victor massiah carlo messina

SCAMBIO PERICOLOSO - UBI SCATENA L'ANTITRUST PER FERMARE L'OPS DI BANCA INTESA. IL RECLAMO PRESENTATO ALL'AUTHORITY, CHE HA DATO AVVIO ALL'ISTRUTTORIA E ALLE PERQUISIZIONI IERI NELLE SEDI DEI DUE ISTITUTI E DELL'ADOVISOR MEDIOBANCA, SI BASA SU UNA MOTIVAZIONE CHE, SE PASSASSE, MANDEREBBE A MONTE NON POCHE OPA E OPS FUTURE - CURRO' (M5S): ''FARE CHIAREZZA SULL'INVESTIMENTO DELLA CASSA DI RISPARMIO DI CUNEO IN UBI''

 

BANCHE: CURRÒ, FARE CHIAREZZA SU CASSA RISPARMIO CUNEO

GIOVANNI CURRO'

 (ANSA) - "È necessario fare chiarezza sulla vicenda Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, perché alcune cose non tornano". Lo afferma Giovanni Currò del M5S, componente della Commissione Finanze della Camera. "È notizia di qualche giorno fa che la Fondazione CrC abbia effettuato un investimento da 7 milioni di euro in opzioni call su azioni UbiBanca. Questa operazione avrebbe generato una minusvalenza potenziale tra i 2 e i 3 milioni di euro a seguito del crollo del mercato azionario scaturito dalle misure di lockdown.

 

La cosa mi sembra molto strana, considerato la natura della Fondazione quale ente filantropico che si occupa di sviluppo sociale ed economico del territorio. E gli enti locali hanno manifestato la loro contrarietà a tale operazione, lamentando il fatto che tale operazione si sarebbe dovuta evitare, stante il periodo di necessità economico e sociale che sta vivendo il Paese", spiega. "Non vorrei ci fosse dietro una qualche iniziativa di natura speculativa, considerando anche che la Fondazione è forte di un bilancio record nel 2019 con erogazioni effettuate per un valore di 34,5 milioni di euro nel 2020. Auspico pertanto che il Ministero dell'Economia si attivi per verificare l'accaduto, magari coadiuvato dalla Consob", conclude.

Fondazione Cr Cuneo

 

L'ANTITRUST SULL'OPS INTESA-UBI

Rosario Dimito per “il Messaggero

 

L'Antitrust accende un faro sull'Ops di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca per presunti rilievi sul fronte della concorrenza, mettendo di fatto a rischio l'operazione visti i tempi dell'indagine che per solito non sono brevi. Ieri gli uomini della Guardia di finanza, su iniziativa dell'autorità per la Concorrenza, hanno perquisito le sedi milanesi di Intesa e dell'advisor Mediobanca oltre a quella di Ubi a Bergamo.

 

Obiettivo: raccogliere tutti i documenti relativi all'offerta annunciata il 17 febbraio per verificare la sussistenza delle ipotesi inibitorie sollevate dai legati di Ubi. Del resto, nel provvedimento di avvio dell'istruttoria si legge che «l'acquisizione di Ubi da parte di Intesa è in grado di modificare in modo «significativo» il contesto bancario «sotto due profili».

 

Carlo Messina

Da un lato privando il sistema «di un operatore di medie dimensioni che in un futuro non remoto avrebbe potuto fungere da polo di aggregazione, costituendo un terzo gruppo bancario di grandi dimensioni» a fianco di Intesa e Unicredit. Dall'altro facendo venir meno «la sostanziale simmetria» fra Intesa e Unicredit, con «l'importante crescita» della prima. «Per entrambi i profili, nella fase istruttoria, sarà possibile fare considerazioni prospettiche in termini di ricadute concorrenziali», si legge ancora nel provvedimento.

