andrea orcel carlo messina mario pedranzini carlo cimbri unicredit popolare sondrio popsondrio

RIPARTE IL GIOCO DELL’OPA! – ATTRAVERSO UNA BANCA D’AFFARI AMERICANA (GOLDMAN SACHS?) UNICREDIT SAREBBE INTERESSATA A RILEVARE IL 10% DELLA POPOLARE DI SONDRIO, L’ULTIMO GRANDE ISTITUTO POPOLARE ITALIANO RIMASTO INDIPENDENTE E FINORA SEMPRE DATO VICINO ALL’AZIONISTA UNIPOL (20%) - ANDRE ORCEL SMENTISCE MA A MILANO SI RUMOREGGIA GIÀ DI OPA PARZIALE O TOTALITARIA NEI PRIMI GIORNI DI FEBBRAIO - SCONTRARSI CON L'UNIPOL DI CIMBRI VUOL DIRE APRIRE UNO SCENARIO DI GUERRA CON BANCA INTESA DI CARLO MESSINA…

Laura Galvagni per “il Sole 24 Ore” – Estratto 

MARIO ALBERTO PEDRANZINI

 

Il controllo della Banca Popolare di Sondrio è sul tavolo di almeno una grande banca d’affari americana che, secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, si è mossa per costruire una posizione di un certo peso nel capitale del gruppo valtellinese. Il pacchetto di titoli in allestimento è del 10%. 

 

L’operazione sarebbe nata per favorire l’eventuale ascesa di un’altra grande banca, italiana. A tal proposito, le tracce porterebbero verso UniCredit. L’istituto, contattato in merito, ha risposto con un «no comment, nessun commento».

 

Andrea Orcel

Come è noto, del resto, Popolare di Sondrio ha già un socio di riferimento importante con il quale ha stretto da tempo anche un accordo di bancassurance. Si tratta del gruppo Unipol che proprio il settembre scorso ha raddoppiato la posizione nel capitale della banca salendo a ridosso del 20%. Una quota, come detto, al servizio soprattutto dell’impianto strategico della compagnia assicurativa che punta a veicolare i prodotti anche sulla rete bancaria, non a caso è socia rilevante anche di Bper. 

CARLO CIMBRI

 

Proprio ieri, peraltro, l’amministratore delegato dell’istituto valtellinese, Mario Alberto Pedranzini, a margine della riunione del comitato esecutivo dell’Abi, ha sottolineato che Unipol è «un socio eccellente», con cui i vertici della banca hanno «un rapporto ottimo». Che, fino ad ora, ha rispettato quella che è la natura stessa dell’istituto, molto legato al territorio e alla propria autonomia.

 

Pedranzini in un eventuale confronto certamente giocherebbe un ruolo di primo piano.

ANDREA ORCEL CARLO MESSINA

Difficile in ogni caso immaginare uno scenario di scontro, soprattutto per la natura stessa degli attori in campo. Unipol è prima di tutto un assicuratore fortemente concentrato nei piani di crescita e che usa la leva delle partecipazioni bancarie come mezzo per ampliare e rafforzare la rete distributiva. 

 

Ecco perché secondo gli addetti ai lavori, è assai improbabile vederlo coinvolto in una contesa per il controllo di una banca, che allo stato attuale capitalizza peraltro circa 2,7 miliardi di euro. È sempre stata la partecipata Bper, del resto, a giocare anche nel passato più recente simili partite.

 

bper.

Basti ricordare lo schema utilizzato per la spartizione degli sportelli Ubi nell’ambito dell’Opa di Intesa Sanpaolo con Ca’de Sass in prima fila nell’operazione di acquisto dell’istituto e Bper pronta ad assicurarsi poi un pezzo della rete.

 

La strategia di Orcel 

Quanto a UniCredit, ieri il ceo Andrea Orcel, presente al World Economic Forum di Davos, ha voluto ricordare alcuni tasselli chiave dei potenziali piani di crescita del gruppo. Da un lato la zona di maggior interesse che, per un possibile consolidamento, sarebbe quella dell’Europa Centro-orientale che, tolti alcuni singoli Paesi, «è sempre andata avanti piuttosto bene» e anche in virtù di questo l’istituto «è molto positivo su quell’area». 

 

UNICREDIT NON STA COMPRANDO AZIONI POP SONDRIO 

BANCA POPOLARE SONDRIO

(Reuters) - UniCredit (BIT:CRDI) non sta comprando azioni di Pop Sondrio e bolla come "rumore" le ipotesi di stampa secondo cui l'istituto sarebbe dietro l'acquisto di una posizione consistente nel capitale dell'ex popolare da parte di una banca d'affari.

 

"No", ha risposto l'AD di UniCredit Andrea Orcel alla domanda di Bloomberg Tv se l'istituto di credito stia acquistando azioni della Popolare di Sondrio.

…………………..

IL QUARTIER GENERALE UNICREDIT A MILANO

"Ogni volta che vengo intervistato c'è qualcosa. Ieri era Commerzbank (ETR:CBKG), oggi Popolare di Sondrio... Siamo molto disciplinati nel dire: è strategico? E si adatta in termini di valutazione?", ha detto Orcel.

"Sappiamo cosa è strategico, ma le valutazioni sono disallineate. Quindi ci sono molti intermediari e molto rumore da parte di chi cerca di creare transazioni ma i numeri non tornano", ha aggiunto Orcel.

 

Pop Sondrio non ha commentato le indiscrezioni.

 

Il numero uno di UniCredit, considerato uno specialista dell'M&A e per tale motivo al centro di speculazioni su possibile mosse del gruppo anche alla luce della sua ampia dotazione di capitale, ha ribadito la sua posizione in tema di consolidamento quale potenziale strumento per accelerare la crescita, ma solamente alle giuste condizioni.

CARLO CIMBRI E LA SUA MOTO

 

Ieri parlando a Cnbc a Davos, Orcel ha detto che, nonostante le fusioni bancarie a livello europeo siano necessarie, l'assenza di una vera unione bancaria europea e lo squilibrio tra valutazioni e fondamentali degli istituti di credito ostacolano il processo rendendo "difficile se non impossibile" qualsiasi operazione transfrontaliera.

 

Intanto le ipotesi stampa odierne hanno alimentato le speculazioni di mercato su possibili grandi manovre nell'azionariato di Pop Sondrio, il cui titolo a Piazza Affari segna un rialzo del 3,5% con scambi intensi.

 

Sempre in borsa, UniCredit guadagna il 2% dopo una partenza piatta, in attesa anche dei conti 2023 che saranno discussi dal Cda domenica 4 febbraio, invece che il primo del mese come previsto inizialmente.

 

GOLDMAN SACHS - CHINA INVESTMENT CORPORATION - FINANCIAL TIMES

Lo scorso settembre il gruppo Unipol (BIT:UNPI) ha raddoppiato la sua quota in Pop Sondrio salendo fino a quasi il 20%, una mossa considerata dal mercato funzionale ad una eventuale fusione tra l'istituto valtellinese e Bper (BIT:EMII), banca di cui il gruppo assicurativo è il primo azionista con una quota di quasi il 20%.

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…