Rosario Dimito per “il Messaggero”
Carige è stata messa in sicurezza, malgrado Vittorio Malacalza, pur essendo uscito dall'assemblea di venerdì scorso, abbia votato contro in proprio (0,16%) tramite un delegato. La manovra di rafforzamento da 900 milioni, di cui 700 in aumento di capitale con la partecipazione del Fitd, Schema Volontario, Cassa Centrale banca (Ccb) è passata con una maggioranza del 91,5%, favorita da Roberto Gualtieri, intervenuto sulla Malacalza Investimenti, primo socio con il 27,5%, che non si è presentata al Tower Airport Hotel.
Nella mattinata di giovedì 19, infatti, secondo quanto ricostruito da Il Messaggero, un colloquio tra il neo ministro del Tesoro ed esponenti dei Malacalza, pur molto complesso, si sarebbe rivelato persuasivo al punto che il primo azionista non si è presentato ai lavori. Gualtieri sarebbe stato più efficace del colloquio con Andrea Enria, qualche giorno fa. Da come sono andate le cose, con il padre che ha votato contro e la Malacalza Investimenti, di proprietà dei figli che ha disertato, appare evidente la spaccatura in famiglia. Nelle dinamiche scaturite dalla riunione tra il Ministro e gli emissari della famiglia ligure era prevista la verifica in tempi brevi, di alcune contropartite.
LE OPZIONI
Si stava ventilando anche la possibilità di trovare un cavillo giuridico per rinviare l'assemblea. Sul tavolo c'era l'ipotesi di un incontro da tenersi poche ore dopo a Genova, alla presenza dei commissari Modiano, Innocenzi, Lener, di Sartori, dg di Cassa Centrale e dei Malacalza per approfondire le varie opzioni possibili. Chi ha parlato con i figli di Malacalza ha ricavato un giudizio positivo dell'intervento di Gualtieri..
L'incontro non si sarebbe tenuto. Troppo poco tempo a disposizione per verificare la praticabilità di soluzioni che avrebbero potuto coinvolgere Amco (ex Sga). La società del Tesoro, nell'operazione per il salvataggio di Carige, acquisterà 3,1 miliardi di Npl: è una delle principali condizioni preliminari a cui Fitd, Schema e Ccb hanno subordinato la sottoscrizione della ricapitalizzazione. Il tentativo di mediazione non ha portato risultati a breve. Il dissenso a titolo personale del padre Vittorio la dice lunga.
I soci hanno votato per il rilancio. Ora parte l'iter finale propedeutico all'ingresso dei nuovi azionisti. Sarà il Fitd a presentare anche per conto dello Schema il qualifying holding, cioè il procedimento Bce per acquisire una partecipazione qualificata. La Vigilanza ha 60 giorni per dare l'assenso. Tra azioni dirette e garanzia sull'inoptato il Fondo obbligatorio ha messo sul tavolo 383 milioni; lo Schema converte il bond di 313 milioni: in due potrebbero salire al 75% mentre Cassa Centrale verserà 63 milioni a fronte del 9,8%. L'assemblea per la nomina dei nuovi organi prima di Natale dopo che i nuovi azionisti avranno messo i soldi. Il rilancio si dovrebbe concludere al massimo per gennaio.