LA RECESSIONE TEDESCA PRODUCE I SUOI EFFETTI ANCHE IN ITALIA: AD APRILE LA PRODUZIONE INDUSTRIALE CROLLA DEL 7,2% RISPETTO ALL’ANNO SCORSO. È IL DATO PEGGIORE DAL LOCKDOWN DEL 2020 E SI CONFERMA IL TREND NEGATIVO PER IL QUARTO MESE CONSECUTIVO – L’INDUSTRIA ITALIANA DIPENDE FORTEMENTE DA QUELLA TEDESCA: LA GERMANIA È IL PRIMO MERCATO DI INTERSCAMBIO PER IL NOSTRO PAESE. E I SEGNALI DA BERLINO NON SONO INCORAGGIANTI…

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Estratto dell’articolo di Luca Orlando per www.ilsole24ore.com

 

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La farmaceutica. Punto. Scorrendo l’elenco dei settori, nei dati di aprile è questo l’unico comparto in cui la produzione industriale cresce rispetto al mese precedente, solitaria eccezione che racconta già molto del mood complessivo della nostra industria.

 

Istat registra infatti per l’output il quarto calo mensile consecutivo, frenata dell’1,9% che riguarda ogni macro area: beni di consumo, intermedi e strumentali. L’energia per una volta migliora le medie e se si guarda alla sola manifattura il calo mensile sale al 2,1%.

 

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Frenata che diventa molto più robusta se il confronto è fatto su base annua, con una riduzione che sale al 7,2%, per trovare dati peggiori occorre tornare ai tempi del lockdown nel 2020.

 

In coda alla classifica, come accade da mesi, si trovano ancora una volta i settori più energivori (come capita anche in Germania), anche se la recente frenata dei prezzi del gas ha allentato la morsa nelle bollette. Legno e carta cedono su base annua oltre 17 punti, chimica e metallurgia quasi 11. Altrove va un poco meglio ma anche nel confronto annuo i casi di crescita sono limitati a mezzi di trasporto e farmaceutica.

 

[…] Segnali di rallentamento che iniziano a concretizzarsi anche dal lato delle esportazioni, come segnalato dalle rilevazioni extra-Ue di aprile, in calo del 5,1% dopo due anni di crescita continua. […] Frenata del resto non limitata all’Italia ma che coinvolge l’intero continente, come già aveva segnalato Eurostat nei dati di marzo, quando l’intera produzione Ue era calata del 3,6 rispetto al mese precedente.

 

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Osservata speciale continua ad essere la Germania, primo mercato di interscambio per il nostro paese, i cui risultati inevitabilmente si riverberano nelle filiere della nostra industria. Da Berlino, che gli ultimi dati di Pil indicano in recessione tecnica, i segnali non sono particolarmente confortanti.

 

Anche se il crollo dell’output di marzo è stato ridimensionato ad un calo del 2,1%, i dati di aprile indicano un recupero di appena tre decimali, al di sotto delle attese. Anche se rispetto all’anno precedente la produzione di auto risulta in crescita a doppia cifra, nelle rilevazioni mensili il contributo del settore è negativo per lo 0,8%, segnale non brillante per la nostra componentistica.

 

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[…] Ad aprile, dunque, l’Istat stima che l'indice destagionalizzato della produzione industriale sia diminuito dell'1,9% rispetto a marzo. L'indice complessivo corretto per gli effetti di calendario è invece diminuito in termini tendenziali del 7,2% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 18 contro i 19 di aprile 2022). «Nella media del periodo febbraio-aprile- spiega Istat - il livello della produzione è diminuito dell'1,3% rispetto ai tre mesi precedenti». Come detto, l'indice destagionalizzato mensile segna diminuzioni congiunturali in tutti i comparti, con variazioni negative per i beni intermedi (-2,6%), i beni strumentali (-2,1%), i beni di consumo (-0,4%) e l'energia (-0,3%). Flessioni tendenziali si evidenziano per i beni strumentali (-0,2%) per l'energia (-12,6%), i beni intermedi (-11,0%) e i beni di consumo (-7,3%).

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