giuseppe castagna carlo cimbri andrea orcel

RISIKO BANCARIO: CHI TOGLIE LA CASTAGNA DAL FUOCO? - CON L’INSERIMENTO DI PIERO MONTANI DA PARTE DI CIMBRI (UNIPOL) COME AD DI BPER, LA TRATTATIVA CON BPM SI È APPANNATA. IL DUBBIO DI CASTAGNA: CHI ANDRÀ A COMANDARE, IO O CIMBRI? - ANDREA ORCEL, IL PROSSIMO BOSS DI UNICREDIT CHE DOVRÀ ACQUISIRE, DIETRO ESBORSO DI 6 MILIARDI DA PARTE DELLO STATO, IL MONTE DEI PASCHI, VUOLE AGGIUNGERE UN’ALTRA ACQUISIZIONE: BPM O POP SONDRIO. MA PER I RUMORS MENEGHINI LA PREDA POTREBBE ESSERE MEDIOBANCA, CARA A UN SOCIO DI UNICREDIT E SPONSOR DI ORCEL, LEONARDO DEL VECCHIO…

PIERO MONTANI

DAGOREPORT

C’è un’evoluzione del risiko bancario. Infatti, il recente inserimento di Piero Montani da parte di Carlo Cimbri (Unipol) come amministratore delegato di Bper al posto di Alessandro Vandelli, per nulla entusiasta dell’operazione sportelli-UBI, ha colto di sorpresa gli ambiente finanziari milanesi. 

 

giuseppe castagna banco bpm

A partire dall’ad di BPM, Giuseppe Castagna che dopo varie trattative aveva ottenuto da Cimbri l’assicurazione di restare al comando della nuova banca che nascerà dalla fusione BPM-Bper, e ora, con l’arrivo di Montani, si domanda: chi andrà a comandare? 

 

Certo, per Cimbri la riorganizzazione dei 500 sportelli presi da UBI Banca sta risultando meno facile del previsto, ha bisogno di più tempo. Ma nelle scorse settimane Castagna aveva notato un certo raffreddamento di Cimbri per l’operazione. 

 

carlo cimbri

Del resto, Castagna non è un napoletano semplice, è noto per essere un banchiere tosto, alle spalle 33 anni in Comit, poi in Intesa Sanpaolo, ex direttore generale del Banco di Napoli. E magari Cimbri ha preferito prendere un banchiere di lungo corso (67 anni), “affidabile” e soprattutto di “buon comando”, che sappia stare tranquillo al suo posto. (Comunque per Cimbri, liquidare con un buon gruzzolo Castagna, non è un problema).

 

Andrea Orcel

A questo punto, appannata la strategia BPM-Bper, Castagna si è guardato intorno e si è visto con Andrea Orcel, il prossimo boss di Unicredit, la cui ambizione è pari al suo compenso annuo: 2 milioni e mezzo, più 5 di bonus. Più finanziere che banchiere, Orcel di gestione di sportelli e filiali, non sa nulla. Per riorganizzare Unicredit sul territorio ci penserà, se verrà riconfermato, il direttore generale (ad interim) Raniero De Marchis. 

Leonardo Del Vecchio

 

Per Orcel il compito sarà di portarsi a casa, dietro esborso di 6 miliardi da parte dello Stato, il Monte dei Paschi, cui vuole aggiungere un’altra acquisizione: BPM o Pop Sondrio, una volta che, a breve, si trasformerà in SpA. Ma rumors meneghini indicano insistenti Mediobanca, cara a un socio di piazza Gae Aulenti e sponsor di Orcel, Leonardo Del Vecchio (ma per gli azionisti di Unicredit sarebbe un bagno di sangue).

 

BPER E UNICREDIT

Stefano Righi per “l’Economia - Corriere della Sera” - estratto

 

giuseppe castagna

Il risiko entra nel vivo e i generali organizzano armate e strategie. In attesa dell' insediamento di Andrea Orcel come amministratore delegato di Unicredit, mossa che preluderà alla nuova strategia del gruppo di piazza Gae Aulenti, sono altre le banche che negli ultimi giorni hanno rivisto la propria posizione. Su tutte, Bper.

 

La lista che il primo socio della banca, l' assicurazione bolognese Unipol, presenterà in vista della assemblea del 21 aprile definisce chiaramente una cosa: l' uscita di scena del presidente Pietro Ferrari e dell' amministratore delegato Alessandro Vandelli segnano un cambiamento senza precedenti nell' ex popolare, che nel prossimo futuro sarà, forse, più bolognese, di sicuro meno modenese.

 

carlo cimbri

Un possibile presidente indicato dal secondo socio, la Fondazione Banco di Sardegna e un amministratore delegato di grande esperienza come Piero Luigi Montani, 67 anni quando sarà nominato, disegnano una banca diversa dal passato. La mossa giocata da Carlo Cimbri è trasparente: Montani «è funzionale ad affrontare le future occasioni che la banca valuterà», ha detto l' amministratore delegato di Unipol, che ha evidenziato come, con il rinnovo dei vertici, punti ad avere «mani libere» in vista delle prossime operazioni di mercato.

 

andrea orcel di unicredit

Non accadrà nulla a breve. Cimbri ha preso tempo: sa bene che l' integrazione delle 532 agenzie ex Ubi appena acquistate da Intesa Sanpaolo richiede tempo e che il sistema informatico di Bper merita di essere aggiornato. Ma aver reciso le connessioni con la Modena più tradizionalista consente al primo azionista della banca di guardare con maggior libertà al futuro, garantendosi appunto «mani libere».

 

alessandro vandelli bper 2

Che vada in porto il gettonatissimo matrimonio con Banco Bpm, oppure che si guardi alla Popolare di Sondrio, o che ci si rivolga a Genova, verso quella Carige che Montani conosce molto bene, non è al momento decisivo. Conta essere pronti e da fine aprile Bper lo sarà. Anche per operazioni più importanti. Come per l' epoca sarà pronta Unicredit. 

 

Entrambe nelle prossime settimane cambieranno presidente e amministratore delegato.

Ranieri de Marchis 1

L' arrivo di Orcel in Piazza Gae Aulenti è atteso con l' assemblea del 15 aprile. Il manager dovrà mettere mano, entro la fine dell' anno, al nuovo piano industriale, ma soprattutto dovrà cercare di individuare un futuro possibile per il gruppo, schiacciato negli ultimi anni dalla intraprendenza di Intesa Sanpaolo sul mercato domestico e concentrato per volontà dell' ex ceo Jean Pierre Mustier su alcuni settori specifici del business bancario, come il corporate and investment banking.

 

LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL

Il futuro di Unicredit, viste anche le caratteristiche di Orcel, passerà probabilmente attraverso un' operazione di mercato. In molti indicano il Monte dei Paschi di Siena come il possibile obiettivo. Unicredit in effetti è l' unica banca italiana che ha oggi le dimensioni di bilancio che consentono una capienza fiscale tale da beneficiare del contributo che Mps potrebbe portare con sé (fino a 6 miliardi di euro).

 

Alberto Nagel Caltagirone

Ma Mps per Unicredit è un' opportunità, non un obbligo. E le opportunità, in questo momento, non mancano. Anche in Italia. Al punto che alcuni importanti azionisti di Unicredit continuano a guardare a Mediobanca e alle Assicurazioni Generali. Le ambizioni ci sono. Orcel è manager che guarda al sodo e un' operazione che abbia ai vertici Unicredit, Mediobanca e Generali porterebbe a immaginare non il «secondo» polo italiano, ma l'«altro» polo, in aperta contrapposizione di mercato a Intesa Sanpaolo. 

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."