fabbrica mascherine industria coronavirus produzione

TOCCA FARE ALTRI BOLLETTINI, ALTRETTANTO MORTIFERI: QUELLI ECONOMICI - LA FIDUCIA DELLE IMPRESE È AI MINIMI DA QUANDO VIENE MISURATA, MENTRE QUELLA DEI CONSUMATORI È SCESA AI LIVELLI DEL 2013. IN ALCUNE CATEGORIE GLI INDICI SONO DIMEZZATI - PESSIMI I DATI SULLE ESPORTAZIONI, AUMENTA PARECCHIO L'IMPORT DALLA CINA. DOPPIA FREGATURA: PRIMA CI ''REGALANO'' IL VIRUS, POI ESSENDO L'UNICO PAESE MANIFATTURIERO A NON ESSERSI MAI FERMATO (SALVO LA REGIONE DI WUHAN), CI VENDONO TUTTO

 

Roberto Giovannini per www.lastampa.it

 

"L'emergenza sanitaria in corso continua ad influenzare negativamente il clima di fiducia degli operatori economici: per i consumatori l'indice raggiunge il valore più basso da dicembre 2013; per le imprese registra il valore minimo dall'inizio della serie storica, a marzo 2005". Lo dice l’Istat, che stamani ha diffuso i dati di maggio sulla fiducia di consumatori e imprese. Per la precisione, l'indice del clima di fiducia dei consumatori si attesta a 94,3 punti, ai minimi da dicembre 2013, mentre l'indice composito del clima di fiducia delle imprese si ferma a 51,1 punti, ai minimi dall'inizio della serie storica da marzo 2005.

 

fabbrica coronavirus 1

L'Istat, nel ricordare che ad aprile l'indagine era stata sospesa per l'emergenza sanitaria, dice che nel confronto dei dati di maggio con quelli relativi a marzo si segnalano flessioni per tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori. La diminuzione è marcata per il clima economico e corrente, mentre il clima personale e quello futuro registrano diminuzioni contenute. Il clima economico passa da 94,4 a 71,9, il clima personale cala da 102,4 a 100,9, il clima corrente cade da 104,8 a 95,0 e il clima futuro decresce solo lievemente, passando da 93,3 a 93,1.

 

Con riferimento alle imprese, prosegue l'Istat, le stime degli indici evidenziano una caduta della fiducia, rispetto a marzo 2020, nel settore dei servizi di mercato (l'indice passa da 75,7 a 38,8), del commercio al dettaglio (da 95,6 a 67,8) e delle costruzioni (da 139,0 a 108,4). Nella manifattura, l'indice di fiducia registra una flessione relativamente più contenuta, passando da 87,2 a 71,2, mantenendosi comunque su livelli storicamente bassi. "Per quanto riguarda le imprese, si rilevano livelli bassi di fiducia soprattutto nei servizi di mercato mentre la manifattura evidenzia una maggiore tenuta", aggiunge l'istituto di statistica.

 

i cartelli nei negozi del centro di roma che rischiano di chiudere 9

Per quanto attiene alle componenti dell'indice di fiducia, continua l'Istat, nell'industria manifatturiera peggiorano, rispetto a marzo 2020, i giudizi sugli ordini mentre le scorte di prodotti finiti sono giudicate in accumulo; le attese di produzione subiscono un'ulteriore diminuzione. Per le costruzioni, la flessione dell'indice è causata da un forte peggioramento dei giudizi sugli ordini; relativamente più contenuto il calo delle aspettative sull'occupazione presso l'impresa.

 

Nei servizi di mercato, il calo dell'indice rispetto a marzo 2020 è determinato da giudizi, sia sugli ordini sia sull'andamento generale dell'azienda, in forte peggioramento; si segnala invece un miglioramento delle aspettative sugli ordini, che tuttavia rimangono su livelli storicamente bassi. Con riferimento al commercio al dettaglio, crollano i giudizi sulle vendite e le scorte di magazzino sono giudicate in forte accumulo. Si registra un calo contenuto delle aspettative sulle vendite, dopo la caduta subita lo scorso marzo, conclude l'istituto di statistica.

