gubitosi bollorè

SALE IL CAOS IN TIM - MENTRE SI AVVICINA LA RESA DEI CONTI NEL CDA CONVOCATO PER GIOVEDÌ PROSSIMO (NEL MIRINO DI VIVENDI C’È GUBITOSI), A TENERE ALTA LA TENSIONE È IL FONDO AMERICANO KKR, CHE AD APRILE È ENTRATO NEL CAPITALE DI FIBERCOP, SOCIETÀ CONTROLLATA DA TIM COL 37,5%, E STAREBBE CONSIDERANDO DI SALIRE FINO A COMPRARSI TUTTA LA SOCIETÀ DI RETE. NON SOLO: SECONDO FONTI AMERICANE, KKR STAREBBE VALUTANDO ADDIRITTURA UN INGRESSO DIRETTO IN TIM. UNO SCENARIO CHE, NEL CASO SI VERIFICASSE, SCATENEREBBE UN TERREMOTO NELLA FINANZA ITALIANA...

Francesco Spini per la Stampa

 

vincent bollore

Sale il caos in Tim, mentre si avvicina le resa dei conti nel consiglio di amministrazione convocato per giovedì prossimo. A tenere alta la tensione sull'operatore di telecomunicazioni è una nuova girandola di indiscrezioni che riguardano ancora la rete, ma che chiamano in causa la società in cui è stata riposta l'infrastruttura secondaria (la fibra e i doppini in rame che vanno dagli armadietti stradali alle case), ossia FiberCop.

 

Secondo quanto riportato dall'agenzia Bloomberg, il fondo Kkr, che ad aprile è entrato nel capitale della società controllata da Tim col 37,5%, starebbe considerando di salire fino a comprarsi tutta la società di rete. Un colpo di scena, l'ennesimo di questi giorni, che manda in fibrillazione il mercato: in giornata il titolo strappa fino a un +9%, per chiudere in rialzo del 4,76% a 34 centesimi.

 

LUIGI GUBITOSI

Una leggera discesa dai massimi dopo che in giornata un portavoce di Tim fa sapere che l'ex monopolista «non prevede una riduzione della quota in FiberCop» che è e resterà pari al 58% del capitale. Ricapitolando: l'interesse del fondo statunitense in un giorno fa il giro del mondo per ricevere un «no, grazie» da Corso d'Italia.

 

Un giallo che non esaurisce una giornata ricca di ulteriori indiscrezioni che evocano perfino scenari più complessi in cui la stessa Kkr (ma si parla anche di altri fondi) potrebbe puntare, se non a una clamorosa Opa, a entrare direttamente nel capitale di Tim, al piano di sopra insomma.

 

Da tempo del resto si rincorrono voci - che non trovano tuttavia conferma - di un possibile disimpegno totale o parziale della Cdp (secondo socio di Tim col 9,81%), fresca di maggioranza in Open Fiber. La confusione, come si noterà, regna sovrana. E dove il buio si fa pesto la Consob accende il suo faro.

 

LOGO KKR

Gli «sceriffi» della Borsa stanno seguendo con attenzione l'andamento del titolo Tim, la scia degli acquisti. Valutano se gli scambi sono concentrati o diffusi e se sono coerenti con le informazioni di pubblico dominio. Poi, quando tutto sarà più chiaro, decideranno il da farsi: se archiviare, oppure avviare un'istruttoria per verificare eventuali abusi di mercato.

 

Un momento di chiarezza potrà essere il cda straordinario richiesto da Vivendi (prima azionista col 23,8%) e appoggiato da tre consiglieri indipendenti: a questo punto è facile pensare che - parlando di «strategie e organizzazione» - si affronterà anche il tema della rete con le possibili alternative.

 

L'attesa però è altra e riguarda l'ad Luigi Gubitosi, finito nel mirino dei francesi delusi dall'andamento del gruppo e che scalpitano per una sterzata nelle strategie. Al punto che sarebbero pronti ad assumersi un impegno più diretto nella governance: l'agenzia Reuters scrive che da Vivendi vedrebbero con favore la possibilità di un ritorno del loro ad, Arnaud de Puyfontaine, alla presidenza di Telecom Italia.

 

vincent bollore emmanuel macron

In ogni caso non accadrà giovedì, quando i riflettori saranno accesi soprattutto su Gubitosi. Difficile dire se sia in arrivo una sfiducia nei suoi confronti. A quanto risulta il dossier Tim non lascerebbe indifferente il governo. E l'informale indicazione a Cdp, al momento, sarebbe quella di mantenere lo status quo, almeno fino a che non sarà stata trovata una valida alternativa per il vertice aziendale.

 

L'OPZIONE DEL SUPER FONDO USA UN INGRESSO NEL CAPITALE TELECOM

Francesco Semprini per la Stampa

 

Non solo una possibile offerta per salire nella società della rete. Secondo fonti americane, il fondo statunitense Kkr starebbe valutando addirittura un ingresso diretto in Tim. Un'ipotesi più semplice da realizzare rispetto ad un'Opa che, senza un accordo con il governo, farebbe scattare il Golden power, lo scudo contro le scalate dei gruppi stranieri.

 

open fiber 2

Uno scenario che, nel caso si verificasse, scatenerebbe un terremoto nella finanza italiana. Il fondo a stelle e strisce specializzato in operazioni di «leveraged buyout» detiene già il 37 per cento di Fibercop, la nuova società in cui sono confluite la rete secondaria (dall'armadio in strada alle abitazioni dei clienti) dell'ex monopolista e la rete in fibra sviluppata da FlashFiber, la joint-venture di Tim (80%) e Fastweb (20%).

 

Le analisi su qualsiasi mossa sono in fase preliminare e nessuna decisione è ancora stata presa. Ma le fonti spiegano che, tra le valutazioni, ci sarebbe la possibilità di estendere l'intervento ben oltre i confini della rete secondaria.

 

vincent bollore

Nei giorni scorsi, ricostruiscono le fonti americane, l'amministratore delegato di Tim Luigi Gubitosi sarebbe stato a Londra «dove avrebbe incontrato i rappresentanti di Kkr per discutere del dossier» affermano le stesse voci che parlano di interlocuzioni anche con altri due fondi, CVC con sede nel Regno Unito e lo svedese EQT.

 

Gli interessati spazzano via qualunque ipotesi. «Tanto rumore per nulla», ha confidato Gubitosi ai suoi. Sulla rete unica il top manager ha soltanto spiegato che, se il dossier aperto durante il governo Conte con la Cassa depositi dovesse avanzare, allora il passo indietro sulla maggioranza sarebbe possibile, per contribuire al successo dell'operazione.

 

Kkr ha una potenza di fuoco notevole e amministra oltre 200 miliardi di dollari. Fondata nel 1976, ha venti uffici in sedici Paesi mondiali. Negli ultimi anni lo shopping in Europa si è intensificato: nel 2019, ha acquisito la società di media tedesca Tele München Gruppe e il distributore cinematografico tedesco Universum Film GmbH.

luigi gubitosi di tim

 

Nell'agosto 2019 ha acquisito Arnott' s, la società di snack australiana della Campbell Soup Company, per 2,2 miliardi di dollari. Poi è diventato il maggiore azionista del gruppo media tedesco Axel Springer, pagando 3,2 miliardi di dollari per una quota del 43,54%. Nell'estate del 2020 la scommessa sull'Italia e l'accordo con Tim.

 

 

 

 

open fiber 1

 

 

bollore2

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…