john elkann donald trump

STELLANTIS CADENTE! – PER IL GRUPPO AUTOMOBILISTICO PUÒ FINIRE MALE CON GLI EVENTUALI DAZI DI TRUMP SUI PRODOTTI IMPORTATI DA MESSICO E CANADA: E’ IN QUEI PAESI CHE STELLANTIS PRODUCE IL 40% DELLE AUTO CHE POI FINISCONO NEGLI STATI UNITI – SAREBBE UNA MAZZATA SU UN MERCATO NEL QUALE IL GRUPPO GUIDATO DA JOHN ELKANN HA AVUTO DUE PROBLEMI PRINCIPALI: LA MANCANZA DI MODELLI NEI SETTORI CHIAVE E I PREZZI TROPPO ALTI PER LE AUTO ESISTENTI RISPETTO ALLA CONCORRENZA (IN PARTICOLARE QUELLA DI FORD CHE SU MODELLI QUASI IDENTICI PROPONE AUTO MENO CARE DI 2-3 MILA DOLLARI) – L’ANALISI DEL DIRETTORE FINANZIARIO DOUG OSTERMANN…

Estratto dell’articolo di Franco Bechis per https://www.open.online

 

Doug Ostermann

Tre giorni dopo le dimissioni di Carlos Tavares il direttore finanziario (Cfo) di Stellantis, Doug Ostermann, ha incontrato gli analisti finanziari di Goldman Sachs specializzati nel settore automotive per cercare di tranquillizzare gli investitori. Ostermann, portato proprio da Tavares in Stellantis, ha ammesso le evidenti difficoltà del gruppo nel 2024, ma dicendosi certo del raggiungimento degli obiettivi 2025 […]

 

Ma sottoposto al fuoco di fila delle domande ha messo a nudo tutti i problemi del gruppo ora guidato da John Elkann e non ha nascosto i problemi seri che potrebbero venire nell’importante mercato americano dopo l’elezione di Donald Trump alla presidenza Usa per la sua minaccia di dazi.

 

CARLOS TAVARES JOHN ELKANN

Naturalmente Ostermann non ha potuto evitare le domande sulla rottura con Tavares. Ha cercato di svicolare, premettendo di avere lavorato 4-5 anni «con Carlos per cui ho un enorme rispetto. Tutti i dipendenti di Stellantis gli sono molto grati per il contributo che ha dato nel riunire l’azienda, nell’unire inizialmente due gruppi diversi delle due organizzazioni in un’unica squadra e nel realizzare gran parte del potenziale di sinergia nei primi anni».

 

Però negli «ultimi 3-6 mesi» è emersa una divergenza con gli altri membri del cda: «Credo che ci sia stato un certo disaccordo su quali dovessero essere le priorità e su come gestire l’azienda nel periodo rimanente del suo mandato, che sarebbe stato di 15, 16 mesi, e credo che la maggior parte di questi argomenti riguardasse questioni tattiche su come gestire l’azienda in quel periodo di tempo a breve termine e su quali azioni dovessero essere intraprese per quanto riguarda le metriche a breve termine rispetto ai benefici a lungo termine dell’azienda».

 

CARLOS TAVARES JOHN ELKANN

Inoltre Tavares è caduto nel rapporto troppo duro con tutti gli interlocutori di Stellantis: «e con i nostri principali interlocutori», ha spiegato Ostermann, intendo i nostri concessionari, i nostri fornitori, i nostri sindacati, i governi di tutte le regioni in cui operiamo. Si tratta di aree in cui, a mio avviso, dobbiamo chiaramente riconquistare la fiducia. Quindi, credo che oggi il team di gestione sia fortemente intenzionato a lavorare su questo aspetto».

 

Il direttore finanziario di Stellantis sostiene però che sul piano industriale a medio lungo termine non ci sarà un cambio di strategia dopo l’uscita di Tavares, confermando anzi «gli elementi chiave della nostra strategia in termini di adozione di piattaforme multi-energia, di un piano di prodotti che ci ridurrà da circa 20 piattaforme a quattro piattaforme. La nostra strategia di asset light in Cina, la nostra partnership con Leapmotor, il nostro desiderio di costruire una sorta di terzo motore forte, tra America Latina, Medio Oriente-Africa (MEA) e India Asia Pacifico (IAP), come una sorta di diversificazione delle entrate dell’azienda.

 

CARLOS TAVARES JOHN ELKANN

Penso che siano tutte strategie molto solide. A posteriori, credo che alcune di esse si stiano rivelando ancora più forti di quanto pensassimo all’inizio. Quindi non credo che ci sia stata alcuna divergenza su questi aspetti. Non credo che ci saranno cambiamenti in questa direzione».

