huawei giuseppe conte emmanuel macron

TAKE MY BREATH HUAWEI – ITALIA E FRANCIA SONO ENTRAMBE AL LAVORO PER PROTEGGERE LE RETI, CHE CON L’AVVENTO DEL 5G DIVENTERANO NODI SEMPRE PIÙ CENTRALI E STRATEGICI DI INFORMAZIONI E DATI - LA CAMERA HA APPROVATO IL DECRETO CHE RAFFORZA IL GOLDEN POWER, MA NEL FRATTEMPO DI MAIO E CONTE FLIRTANO CON XI JINPING. IN FRANCIA PHILIPPE HA FIRMATO UN PATTO DI SICUREZZA INFORMATICA DI TRE ANNI CON OTTO SOCIETÀ E...

 

 

Le convergenze parallele di Italia e Francia su 5G e cyber security

Michele Pierri per www.formiche.net

 

IL CASO GOOGLE HUAWEI BY OSHO

Procedono paralleli ma quasi in sincrono i progetti di Italia e Francia per proteggere le reti e i sistemi dei propri campioni nazionali e dei gangli vitali della nazione. Se la Camera ha approvato in via definitiva il decreto che istituisce il perimetro di sicurezza nazionale cibernetica e rafforza il Golden Power per il 5G, nella stessa giornata il governo francese ha firmato un patto di sicurezza informatica di tre anni con otto delle principali società del Paese.

 

xi jinping conte

LO SCENARIO

Le mosse italo-francesi, che rafforzano ulteriormente il quadro di misure già implementato con la direttiva europea Nis a supporto della infrastrutture critiche, giungono in momento delicato nel quale le minacce cyber aumentano esponenzialmente e, per questo, le principali nazioni del mondo intensificano gli accordi di sicurezza sulla scia dei recenti incidenti di hacking di alto profilo.

LA GUERRA DI DONALD TRUMP A HUAWEI

 

CHE COSA FA L’ITALIA

Il provvedimento introduce nuovi obblighi per soggetti pubblici e privati che saranno definiti con futuri Dpcm; un Centro di valutazione e certificazione nazionale (Cvcn) con poteri anche sulle forniture Ict; e un rafforzamento della normativa sui poteri speciali anche sul 5G. Una misura, questa, particolarmente apprezzata oltreoceano (l’inquilino della Casa Bianca Donald Trump l’ha elogiata durante la recente visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella), dove da tempo si chiede di aumentare il livello di attenzione sulle nuove reti e, in particolare, di tenervi fuori – per possibili rischi di spionaggio – i colossi cinesi che le forniscono, Huawei e Zte.

conte macron

 

Il decreto interviene anche sulle procedure di segnalazione degli incidenti su reti, sistemi informativi e sistemi informatici rientranti nel perimetro di sicurezza nazionale cibernetica: i relativi soggetti (amministrazioni pubbliche, nonché enti oppure operatori nazionali, pubblici e privati) devono notificare l’incidente al Gruppo di intervento per la sicurezza informatica in caso di incidente (Computer Security Incident Response Team, Csirt) italiano. Il Csirt – solo pochi giorni fa è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto recante disposizioni sull’organizzazione e il funzionamento dello stesso – procede poi a inoltrare tempestivamente tali notifiche al Dipartimento delle informazioni della sicurezza (Dis).

huawei a shenzhen 1VIRGINIA RAGGI HUAWEI

 

PROTEGGERE LA DIFESA

Per tamponare questa emergenza, invece, l’esecutivo transalpino, evidenzia Reuters, ha dichiarato di aver siglato un’intesa – per la quale non sono stati resi noti dettagli finanziari – con alcuni colossi nazionali del settore difesa: Airbus, Dassault Aviation, Thales, Safran, Ariane group, Mbda, Naval Group (possibile partner di Fincantieri in una futura joint venture sul militare) e Nexter.

