mustier jean pierre unicredit

RIUSCIRÀ MUSTIER A BLOCCARE LA FUSIONE INTESA-UBI? - L'ANTITRUST OGGI HA ASCOLTATO LE RIMOSTRANZE DI UNA DELEGAZIONE UNICREDIT: SE L'OPS AVESSE SUCCESSO, INTESA DIVENTEREBBE TROPPO GRANDE E POTENTE - SI ERA PARLATO ANCHE DELL'ACQUISTO DEL 10% DI UBI DA PARTE DI MUSTIER, PER METTERE I BASTONI NELLE RUOTE DELLA FUSIONE, MA QUESTO SCONFESSEREBBE LA STRATEGIA DI DISMISSIONI DEL GRUPPO

 

1. UBI: ALL'ANTITRUST RILIEVI UNICREDIT SU OPS INTESA

 (ANSA) - Si è svolta questa mattina l'audizione di Unicredit all'Antitrust in relazione alla concentrazione tra Intesa e Ubi, oggetto di un'offerta pubblica di scambio da parte di Ca' de Sass. La delegazione dell'istituto guidato da Jean Pierre Mustier, in un incontro durato un paio d'ore, avrebbe sollevato i suoi rilievi su un'operazione che ritiene dannosa per la concorrenza, come testimonia la scelta di intervenire nell'istruttoria. Né l'Antitrust né Unicredit hanno voluto commentare il contenuto dell'audizione.

 

MUSTIER MESSINA

Secondo quanto è stato possibile ricostruire tra i soggetti coinvolti nel procedimento Antitrust, Unicredit avrebbe sostanzialmente condiviso i rischi prospettati dall'authority nel provvedimento di avvio dell'istruttoria in merito alla potenziale capacità della concentrazione tra la prima e la quarta banca del Paese di modificare "significativamente" il panorama bancario italiano sia eliminando un potenziale polo aggregante da cui potrebbe nascere un terzo grande soggetto bancario sia rompendo la "sostanziale simmetria" tra Intesa e Unicredit, con Intesa che accentuerebbe il distacco che già esiste in termini di quote di mercato sulla rivale e rendendo ancora più profondo quello che la separa dalle banche di medie dimensioni.

 

Il sistema bancario e il tessuto imprenditoriale italiano verrebbero così privati della possibilità di disporre, almeno potenzialmente, di tre soggetti di dimensioni comparabili, a differenza di quanto accade in diversi altri Paesi europei. Unicredit e l'Antitrust avrebbero poi discusso dei mercati rilevanti e delle aree territoriali su cui l'aggregato Intesa-Ubi potrebbe avere effetti negativi da un punto di vista concorrenziale, creando o rafforzando una posizione dominante.di Intesa.

 

 

2. COSA PUÒ FARE UNICREDIT PER BLOCCARE LE NOZZE DI INTESA CON UBI. ALCUNE MOSSE SCONFESSEREBBERO MUSTIER

Carlotta Scozzari per https://it.businessinsider.com/

 

 

C’è grande attesa venerdì 29 maggio per l’audizione di Unicredit all’Antitrust, nell’ambito dell’istruttoria aperta di recente sull’offerta pubblica di scambio (Ops) di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca annunciata lo scorso febbraio, pochi giorni prima che in Italia cominciasse l’incubo del Covid-19 da Sars-Cov-2. Secondo indiscrezioni, è stata la stessa banca guidata da Jean Pierre Mustier a chiedere di essere ascoltata, con l’obiettivo di sottolineare le ripercussioni sulla concorrenza, evidentemente per Unicredit negative, che l’integrazione tra la prima e la terza banca del paese per capitalizzazione potrebbe avere.

Carlo Messina

 

Dal testo del provvedimento dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato emerge in maniera piuttosto chiara perché Unicredit abbia urgenza di spiegare gli effetti negativi della concentrazione, risultando di fatto alleata di Ubi, la quale fin da subito ha ritenuto l’operazione ostile (e da ultimo ha deciso di rivolgersi al tribunale per fare valere la clausola Mac): “Emerge in Italia la presenza di due gruppi di dimensioni maggiori – scrive l’Antitrust – facenti capo a Intesa Sanpaolo e Unicredit, i quali operano sull’intero territorio nazionale (…) e che sono in grado di svolgere un ruolo significativo anche a livello sovranazionale, e numerosi gruppi di medie dimensioni, (…) tra cui il gruppo facente capo a Ubi, che è presente in 18 regioni su 20″.

