LA SAIPEM L'ULTIMA? SI VENDE E SI FA CASSA! – ENI HA CEDUTO IL 10% DI SAIPEM, INCASSANDO 393 MILIONI DI EURO – IL GRUPPO GUIDATO DA CLAUDIO DESCALZI RIDUCE COSÌ DAL 31,2% AL 21,2% LA SUA PARTECIPAZIONE NELLA SOCIETÀ SPECIALIZZATA NEI SERVIZI ALL’INDUSTRIA ENERGETICA, MANTENENDONE IL CONTROLLO INSIEME A CDP EQUITY, IN BASE AL PATTO PARASOCIALE STIPULATO NEL 2015…

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1 - ENI COMPLETA LA CESSIONE DEL 10% DI SAIPEM PER 393 MILIONI

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(ANSA) - Eni ha completato la cessione del 10% di Saipem annunciata ieri sera a mercati chiusi, incassando 393 milioni di euro. Lo si legge in un nota in cui viene indicato che la transazione si è effettuata al prezzo di 1,97 euro per azione, con uno sconto del 9% rispetto alla chiusura di 2,06 euro in Piazza Affari e con un guadagno di oltre il 30% rispetto ai valori di inizio anno.

 

Il regolamento dell'operazione è previsto il prossimo 14 giugno e ad Eni resterà in portafoglio una quota del 21,19% di Saipem, di cui il 12,5% vincolato dal patto parasociale con Cdp. Per 18 mesi Eni si è impegnata con le banche che hanno coordinato il collocamento a non cedere ulteriori quote di Saipem.

 

2 - ENI RIDUCE LA QUOTA IN SAIPEM, AVVIATA LA CESSIONE DEL 10%

Estratto dell’articolo di Celestina Dominelli per “Il Sole 24 Ore”

 

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Con una procedura accelerata di raccolta ordini, i cui esiti saranno comunicati oggi, l’Eni avvia la cessione di una quota del 10% del pacchetto detenuto in Saipem. Dove il gruppo guidato da Claudio Descalzi è titolare complessivamente del 31,19% delle azioni, di cui circa il 18,69% liberamente trasferibili. La restante partecipazione, infatti, pari al 12,5%, è vincolata al patto parasociale stretto da Eni con Cdp Equity.

 

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La cessione avviata ieri alleggerirà così la partecipazione di Eni che però continuerà a conservare il controllo congiunto con Cdp Equity in virtù del patto parasociale, che fu sottoscritto in origine nel 2015. Quando, come si ricorderà, il gruppo di Descalzi e il Fondo Strategico Italiano, “braccio” della Cdp, siglarono un contratto di compravendita che prevedeva l’ingresso di Fsi nel capitale di Saipem. In base a quell’accordo, Fsi acquisì da Eni un pacchetto del 12,5% circa in Saipem e si impegnò, insieme a Eni, a sottoscrivere, pro-quota, le azioni Saipem di nuova emissione derivanti dall’aumento di capitale di 3,5 miliardi di euro.

 

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Quel patto fu poi successivamente rinnovato per un altro triennio nel 2019 e ancora a inizio del 2022 con un aggiornamento ulteriore a luglio dello stesso anno, a valle del nuovo aumento di capitale da 2 miliardi che, come noto, rientrava nella più ampia operazione di rafforzamento patrimoniale e finanziario voluta da Eni e Cdp.

 

Quella manovra, insieme al piano strategico 2022-2025, ha gettato le basi per un rilancio solido dell’azienda al vertice della quale siede, dall’agosto del 2022, Alessandro Puliti, manager di comprovata esperienza nel settore dell’oil&gas che ha risollevato le sorti della società riposizionandola al centro del mercato grazie a una rifocalizzazione forte sul core business e all’impegno in prima linea a supporto della transizione energetica attraverso progetti infrastrutturali sostenibili.

 

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Quanto al patto di sindacato che rimane invariato, l’asse tra Eni e Cdp Equity prevede la facoltà per i due soci di presentare una lista congiunta per il cda e di designare di comune accordo il presidente e il ceo. Il patto vincola poi i due azionisti a consultarsi su una serie di materie rilevanti, dall’approvazione o modifica del piano strategico, a eventuali operazioni di acquisizione o cessione da parte di Saipem di società, aziende o rami societari con un enterprise value superiore a 250milioni di euro se questi deal non rientrano nel piano strategico. […]

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