patuelli visco padoan banche etruria crac banca

CON SOLI TRE ANNI DI RITARDO, BANKITALIA BOCCIA IL BAIL-IN - ''È INAPPLICABILE'', DICE IL CAPO DELLA VIGILANZA BARBAGALLO. E CHI ERA IL CAPO DELLA VIGILANZA NEL 2016, QUANDO FU APPROVATO? BARBAGALLO - LA SUA INTRODUZIONE ''È STATA AFFRETTATA E RISCHIA DI MINARE LA FIDUCIA NELLE BANCHE E GENERARE INSTABILITÀ''. QUINDI VIA NAZIONALE SI SCHIERA CON TRIA, CHE HA RICORDATO IL RICATTO A SACCOMANNI

 

1. LA LUMACA BANKITALIA SCOPRE I MALI DEL BAIL IN

CARMELO BARBAGALLO IGNAZIO VISCO

Gustavo Bialetti per ''la Verità''

 

Dopo che il Fondo monetario ammise a giugno 2013 che la Troika aveva esagerato in durezza con la Grecia, ormai ci si aspetta di tutto dai Soloni del denaro. In questi anni i banchieri centrali e altri fenomeni della previsione sbagliata si sono davvero superati, lasciando talvolta sul campo morti e feriti. Ma ieri, anche Bankitalia si è iscritta al «Rab», il partito dei Revisionisti a babbo morto, per la gioia di migliaia di risparmiatori che hanno perso tutto con le banche liquidate a tradimento.

 

Il capo della vigilanza di Via Nazionale, Carmelo Barbagallo, ha parlato ex cathedra dall' università di Modena e ha affermato che l' introduzione delle norme sul bail in nel 2016, sperimentata con lo sventramento degli obbligazionisti di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara, «è stata affrettata», oggi è inapplicabile e «rischia di minare la fiducia nelle banche e generare instabilità». Un mese fa, anche il vicedirettore generale, Fabio Panetta, dopo la bellezza di 12 crac bancari, ha auspicato una riforma.

CARMELO BARBAGALLO

 

Va detto che Banca d' Italia aveva più volte messo in guardia dal bail in e il governatore, Ignazio Visco, aveva consigliato di prendere tempo. Tuttavia, riguardando i suoi interventi pubblici tra il 2014 e il 2015, colpisce che Visco si sforzasse sempre di giustificare la nuova misura, evitando obiezioni frontali e limitandosi a chiedere «gradualità», o a ripetere che comunque i depositi fino a 100.000 euro erano al sicuro.

 

 E ci mancava pure, caro governatore. Del resto, il 29 gennaio, a Pisa, Visco ha lamentato che la Germania abbia speso 60 miliardi per «salvare il sistema bancario, cosa che è stata impedita a noi dopo». Con questi ritmi di ripensamento, nel 2025 Bankitalia ci spiegherà che il reddito di cittadinanza, o la flat tax, non erano cattive idee.

IGNAZIO VISCO MATTEO RENZI

 

 

2. BAIL IN, BANKITALIA DÀ RAGIONE AL GOVERNO "BISOGNA MODIFICARLO È INAPPLICABILE"

Luigi Grassia per ''la Stampa''

 

 

Non è più solo il ministro Giovanni Tria a bocciare il «bail in», adesso anche la Banca d' Italia chiede di rivedere le regole europee sulla gestione delle crisi bancarie. Qualche giorno fa il responsabile del Tesoro aveva fatto una dichiarazione forte, così forte che poi era stato costretto a ritrattarla, affermando che a suo tempo era stata la Germania a imporre a tutti i Paesi dell' Eurozona, anche i più recalcitranti, il salvataggio delle banche a spese degli azionisti, degli obbligazionisti e dei correntisti, vietando l' intervento pubblico. La ritrattazione di Tria, per quanto obbligata, non era sembrata sincera.

il ministro giovanni tria (1)

 

Ora Bankitalia tiene il punto e sia pure in termini più composti converge sulla linea del governo, che era sembrata troppo incline alla sfida all' Europa. Secondo l' istituto di via Nazionale il bail in nella formulazione attuale «è inapplicabile», afferma il responsabile della Vigilanza, Carmelo Barbagallo, e per renderlo equo e operativo serve «una interpretazione più flessibile delle regole», tenendo maggiormente conto «degli effetti sulla stabilità finanziaria e la crescita economica».

 

Barbagallo esprime una tesi ormai ampiamente diffusa in Italia, anche alla luce delle recenti crisi bancarie e delle difficoltà supplementari (sia tecniche sia politiche) che hanno creato i crac bancari degli ultimi anni. Barbagallo osserva che il bail in manca di un elemento fondamentale: le banche non hanno ancora costituito quelle riserve sottoscritte da investitori professionali, e non da piccoli risparmiatori, da usare in caso di dissesto. Infatti l' obbligo stabilito delle norme (Mrel, cioè il minimo requisito di fondi propri e altre passibilità soggette al bail in) scatterà solo dal 2024. Nei giorni scorsi anche il presidente dell' Abi, Antonio Patuelli, aveva chiesto una revisione delle norme, aprendo un confronto in Europa e permettendo, così come auspicato anche da Via Nazionale, l' impiego dei fondi di garanzia di depositi a scopo preventivo.