 

victor massiah 1

Che dal fronte bergamasco si cercasse di ostacolare l'avanzata di Intesa con ogni mezzo lo dimostra il precedente invio alla Consob di ben due istanze firmate dall'advisor legale Sergio Erede. In verità, il reclamo presentato all'Authority guidata da Roberto Rustichelli, che ha dato avvio all'istruttoria, si basa su una motivazione alquanto opinabile che, se passasse, manderebbe a monte non poche Opa e Ops future. Infatti, tutte le Opa potenzialmente soffocano le possibilità della società target di costituire in futuro poli aggreganti, ma il fatto di aver scelto liberamente di essere contendibili sul mercato è di per sé una risposta a quel teorema. Un teorema che alla verifica potrebbe non reggere, ma che nel frattempo potrebbe compromettere l'Ops.

 

GLI ESPOSTI ALLA CONSOB

roberto rustichelli presidente antitrust 3

La Consob, dal canto suo, è stata sollecitata da Ubi a verificare le ricadute sulla business combination nel caso in cui l'offerta dovesse concludersi tra il 50% più un'azione e il 66,9% di Ubi che non assicurerebbe il controllo dell'istituto in assemblea straordinaria, eventualità che potrebbe vanificare i 730 milioni di sinergie promesse. Il secondo esposto fa riferimento alla cosiddetta Mac (Material adverse change clause), la clausola di assenza di effetti sfavorevoli che, intervenuti fra il momento dell'accordo e il closing, potrebbero far saltare l'operazione. L'idea di Ubi è di utilizzare la pandemia per fermare l'offerta di Intesa essendo cambiate le condizioni di partenza.

ANDREA ZOPPINI GIULIO NAPOLITANO GIOVANNI BAZOLI ENRICO LETTA FOTO INFOPHOTO

 

Da parte sua la banca guidata da Carlo Messina, nei contenziosi assistita dagli advisor legali Carlo Pavesi e Andrea Zoppini (Carlo Pedersoli si occupa solo dell'ops) avrebbe sollecitato la Consob a valutare alcune iniziative dei soci e del top management bresciano avviate in alternativa dell'Ops. In tale contesto, va segnalata la decisione di Giuseppe Lucchini di schierarsi a favore dell'Ops («una buona base di partenza») e di voler svincolare il suo 1% dal patto bresciano che raggruppa l'8,7% di Ubi e che tuttora si dichiara contrario all'offerta di Intesa. Una mossa, quella di Lucchini, che potrebbe non restare isolata: di qui una certa agitazione tra i soci stabili, contrari all'Ops.

 

Ma la tensione maggiore si respira attorno alla possibile divaricazione fra il blocco di questi ultimi e il management dell'istituto guidato da Victor Massiah, dove i primi sarebbero favorevoli a riavvicinare i francesi del Credit Agricole con i quali qualche colloquio in passato c'è stato. Sembra invece che Massiah, assistito da Goldman Sachs e Credit Suisse, preferirebbe esplorare altre vie.

 

L'ACCORDO CON CATTOLICA

CATTOLICA ASSICURAZIONE

La prima è la più facile da perseguire, visto che il 30 giugno scade l'estensione dell'accordo con Cattolica Assicurazioni che è anche azionista di Ubi con l'1%. C'è l'idea tutta da realizzare di un rinnovo per 3-5 anni della partnership strategica a fronte della quale la compagnia dovrebbe sborsare centinaia di milioni aumentando il valore di Ubi. Peraltro, il rinnovo dell'accordo spiazzerebbe Unipol che ha siglato un accordo con Intesa per acquisire i portafogli assicurativi delle 400-500 filiali destinate alla controllata Bper.

 

La seconda ipotesi caldeggiata dagli advisor sarebbe ritentare la carta Mps che, già provata nel 2016, resta un problema aperto per il Tesoro visto che prima o poi dovrà trovare una sistemazione fuori dal pubblico. Quale che sia il destino finale di Ubi è difficile dire allo stato, ma è evidente che dopo la mossa dell'Antitrust le possibilità che i giochi si riaprono in più direzioni crescono, mettendo oggettivamente a repentaglio il prosieguo dell'Ops di Intesa.

 

Nagel

E ciò apre un problema immediato sul fronte del mercato, perché di fronte alla prospettiva che l'Ops sfumi difficilmente la Borsa manterrebbe le attuali valutazioni di Ubi, fortemente apprezzata per merito della promessa Ops.

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…