 

macron conte

PARIGI E LA CYBER SECURITY

GIUSEPPE CONTE DONALD TRUMP

La misura francese è solo l’ultima in ordine di tempo a protezione dello spazio cyber francese. Formiche.net ha raccontato come quarantaquattro milioni di euro siano stati di recente impegnati in un primo edificio di oltre 11mila metri quadrati, realizzato secondo i più alti standard di sicurezza; un nuovo passo con il quale Parigi, nel cuore della Bretagna, a sud-ovest di Rennes, nel comune di Saint-Jacques-de-la-Lande, ha installato un nuovo centro all’avanguardia per il contrasto di cyber attacchi militari, ma anche civili.

La scelta del luogo dove posizionare il centro non è stata casuale. Nella regione c’è già uno dei distretti informatici più importanti al di fuori della ricca area della capitale.

macron conte

 

Nell’area sono insediate oggi più di 140 aziende, di grandi e piccole dimensioni (colossi come Orange e Thales, o giovani start-up innovative come Secure-IC), con un fatturato medio annuo di 2 milioni di euro. Si tratta di realtà che danno lavoro a 8mila dipendenti, aumentati del 50% negli ultimi due anni, ha scritto Les Echos. Il tutto affiancato da specifici corsi di studio per ingegneri informatici, come quelli a Vannes. A Rennes, invece, c’è un centro d’eccellenza cyber con ambizioni internazionali, nato nel 2014, che riunisce cinquanta attori tra accademia, grandes écoles, gruppi e Pmi, ma anche il ministero della Difesa e la regione bretone.

GIUSEPPE CONTE E DONALD TRUMP

 

I PROGETTI DELLA DIFESA

Di qui la scelta del dicastero guidato da Florence Parly di assegnare al progetto (nato sotto il precedente ministro Jean-Yves Le Drian) un budget di 130 milioni di euro fino al 2025, una cifra che consentirà la costruzione di altri due edifici all’interno di questo nuovo comprensorio militare. Saranno circa quattrocento i cyber soldati che gradualmente lavoreranno nell’edificio appena inaugurato, chiamato ‘Comandante Baudouin’, dal nome di uno specialista in crittografia durante le due guerre mondiali. Il loro numero è destinato a raddoppiare nel giro di 5 anni.

GOOGLE ANDROID VS HUAWEI

 

Secondo le autorità transalpine, il centro di Rennes servirà prevalentemente a pianificare e condurre operazioni nello spazio cibernetico. E sarà collegato – come nel modello israeliano – al polo locale, la citata Cyberdefense Factory, che oltre ad essere attrattiva per le imprese sarà animato dal comando militare della cyber defence (Comcyber), creato nel 2017 e guidato oggi dal generale di divisione aerea Didier Tisseyre.

 

UN RISCHIO ELEVATO

THOMAS MIAO CON VIRGINIA RAGGI

La difesa delle aziende nazionali da parte di attori sempre più aggressivi è uno dei temi che impegna di più i servizi di intelligence nazionali di ogni Paese occidentale e anche la Francia di Emmanuel Macron. È di settembre la notizia secondo la quale il gigante aerospaziale europeo Airbus (da poco insediatosi a Rennes) sarebbe stato colpito da una serie di attacchi da parte di hacker che hanno preso di mira i suoi fornitori per cercare di segreti tecnici.

 

TRA TECNOLOGIA E PROTEZIONE

conte macron

Si basa su questo tipo di allarmi, si è evidenziato su queste colonne, la decisione di investire in nuove misure cyber e di dotare il Sisse (acronimo di Servizio di informazione strategica e sicurezza economica) di un “Commissario per il Digitale” (in inglese si definirebbe un Chief Digital Officer) e di poteri più penetranti in materia di sicurezza economica. A questo obiettivo è votata la nuova missione dell’organo: quella di “anticipare la rilevazione di allarmi per gli interessi economici della nazione” attraverso l’uso dei Big Data e dell’Intelligenza artificiale. Il Sisse analizzerà una “massiccia quantità di dati” sulle aziende straniere intente ad acquistare, in parte o per intero, le start-up francesi. E lo farà anche in cooperazione con il mondo imprenditoriale d’Oltralpe.

giuseppe conte donald trump 8giuseppe conte donald trump 7donald trump giuseppe conte justin trudeaudonald trump giuseppe contegiuseppe conte donald trump 9

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?