 

Ancora Barbagallo afferma che l' entrata in vigore del bail in nel 2016 fu «affrettata», proprio perché mancò la sincronia con il Mrel, che difetta tutt' ora.

fabrizio saccomanni

Il capo della Vigilanza, che affrontò lo scorso anno in una sedute-fiume la commissione d' inchiesta sulle banche, ribadisce che nel 2013 la Banca d' Italia avvisò dei rischi e della necessità di una fase preparatoria più lunga. Però il consenso su quella tesi venne a mancare, e l' Italia al momento del voto in Europa non poté esprimersi votando contro da sola, per evitare che il mercato la punisse colpendo le sue banche.

 

Ora però, suggerisce Via Nazionale, serve una riflessione internazionale che tenga conto dell' esperienza fatta (in Italia soprattutto con le due banche venete e Mps) e della maggiore flessibilità adottata negli Stati Uniti e in Giappone. Occorre consentire l' uso dei fondi di garanzia dei depositi a scopo preventivo (la Ue lo ha impedito nel caso Tercas e lo ha limitato per Carige) e non applicare le stesse norme alle grandi banche e a quelle medio-piccole. A queste infatti se non sono di interesse pubblico (e in tali condizioni si trova un centinaio di istituti, su 3000 della zona euro) non resta altro destino che la liquidazione coatta in caso di problemi. Ciò comporta una spinta a una «eccessiva concentrazione» del comparto bancario, con il rischio di penalizzare il finanziamento alle piccole e medie imprese.

 

Comunque le banche minori devono aggregarsi e mettersi assieme per cedere gli Npl. Così Bankitalia torna a esortare i piccoli istituti a «conseguire economie di scala che consentano di investire adeguatamente in nuove tecnologie e di smaltire più agevolmente i crediti anomali, attraverso l' attivazione di forme di cooperazione più stretta o di processi di consolidamento».

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…

emanuele filberto di savoia - consulta dei senatori del regno

MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI MONARCHICI DE’ NOANTRI, PER LA SERATA DI GALA DELL’ORGANIZZAZIONE “CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO”. OSPITE D’ONORE “SUA ALTEZZA REALE” EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA – NELL’INVITO SONO BEN EVIDENZIALE LE “NOTE DI ETICHETTA”: “È CONSUETUDINE FARE L'INCHINO (C.D. CURTSY) AD UN'ALTEZZA REALE, DINANZI ALLA SUA PERSONA”, “NON È CONSUETUDINE (POICHÉ NON ELEGANTE) UTILIZZARE COSTANTEMENTE I TELEFONI CELLULARI” – AGLI UOMINI È “RICHIESTO IL COSIDDETTO ‘WHITE TIE-CRAVATTA BIANCA’ VALE A DIRE IL ‘FRAC’”. E PER LE DONNE? "È D’UOPO L’ABITO LUNGO. NON SONO AMMESSI..."

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - IERI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE… - VIDEO

2025croserossa croce rossa

CAFONALISSIMO DELLE “CROCEROSSINE” – CHIAMATE LA CROCE VERDE: AL “CHARITY GALA DINNER” CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE (QUALE?), ORGANIZZATO DALLA CROCE ROSSA, SFILA LA "VIA TRUCIS" DI ROMA GODONA: LA FATALE MARIA ELENA BOSCHI CON ROSSETTO-SANGUE, IN COMPAGNIA DI UN UOMO MISTERIOSO (“È SOLO UN AMICO”), LAURA RAVETTO SMALTATA COME UNA VASCA DA BAGNO, CLAUDIA GERINI IN VERSIONE PIERROT (TRUCCO PALLIDO E OCCHIO SPERDUTO), SIMONA BRANCHETTI IRRICONOSCIBILE. E POI OVVIAMENTE LA PREZZEMOLONA DELLE FESTE ROMANE, CIOCIARE E ISTITUZIONALI: CLAUDIA CONTE, CON SCOLLO PERICOLOSO, CHE SI LANCIA SUL MINISTRO NORDIO PER L’IMMANCABILE SELFIE DA AGGIUNGERE ALLA SUA COLLEZIONE - IL ''SUB-DANDY'' MOLLICONE, LA SEMPRE BOMBASTICA-MILF ELEONORA DANIELE, NICOLETTA ROMANOFF, "E-VIRA" CARBONE, MONICA SETTA, BALZARETTI-ABBAGNATO, I DUE JIMMY (GHIONE E CANGIANO)...

gianmarco mazzi teatro alla scala orchestra orchestrali

DAGOREPORT - STROMBAZZI…E MAZZI! OHIBÒ: PER IL SOTTOSEGRETARIO SANREMESE ALLA CULTURA CON DELEGA ALLA MUSICA, GIANMARCO MAZZI, “NESSUNA ORCHESTRA SINFONICA ITALIANA RISULTA AI PRIMI POSTI NEL MONDO” E L’UNICA RICONOSCIUTA “NELLA CLASSIFICA INTERNAZIONALE È LA SCALA CHE È AL 47ESIMO POSTO”. BUM, RULLO DI TAMBURI. L’EX MANAGER DI CELENTANO NON CITA A QUALE CLASSIFICA SI RIFERISCA, MA DOVREMMO AVERLA SCOPERTA NOI: PENSIAMO SI TRATTI DEL LIBRO GIAPPONESE "SEKAI NO OKESUTORA 123", PUBBLICATO NEL DICEMBRE DEL… 1994 - L’ORCHESTRA IN QUESTIONE, PERÒ, NON È L’ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA (QUELLA PAGATA DALLO STATO) BENSÌ LA FILARMONICA DELLA SCALA, OVVERO L’ASSOCIAZIONE PRIVATA FONDATA DAGLI ORCHESTRALI...

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...