ursula von der leyen giuseppe conte viktor orban

DAL RECOVERY FINIAMO DRITTI IN TERAPIA INTENSIVA – POLONIA E UNGHERIA RIBADISCONO IL VETO AL PACCHETTO CHE COMPRENDE BILANCIO E RECOVERY. ORBAN MINACCIA L’ITALIA: “I PAESI CON ALTI RAPPORTI DEBITO-PIL SI TROVERANNO IN GRANDI PASTICCI” – L’OBIETTIVO È SPACCARE I GOVERNI E SCORPORARE LE CONDIZIONALITÀ SULLO STATO DI DIRITTO. COSA A CUI SI OPPONGONO I FRUGALI (NON VEDEVANO L’ORA) CHE NON HANNO BISOGNO IMMEDIATO DEI MILIARDI DEL RECOVERY. A DIFFERENZA DELL’ITALIA..

1 – RECOVERY:POLONIA SCRIVE A UE PER RIBADIRE VETO

VIKTOR ORBAN MATEUSZ MORAWIECKI

(ANSA) - Il premier polacco, Mateusz Morawiecki, ha scritto una nuova lettera alla Commissione europea, in cui ribadisce le sue obiezioni sulla condizionalità sullo stato di diritto ed il veto sul pacchetto da 1800 miliardi, che comprende Bilancio Ue e Recovery. Si apprende a Bruxelles. Ieri in un incontro a Budapest con l'ungherese, Viktor Orban, i due leader hanno ribadito il loro no alla clausola, promettendosi sostegno reciproco. 

 

VIKTOR ORBAN GIUSEPPE CONTE

2 – RECOVERY:ORBAN,PAESI PIÙ INDEBITATI NE FARANNO LE SPESE

(ANSA) - "Quanti insistono nel legare le questioni finanziarie a quelle politiche porteranno alla rovina vari Stati membri", poiché "i Paesi Ue con alti rapporti debito-Pil si troveranno in grandi pasticci". Anche se "il Parlamento europeo ha convinto la presidenza tedesca a collegare la gestione della crisi alla politica", l'Ungheria "si atterrà alla posizione assunta nell'estate". Così il premier ungherese, Viktor Orban, su Kossuth radio, mentre a Bruxelles è in corso la riunione degli ambasciatori dell'Ue, che tra i punti all'ordine del giorno ha il veto di Polonia e Ungheria su Bilancio Ue e Recovery fund.

 

SANCHEZ CONTE RUTTE ALLA DISCUSSIONE SUL RECOVERY FUND

3 – BOCCIATI I TENTATIVI DI MEDIAZIONE: IL VIA LIBERA AL RECOVERY VA SLEGATO DALLO STATO DI DIRITTO

Marco Bresolin per "la Stampa"

 

Polonia e Ungheria non arretrano: chiedono «modifiche significative» al meccanismo che vincola i fondi Ue allo Stato di diritto e blindano la loro alleanza con un patto di ferro: «Nessuno dei due Paesi accetterà proposte sgradite all' altro». Per evitare ulteriori ritardi al bilancio settennale Ue e al Recovery Fund, gli altri governi dovranno dunque concedere qualcosa.

conte rutte merkel ursula

 

Altrimenti la situazione non si sbloccherà, l' Ue inizierà il 2021 in esercizio provvisorio e i fondi del Recovery resteranno ancora per un po' nel libro dei sogni dei paesi beneficiari. Italia su tutti. Con questo scenario, il vero rischio è che il patto di Budapest scateni divisioni tra gli altri governi Ue, tra chi è disposto ad andare incontro ai due per non perdere i fondi e chi invece vuole difendere la linea della fermezza.

viktor orban e giorgia meloni atreju 2019

 

Ieri il premier ungherese Viktor Orban ha ricevuto il polacco Mateusz Morawiecki per definire la linea negoziale. Al termine del vertice hanno pubblicato una dichiarazione congiunta con sei punti che ribadiscono la loro linea e rimandano al mittente le accuse di bloccare tutto: «La nostra posizione era chiara sin dall' inizio, la situazione attuale è stata creata da chi vuole un legame tra il bilancio Ue e lo Stato di diritto». E ancora: «L' esito dei negoziati con il Parlamento non riflette l' accordo di luglio»» perché il meccanismo rischia di trasformarsi in «uno strumento politico».

 

salvini orban

Per questo chiedono «modifiche significative» all' accordo raggiunto dal Consiglio Ue e dall' Europarlamento. In coda al documento c' è una una sorta di apertura ma alle loro condizioni. Orban e Morawiecki suggeriscono di separare i due dossier, in modo da far partire i fondi del bilancio Ue e del Recovery senza le condizionalità sullo Stato di diritto.

URSULA VON DER LEYEN

E, in parallelo, avviare una discussione per introdurre sì un nuovo meccanismo, ma solo «attraverso una riforma dei Trattati». Una decisione che richiede l' unanimità e che dunque garantisce ai due il potere di bloccarla.

 

L' idea di separare i due dossier potrebbe raccogliere qualche consenso in Consiglio, anche se non è facile. «Sarebbe una concessione ai due Paesi - sottolinea un diplomatico - ma consentirebbe di far partire subito il bilancio e il Recovery, risolvendo quello che oggi è il principale problema.

 

giuseppe conte e angela merkel a meseberg by osho

Lo strumento sullo Stato di diritto verrebbe congelato ora, ma potrebbe sempre essere inserito in un secondo momento attraverso un regolamento che richiede la maggioranza qualificata. Ungheria e Polonia non avrebbero il potere di bloccarlo». Il problema è che altri Paesi, i Frugali in primis, hanno già detto che il meccanismo attuale è «il minimo sindacale» e non hanno intenzione di piegarsi.

 

Anche perché, a differenza dell' Italia, non hanno bisogno di far partire al più presto il Recovery Fund, anzi. E anche sul bilancio un ritardo di qualche mese non sarebbe vissuto come un dramma: è vero che l' esercizio provvisorio cancellerebbe i "rebate", vale a dire gli sconti sulla quota contributiva di cui godono i Frugali e la Germania, ma si tratterebbe di una soluzione temporanea, non per l' intero settennato.

URSULA VON DER LEYEN E MARK RUTTE

 

Angela Merkel continua a guardare alla Corte di Giustizia come possibile via d' uscita. Ursula von der Leyen ha spedito a Budapest e Varsavia una lettera, invitandoli a rivolgersi alla Corte per sciogliere ogni dubbio. Ma l' offerta è caduta nel vuoto. Si trattava del primo passo del piano Merkel e l' epilogo era stato messo in conto.

 

Ora potrebbe arrivare il secondo passo: anche questo ruota attorno al ruolo della Corte Ue, ma si spinge un po' più in là. Il ricorso alla Corte verrebbe trasformato in un passaggio formale, altra cosa rispetto all' invito informale fatto da von der Leyen. In pratica, in attesa del verdetto dei giudici qualsiasi decisione sul congelamento dei fondi verrebbe messa in "stand by". Resta da capire se Ungheria e Polonia sono disposti ad accettare questa proposta, ma soprattutto se tutti i governi Ue (e il Parlamento) sono pronti a rimettere mano all' accordo.

GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO ANGELA MERKEL BY OSHOURSULA VON DER LEYEN BY EDOARDOBARALDI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…