cina terre rare

TERRE RARE? TERRE CARE!  – L'AUMENTO DEI PREZZI DEI 17 ELEMENTI CHIMICI FONDAMENTALI PER BATTERIE, MAGNETI, SCHERMI DELLO SMARTPHONE E MATERIALI PER L’EDILIZIA, STA METTENDO IN GINOCCHIO LE IMPRESE – E INDOVINATE CHI C’E’ DIETRO ALL'AUMENTO DEI PREZZI? LA CINA! – L’80% DELLE TERRE RARE VIENE DAL GIGANTE ASIATICO, CHE NE DETIENE IL MONOPOLIO E CONTROLLA QUEI MINERALI DA DECENNI - LA PROFEZIA DI DENG XIAOPING NEL 1992

Giuliano Balestreri Claudia Luise per "la Stampa"

 

terre rare

La prima crisi delle terre rare risale a dieci anni fa, quando tra il 2011 e il 2012 il prezzo del neodimio passò da 100 a 700 dollari al chilo. Quello del disprosio da 100 arrivò a duemila dollari. A causare l' esplosione dei prezzi fu la decisione unilaterale della Cina di dimezzare le esportazioni. Oggi la situazione non è così tesa, ma il rischio guerra fredda è dietro l' angolo. Basti pensare che il prezzo del silicio, presente in tutti i componenti elettronici, è aumentato in dodici mesi dell' 83%.

terre rare 2

 

E anche le terre rare sono ovunque: dai colori dello schermo dello smartphone alla sua vibrazione; dalle batterie per le auto elettriche ai magneti delle pale eoliche. Come a dire che la ripresa economica e la transizione energetica passano attraverso 17 elementi chimici che prendono il nome di terre rare e che pure essendo praticamente sconosciuti, condizionano la nostra vita. Anche perché sono finiti nell' elenco delle materie prime le cui quotazioni sono esplose negli ultimi mesi.

 

Con la differenza che a fare il prezzo delle terre rare non è il mercato, ma la Cina che ne controlla l' 80% della produzione.

 

Un' incognita che rischia di zavorrare una ripresa già frenata dalla difficoltà di reperire sul mercato componenti e materiali di ogni: «Mancano anche i ponteggi per l' edilizia» si sfoga Giuseppe Provvisiero, presidente dell' omonima Holding Costruzioni. D' altra parte il petrolio è ai massimi da due anni e in dodici mesi il rame è rincarato del 150% e l' alluminio.

terre rare 1

 

«Le terre rare non sono affatto rare. Per esempio è molto più difficile trovare l' oro che il lantanio, ma il primo è regolato da riserve e accordi internazionali, mentre per l' altro non c' è niente» osserva Andrea Ferrari, head of innovation strategy di Rina Consulting che ha partecipato insieme all' Unione europea - unica società italiana - a uno studio sull' utilizzo delle terre rare: «Sono nei microchip, nelle batterie e sono nei magneti che muovono le pale eoliche. Sono così utilizzati perché compatti e leggeri. Per esempio su una Tesla ci sono circa 50 chili di neodimio». Su un F35 le terre rare arrivano a oltre 400 chilogrammi. Abbastanza perché ogni rialzo dei prezzi faccia sussultare le imprese della difesa e della tecnologia.

 

produzione di terre rare 1

Ma il controllo cinese dei minerali ha radici lontane. Nel 1992 l' allora presidente Deng Xiaoping disse che «se il Medio Oriente ha il petrolio, la Cina ha le terre rare». Una profezia a cui pochi hanno dato peso per anni anche perché l' utilizzo dei minerali è stato limitato fino all' inizio del millennio e la loro reperibilità non è mai stata in discussione: Pechino era "magazzino" così efficiente da smantellare tutte le attività estrattive in Occidente. E così, prima di tagliare le esportazioni, nel 2009, la Cina ha estratto il 97% della produzione mondiale.

 

produzione di terre rare 2

Un monopolio solo lievemente intaccato da Stati Uniti e Australia che oggi arrivano al 15% della produzione globale. Uno scenario tutt' altro che favorevole alla ripresa economica: «L' aumento delle materie prime, la carenza dei materiali di base e gli elevati costi di spedizione contribuiscono all' inflazione dei costi di produzione» spiega Morgane Delledonne, Capo della ricerca di Global X secondo cui le terre rare continueranno a salire perché sono «fondamentali per la produzione dei magneti utilizzati nei veicoli elettrici e nelle tecnologie pulite come le turbine eoliche». Come a dire che la transizione verde alimenterà ulteriormente il caro materie prime.

domanda di metalli

 

Il problema è trasversale a tutti i settori: «Abbiamo difficoltà a reperire l' acciaio. Facciamo ordini che prevedono consegne a distanza di un anno, ma i prezzi sono quasi raddoppiati e non possiamo rivalerci sui nostri clienti perché i contratti sono già firmati» racconta Gabriella Bocca, ad della Lamebo di Leinì, azienda metalmeccanica che esporta in oltre cento Paesi.

 

Francesco Nalini, ad di Carel sottolinea come le «materie prime segnino un aumento dei prezzi del 50%, mentre sui componenti elettronici il problema è il reperimento». Carlo Alberto De Casa, analista indipendente, sintetizza: «Stiamo vivendo un piccolo boom dell' economia che si sta scontrando con la scarsità di materie prime e componenti. Se mancano i microchip possono andare in crisi diversi settori».

crisi materie prime 2

 

A cominciare dall' auto con la fabbrica Seat di Martorell, in Catalogna, che ha annunciato tre giorni di chiusura per questo motivo. Di certo la crisi non sarà passeggera, la carenza di semiconduttori avrà un impatto su tutto l' anno: «Le economie e le imprese occidentali stanno rivalutando la loro dipendenza dalle catene di approvvigionamento che attraversano Paesi stranieri, il desiderio di accelerare le forniture di terre rare arriva in mezzo a una grave carenza di semiconduttori. Questo porterà a più investimenti nella progettazione e produzione di chip nei mercati nazionali» chiosa Delledonne.

produzione microchip

 

 D' altra parte l' Ue vuole portare la sua produzione di chip al 20% dell' offerta mondiale entro il 2030. La crisi spaventa gli imprenditori: «Produciamo schede elettroniche e usiamo chip che sono diventati introvabili» dice Tiziano Ianni, presidente della Tecno System, secondo cui il problema «è dovuto alla speculazione dei grandi produttori». Sulla stessa lunghezza d' onda Giorgio Garola della Scam: «Lavoro con i metalli e sto provando a mantenere delle forniture europee ma faccio fatica. Questa situazione sta influendo sui costi e sui tempi di consegna dei prodotti. Non riusciamo a rientrare nelle spese».

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”