klaus regling

TARDI, MA CI ARRIVANO TUTTI: BASTA AUSTERITÀ! -  IL FALCO KLAUS REGLING, IL DIRETTORE DEL FAMIGERATO MES, APRE LE DANZE SULLA RIFORMA DEL PATTO DI STABILITÀ E PROPONE DI RIVEDERE AL RIALZO IL VINCOLO PREVISTO PER IL DEBITO PUBBLICO, DAL 60 AL 100% DEL PIL - PER L’ITALIA SAREBBE UNA GROSSA BOCCATA D’OSSIGENO, IL PROBLEMA È CHE PER RITOCCARE LE REGOLE SERVE L’UNANIMITÀ DEI 27 GOVERNI DELL’UE…

Federico Fubini per il "Corriere della Sera"

 

klaus regling

A torto o a ragione, è l'uomo percepito da molti come uno dei portabandiera dell'ordo-liberismo tedesco che ha dominato le scelte dell'area euro un decennio fa. Di certo è stato uno degli architetti del Patto di stabilità, oggi sospeso a causa della pandemia. È stato dall'inizio il punto di riferimento della troika in Grecia, in Portogallo, in Irlanda o in Spagna, perché il denaro veniva prestato dall'istituzione di cui lui era - ed è - al vertice.

 

angela merkel olaf scholz

Klaus Regling però ieri ha smentito in un colpo tutti i cliché sul suo conto, lasciando uscire dal Meccanismo europeo di stabilità (Mes) una proposta che apre i giochi in vista di un cambio delle regole di bilancio in Europa.

 

La sua iniziativa non quadra con la reputazione che da anni circonda Klaus Regling in Europa del Sud: rappresenta un allentamento ragionato e motivato dei vincoli sul debito e, durante le recessioni, anche sulla spesa pubblica. L'aspetto più nuovo è l'idea di rivedere al rialzo il vincolo previsto per il debito pubblico dal 60% del prodotto lordo (Pil), stabilito nel 1991 con il Trattato di Maastricht, fino al 100%.

PROTESTE IN GRECIA CONTRO L AUSTERITY

 

La strada che dovrebbe coprire l'Italia sarebbe meno lunga e magari da percorrere a un passo meno insostenibile, perché si immagina anche una revisione della norma che esige ogni anno il calo del debito di un ventesimo della distanza dalla soglia.

 

Per chiarezza: se le regole europee tornassero in vigore nel 2023 così come sono scritte oggi, l'Italia dovrebbe ridurre il debito pubblico di quasi il 5% del Pil all'anno (mai successo dal 1947), oppure finire soggetta a una procedura di Bruxelles per molti anni. Formalmente, quello del Mes è solo uno studio tecnico di sei economisti assunti nello staff oggi o nel passato recente.

 

olaf scholz

Nella sostanza però Regling ha dato il suo appoggio alla proposta e soprattutto ha scelto con cura i tempi dell'uscita: nel pieno del negoziato a Berlino sul programma della coalizione «semaforo» fra i socialdemocratici del cancelliere in pectore Olaf Scholz, i verdi e i liberali che ambiscono al ministero delle Finanze con l'ordoliberista Christian Lindner. Non è plausibile che il tedesco Regling abbia preso un'iniziativa del genere senza prima avvisare la cerchia di Scholz, il quale per anni è stato il primo azionista del Mes in qualità di ministro delle Finanze di Berlino.

 

Resta da capire perché il direttore generale del fondo salvataggi abbia scelto di aprire adesso, a negoziati in corso in Germania, la partita di scacchi del nuovo Patto di stabilità.

klaus regling

 

Probabilmente sta cercando di anticipare il consolidarsi di un accordo di governo a Berlino che sia troppo rigido su questo tema e ostacoli poi una revisione ragionevole con gli altri governi a Bruxelles l'anno prossimo. Per ora infatti socialdemocratici, verdi e liberali tedeschi pensano solo a mettere fuori bilancio alcuni investimenti - soprattutto quelli per l'ambiente - lasciando però le regole europee sostanzialmente intatte.

 

PROTESTE IN GRECIA CONTRO L AUSTERITY

 La proposta di Regling ribalta questa strategia minimalista che circola a Berlino. Il ritocco della soglia di debito al 100% riflette il fatto che il costo da interessi, molto più basso di trent' anni fa, rende più sostenibili oneri nominalmente più alti.

 

Secondo lo studio del Mes, per questo ritocco delle regole servirebbe l'unanimità dei 27 governi ma senza complicati cambi del Trattato europeo con relative ratifiche nazionali. Il documento del fondo salvataggi propone invece di mantenere per il deficit il limite del 3% del prodotto e aggiunge vincoli meno draconiani di quanto siano (sulla carta) quelli del Patto di stabilità attuale.

meccanismo europeo di stabilita' 1

 

Per ridurre il debito nelle fasi positive, ogni governo dovrebbe mantenere un certo surplus di bilancio prima di pagare gli interesse e dovrebbe anche lasciar crescere la spesa pubblica meno di quanto cresca l'economia. Nelle recessioni invece la spesa pubblica potrebbe continuare a salire anche un po' più che in tempi normali, in modo da stabilizzare l'economia stessa. Il confronto sui dettagli sarà per il 2022, ma il senso politico della mossa di Regling è che i giochi sono aperti.

klaus regling

 

Non c'è scelta del resto. Senza nuove regole, buona parte dell'area euro finirebbe nella morsa di una procedura fra poco più di un anno. Intanto la Commissione ha avviato una «consultazione» sul tema fino alla fine dell'inverno, guadagnando tempo. A Bruxelles si capisce perfettamente che il confronto fra i governi non entrerà nel vivo prima di giugno, quando sarà alle spalle il ciclo elettorale francese. E per allora - metà del 2022 - all'Italia spetterà un ruolo delicato: solo se avrà un governo credibile e potrà vantare un'esecuzione decente del Recovery, altri governi si sentiranno abbastanza sicuri da concedere un allentamento del Patto di stabilità.

PROTESTE ANTI AUSTERITY A MADRID meccanismo europeo di stabilita'meccanismo europeo di stabilita' 2Klaus Regling

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…