È SCOPPIATA UNA GUERRA TRA DUE MULTINAZIONALI DEL TABACCO: BRITISH AMERICAN TOBACCO (BAT), NON RIUSCENDO A COMPETERE CON LA IQOS DI PHILIP MORRIS, PRESENTA UN ESPOSTO CONTRO LA CONCORRENTE - DIETRO C'È IL GRANDE TEMA CHE DIVIDE LE DUE AZIENDE: LE VECCHIE SIGARETTE CONTRO I NUOVI PRODOTTI A TABACCO RISCALDATO. BAT HA CHIESTO AL GOVERNO DI NON AUMENTARE LE IMPOSTE SULLE ''BIONDE'', CHIEDENDO INVECE DI PUNIRE LE ALTERNATIVE CHE FANNO MOLTO MENO MALE. MA COME? PURE BAT HA UN PRODOTTO IN QUEL MERCATO! MA...

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DAGONEWS

 

GLO BAT BRITISH AMERICAN TOBACCO GLO BAT BRITISH AMERICAN TOBACCO

Dopo anni di relativa calma, è scoppiata una guerra tra due multinazionali del tabacco: BAT, British American Tobacco, ha presentato un esposto alla questura di Roma contro ignoti, ma di fatto contro la concorrente Philip Morris. L'obiettivo vero però è IQOS, il prodotto dell’odiato concorrente.

 

E dietro a tutto, ovviamente, c'è il grande tema che divide le due aziende: le vecchie sigarette contro i nuovi device in cui il tabacco viene solo riscaldato e non bruciato, che promettono di aiutare a smettere di fumare e in ogni caso di fare molti, molti meno danni delle bionde tradizionali. Philip Morris si è buttata a capofitto in questo secondo settore, mentre BAT, pur avendo lanciato un prodotto simile, ha il grosso dei ricavi ancora legati alle sigarette, e dunque si ritrova costretta a chiedere al governo di non penalizzarle sul fronte fiscale, come invece accade inesorabilmente da anni.

IQOS 3 IQOS 3

 

Nel 2018 invece, anche alla luce degli studi clinici che mettono il tabacco riscaldato su tutt'altro piano rispetto alle sigarette tradizionali, il Parlamento votò una riduzione del carico fiscale su quei prodotti. BAT sembrava contenta, visto che di lì a poco avrebbe lanciato la linea GLO, con diversi prodotti a base di tabacco riscaldato.

 

Invece dopo un anno di vendite insoddisfacenti, nonostante un prezzo drasticamente più basso, ha ribaltato la propria strategia: durante la discussione della manovra,  BAT tornava a vestire i panni di Big Tobacco, chiedendo al governo di risparmiare alle vecchie sigarette un aumento di tassazione e di aumentare invece quelle sui prodotti a tabacco riscaldato.

 

Seguono bombardamento mediatico, istituzionale e di lobby indirizzato al Ministero dell’Economia. Interrogazioni parlamentari, dichiarazioni a mezzo stampa, minacce di non comprare più una foglia di tabacco italiano, che resta peraltro l'unico investimento in Italia dopo che hanno chiuso tutti gli stabilimenti dell’ex-monopolio.

philip morris 2 philip morris 2

 

Aggressiva ma in fondo normale attività di lobbying, se non fosse che andava bizzarramente contro i propri interessi: aumentare le imposte sul tabacco riscaldato vuol dire più tasse su GLO. Che però fa dei numeri nettamente inferiori ad IQOS, tanto da scatenare in BAT quel famoso proverbio del marito che si taglia i cosiddetti pur di far dispetto alla moglie.

 

Visto che questa strategia non ha funzionato, è arrivato il momento dei colpi bassi: ricollegare una vicenda giudiziaria che ha coinvolto a dicembre alcuni dirigenti dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e consulenti di Philip Morris, legata proprio a quello sgravio fiscale di cui fino a qualche mese prima BAT era stato il più attivo sostenitore.

 

Solo che la riforma delle accise sui prodotti alternativi approvata nel 2018 era una misura presentata e approvata dal Parlamento, un atto legislativo quindi che con le Dogane e i Monopoli c’entra poco o nulla…

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