steven mnuchin mark zuckerberg libra

TANA “LIBRA” TUTTI – DOPO TRUMP E POWELL, ANCHE IL SEGRETARIO DEL TESORO USA ATTACCA LA CRIPTOVALUTA DI FACEBOOK: MNUCHIN HA INVOCATO LA SICUREZZA NAZIONALE E HA PROMESSO CHE GLI UTENTI SARANNO PROTETTI CONTRO GLI ABUSI – DIFFICILMENTE ZUCKERBERG RIUSCIRA' A CONVINCERE I REGOLATORI AD APPROVARE LIBRA, E SENZA REGOLE C’È IL RISCHIO DI CREARE UNA NUOVA BOLLA BITCOIN – VIDEO

 

Flavio Pompetti per “il Messaggero”

 

steve mnuchin

Libra, la criptovaluta che Facebook vorrebbe lanciare il prossimo anno è in realtà «lontana anni luce» dall'obiettivo di convincere i regolatori statunitensi e ottenere l'approvazione necessaria per iniziare a circolare tra i consumatori. Il tesoriere Steven Mnuchin ieri ha aggiunto le sue critiche e i suoi sospetti a quelli che nell'ultima settimana erano già stati espressi da Donald Trump e dal direttore della Fed Jerome Powell.

 

libra, la criptovaluta di facebook 7

Mnuchin ha invocato la sicurezza nazionale per giustificare le sue preoccupazioni, e ha promesso che gli utenti saranno protetti contro ogni possibile abuso. L'idea di lanciare a tempo breve una moneta virtuale all'interno del social network, annunciata solo due mesi fa da Zuckerberg, ha incontrato negli Usa l'immediato scetticismo di quanti guardano con sospetto crescente alle grandi aziende di informatica.

libra, la criptovaluta di facebook 11

 

I TIMORI PER LA PRIVACY

Le critiche poggiano su un anno di rivelazioni di quanto sottile sia diventata la privacy di chi comunica sul web, e dei grandi interessi commerciali che girano intorno alla vendita dei dati personali degli utenti. Giovedì scorso la commissione federale per il Commercio ha chiuso la pratica Cambridge Analytica, che riguarda appunto i dati di milioni di clienti Facebook negli Usa, venduti dall'azienda di Menlo Park all'agenzia britannica, e poi rielaborati a favore della campagna elettorale di Donald Trump nel 2016. La FTC ha deciso che Facebook dovrà pagare una multa di 5 miliardi di dollari per quella violazione.

libra, la criptovaluta di facebook 10

 

L'indignazione che questa storia ha suscitato era palpabile al Congresso ieri, quando il manager che Zuckerberg ha scelto per lanciare Libra, l'ex co-ideatore di Paypal David Marcus, si è seduto davanti ai politici per illustrare il progetto della criptovaluta. Marcus ha tentato un approccio di totale umiltà: «So che dovremo riconquistare da zero la fiducia dei consumatori», ma i rappresentanti dei due partiti lo hanno aggredito con pari violenza: «Sono anni che chiedete la nostra fiducia ha detto il senatore Sherrod Brown e ogni volta che ve la diamo, restiamo scottati dall'esperienza».

 

IL PRECEDENTE

steven mnuchin

Sullo sfondo della proposta di Facebook c'è l'esperienza dei Bitcoin, la prima moneta virtuale lanciata dieci anni fa con l'apporto finanziario dei fratelli Winklevoss, a loro volta partner iniziali di Zuckerberg in Facebook. In totale assenza di regole lo scambio della valuta ha dato luogo spesso a transazioni ambigue e poco sicure, anche per finanziare attività criminali e acquisti illegittimi.

 

DONALD TRUMP JEROME POWELL

«Ho serie preoccupazioni ha detto il direttore della Fed Jerome Powell per i risvolti di legalità, la protezione dei consumatori e la stabilità finanziaria» che l'uso delle criptovalute possono innescare. «Libra non ha una base legale, né una sua affidabilità gli ha fatto eco Donald Trump Se Facebook e altre aziende vogliono farsi banca, devono seguire la trafila ben nota e comune a tutte le altre banche».

mark zuckerberg 1

 

Marcus ha fatto del suo meglio per rassicurare i politici che Facebook non ha nessuna intenzione di stampare valuta alternativa al dollaro, reale e o virtuale che sia, e tantomeno di creare una criptovaluta. Libra sarà un metodo di pagamento all'interno della rete sociale.

 

libra, la criptovaluta di facebook 8

Ma l'atmosfera che la circonda è di grande scetticismo, rivolto non solo a Facebook, ma alle altre grandi aziende Usa della I-tech. Nel pomeriggio di ieri i manager della società sono tornati a Capitol Hill insieme a quelli di Apple e di Google per rispondere a simili accuse di manipolazione dei dati, e dei tentativi di ridurre la concorrenza con manovre sleali. Per la prima volta nell'ultimo mese, la valutazione dei Bitcoin è scesa sotto i 10.000 dollari, sulla scia dei timori per un intervento regolatore che sembra ormai molto vicino.

Flavio Pompetti

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)