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…