 

Le vere incognite riguardano però uno dei mercati principali di Stellantis, quello americano. Su cui a sentire Ostermann Stellantis ha avuto due problemi principali: la mancanza di modelli nei settori chiave e i prezzi troppo alti per le auto esistenti rispetto alla concorrenza, in particolate quella di Ford che in modelli quasi identici costavano meno di 2-3 mila dollari.

 

CARLOS TAVARES JOHN ELKANN - STELLANTIS

Il risultato è stato un cimitero di modelli invenduti nel parco scorte dei concessionari americani: dopo sforzi imponenti (anche finanziari: per vendere le scorte Stellantis ha pagato fior di incentivi ai consumatori) per il loro smaltimento ancora a fine novembre erano 310 mila unità. Ma per scendere a questo livello – ha spiegato il direttore finanziario di Stellantis – «alcuni impianti, fondamentali per la nostra produzione, sono stati fermati per correggere la situazione delle scorte. Quindi non siamo stati in grado di fornire molte vendite di flotte a novembre e questo ha avuto un impatto sulla nostra quota di mercato, ma si tratta di una situazione temporanea».

 

carlos tavares john elkann

La quota di mercato si è quindi ridotta. L’idea era di lanciare nuovi modelli nel 2024, soprattutto il sostituto di Cherokee che negli Usa è in un segmento che vale il 20% del mercato. Forse arriverà nella seconda parte del 2025: «Non abbiamo alcun prodotto in questo segmento», ha ammesso Ostermann, «si tratta quindi di un grosso buco per noi che ha un impatto, ovviamente, sulla quota di mercato, sulla nuova Charger Challenger, che sarà la Charger Daytona in arrivo, sulla Wagoneer, e sulla Recon».

 

STELLANTIS PRODUCE IL 40% DELLE AUTO USA IN CANADA E MESSICO, SU CUI TRUMP METTERÀ I DAZI

Mentre si attendono nuovi modelli che anche in Europa stanno tardando non poco (come la Grande Panda) Stellantis potrebbe ricevere una botta considerevole dall’arrivo di Trump alla presidenza degli Stati Uniti e dal varo annunciato dei dazi sia sulla Cina che su Messico e Canada come ritorsione per il mancato controllo dei loro confini assai permeabili dai migranti. Gran parte del piano di sviluppo di Stellantis si basa infatti sui modelli elettrici e sull’alleanza anche societaria stretta con i cinesi di Leapmotor, che da questi dazi verrebbero colpiti probabilmente non solo negli Stati Uniti.

 

John Elkann, Carlos Tavares, Luca Napolitano con la nuova lancia Ypsilon

Ma sono un problema grosso anche quelli annunciati in America: Ostermann ha spiegato che il 40% dei modelli venduti negli Usa «sono fabbricati in Canada e in Messico, dove abbiamo ottimi impianti: ottima qualità, ottimi costi». È evidente che se già il problema di Stellantis in Usa era quello dei prezzi troppo alti rispetto alla concorrenza, i dazi su Messico e Canada sarebbero una stangata letale per l’azienda.

 

Il direttore finanziario di Stellantis ha provato a tranquillizzare gli analisti di Goldman Sachs: «Come abbiamo fatto con le passate amministrazioni Usa, speriamo di avere un buon dialogo, di dare loro dei buoni suggerimenti». Ma è sembrata agli uditori una supercazzola tutt’altro che tranquillizzante.

GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN STELLANTIS

 

Così Ostermann ha spiegato il piano B: Stellantis già oggi produce alcuni modelli Ram parte in Michigan e parte in Messico: «Abbiamo flessibilità, e potremmo spostare in Usa quel mix». Ha spiegato anche che Stellantis ha uno stabilimento sottoutilizzato a Belvidere in Illinois, che potrebbe anche essere allargato: «Potremmo spostare lì la nostra capacità produttiva». Ma certo non si farebbe in pochi mesi, e quindi il 2025 è tutt’altro che rassicurante per l’importante mercato Usa.

 

Sul mercato europeo Stellantis ha invece dovuto allungare i tempi per la produzione dei nuovi modelli. Questione di software a bordo: «Stiamo introducendo queste quattro nuove piattaforme», ha spiegato Ostermann. «Molte di esse vengono introdotte in stabilimenti che non hanno mai prodotto veicoli di queste dimensioni. Questi nuovi veicoli, in pratica, sono i primi a partire da queste piattaforme nuove di zecca in stabilimenti spesso non nuovi per il nostro sistema, ma che producono per la prima volta energia multipla.

 

Abbiamo visto che molti dei nostri concorrenti hanno avuto problemi soprattutto con il software. Anche noi non ne siamo stati immuni. Quindi vogliamo fare le cose per bene. E questo spesso determina se il consumatore, nei primi giorni, ha un’esperienza fantastica o deludente. Per questo motivo, è estremamente importante che il primo cappello di una nuova piattaforma sia ben fatto[…]». […]

 

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)