COPERTINA THE ECONOMIST 4 APRILE 2020 - A GRIM CALCULUS

 

Pessimi – come era facile immaginare – anche i dati sull’andamento delle esportazioni. Ad aprile il peggioramento delle condizioni della domanda internazionale e le misure di contenimento dell'epidemia da Covid-19 adottate in Italia e nei principali paesi partner, determinano "un'eccezionale contrazione" dell'export verso i paesi extra Ue. Si stima per l'interscambio commerciale con i paesi extra Ue27 una netta riduzione congiunturale per le esportazioni (-37,6%) e, in misura meno ampia, per le importazioni (-12,7%). Ad aprile l'export e' in netto calo anche su base annua (-44,2%). Si tratta della "caduta tendenziale dell'export più ampia registrata dalla nascita del mercato unico europeo nel 1993".

 

Alla caduta tendenziale dell'export - spiega l'Istat nel commento - contribuisce per 20 punti percentuali la netta riduzione delle vendite di beni strumentali. In deciso calo anche l'import, alla cui flessione tendenziale contribuisce maggiormente la diminuzione degli acquisti di energia e beni intermedi (rispettivamente per 15 e 8 punti percentuali). La più marcata discesa dell'export, rispetto all'import, si traduce in un saldo commerciale lievemente negativo.

 

 La diversa dinamica, in aumento, dell'import di beni di consumo non durevoli riflette in parte il forte incremento di acquisti dalla Cina di manufatti di materie tessili e, in particolare, di dispositivi e indumenti di protezione. Nel dettaglio, spiega l'Istat, la marcata contrazione su base mensile dell'export riguarda tutti i raggruppamenti principali di industrie, ed è particolarmente accentuata per beni di consumo durevoli (-77,0%) e beni strumentali (-45,6%). Dal lato dell'import, si rilevano ampie flessioni congiunturali per energia (-36,3%), beni di consumo durevoli (-26,7%) e beni strumentali (-19,9%); in aumento soltanto i beni di consumo non durevoli (+5,7%).

 

chiusi per virus

Nel trimestre febbraio-aprile 2020, la dinamica congiunturale dell'export è negativa (-20,1%), e sintesi di flessioni che interessano tutti i raggruppamenti, le più marcate per beni di consumo durevoli (-37,5%) ed energia (-28,9%). Nello stesso periodo anche per le importazioni il calo congiunturale (-18,1%) coinvolge tutti i raggruppamenti, ed è più ampio per energia (-33,6%) e beni di consumo durevoli (-28,6%). Su base annua, la caduta è generalizzata e più ampia per beni di consumo durevoli (-83,5%) e beni strumentali (-56,4%). Anche l'import segna una netta flessione tendenziale (-32,7%), con forti cali per quasi tutti i raggruppamenti, i più ampi per energia (-59,4%) e beni di consumo durevoli (-56,8%). Solo gli acquisti di beni di consumo non durevoli risultano in aumento (+4,3%).

 

Ad aprile l'export verso paesi Asean (-47,8%), Turchia (-47,6%), paesi Mercosur (-45,6%), paesi OPEC (-44,9%), Svizzera (-44,0%) e Stati Uniti (-43,4%), è in forte calo su base annua. Gli acquisti da Turchia (-65,4%), paesi Opec (-54,7%), Russia (-45,4%) e India (-44,2%) registrano flessioni tendenziali molto più ampie della media delle importazioni dai paesi extra Ue27. Sempre ad aprile, per l'area extra Ue, al netto del Regno Unito, si stima che l'export diminuisca del 37,5% su base mensile e del 44,3% su base annua. Anche l'import registra ampie flessioni sia sul mese (-12,6%) sia sull'anno (-32,2%). Il saldo commerciale è negativo, e pari a -741 milioni (+1,879 miliardi ad aprile 2019).

chiuso per virus

 

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)