 

Cosa accadrebbe in caso di interazione tra Intesa e Ubi? “Tale contesto generale – scrive sempre l’Agcm – verrebbe significativamente modificato a esito della presente operazione principalmente sotto due profili. Da un lato, verrebbe privato della presenza di un operatore di medie dimensioni quale Ubi, che in un futuro non remoto avrebbe potuto fungere da polo di aggregazione, costituendo un terzo gruppo bancario di grandi dimensioni che si sarebbe affiancato alle due banche maggiori, Intesa e Unicredit”.

 

roberto rustichelli presidente antitrust 3

“D’altro canto – aggiunge l’Antitrust – la sostanziale simmetria fra i primi due gruppi bancari nazionali verrebbe superata per effetto dell’operazione in esame, con l’importante crescita di Intesa”. In altri termini, a seguito del matrimonio con Ubi, Intesa diverrà di gran lunga la prima banca italiana davanti a Unicredit. Che dunque, se volesse raggiungere la concorrente in termini di dimensioni, sarebbe costretta a rilevare un altro gruppo. Ma ancora all’inizio di maggio, quando già Intesa aveva mosso su Ubi, l’ad Mustier aveva escluso la possibilità di operazioni di fusioni e acquisizioni (m&a).

 

 

“Per entrambi i profili – sottolinea l’Agcm – nella fase istruttoria, sarà possibile fare considerazioni prospettiche in termini di ricadute concorrenziali”. E queste considerazioni prospettiche saranno per l’appunto effettuate anche sulla base del parere di Unicredit (Cattolica Assicurazioni, Bper, Fondazione Banca del Monte di Lombardia e la stessa Intesa sono già state sentite). Al termine del procedimento, poi, l’Autorità guidata da Roberto Rustichelli emetterà il proprio verdetto, dicendo se l’operazione si può fare o no o dando un via libera condizionato, legato cioè all’adozione di alcune misure, come la vendita di filiali (già l’operazione prevede la vendita a Bper di 400-500 sportelli in eccesso).

 

 

Quindi la prima cosa che Unicredit può fare concretamente per ostacolare il matrimonio di Intesa con Ubi è essere così convincente davanti all’Agcm da fare sì che quest’ultima non dia il via libera all’operazione; almeno non un via libera incondizionato. Del resto, sull’aspetto concorrenziale l’Antitrust sembra avere già più di un dubbio circa gli effetti dell’integrazione. Scrive, per esempio, il garante della concorrenza a proposito del mercato assicurativo: “Non si può escludere che, quantomeno nelle province in cui Intesa detiene una quota di mercato superiore al 15%, l’operazione sia idonea a produrre effetti sulle dinamiche concorrenziali. Tali mercati, pertanto, saranno oggetto di valutazione nella fase istruttoria”.

 

C’è di più. C’è chi il 28 maggio ha addirittura ipotizzato che Unicredit possa acquistare il 10% di Ubi Banca, che in base alla capitalizzazione di mercato del giorno stesso varrebbe intorno ai 290 milioni di euro. “Crediamo che l’indiscrezione – commentano gli analisti di Equita (che sono tra i consulenti di Intesa nell’ambito dell’operazione) – abbia poco fondamento visto che Unicredit non avrebbe vantaggi economici diretti dall’eventuale acquisizione, se non quello di ostacolare il deal di Intesa evitando il rafforzamento del posizionamento competitivo di un concorrente”.

 

VICTOR MASSIAH

“Un’eventuale acquisizione di una quota di minoranza di Ubi – aggiungono da Equita – sarebbe quindi una notizia penalizzante per le valutazioni di Unicredit anche perché smentirebbe la strategia perseguita fino a ora dal management che, attraverso diverse cessioni (Pekao, Pioneer e, da ultimo, Fineco e Mediobanca) ha voluto rifocalizzare le attività della banca sul core business”. In effetti con l’acquisizione di una partecipazione in Ubi, Mustier non solo non terrebbe fede a quanto dichiarato appena a inizio maggio, ma sconfesserebbe il suo operato degli ultimi anni, quando cioè ha venduto praticamente tutte le principali quote azionarie, compresa quella in Mediobanca (che figura tra i consulenti di Intesa nell’operazione).

 

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”