UNIVERSAL IN ESPANSIONE - BOLLORÈ QUOTA LA MAJOR MUSICALE, VERA GALLINA DALLE UOVA D’ORO DI VIVENDI. CHE INFATTI IERI HA FATTO IL BOTTO IN BORSA: +19,62% - LA SOCIETÀ È DECOLLATA DOPO LA CRISI DEI PRIMI ANNI DUEMILA GRAZIE ALLO STREAMING E IL FINANZIERE BRETONE, DOPO AVERNE CEDUTO PER SEI MILIARDI IL 20% AI CINESI DI TENCENT, ORA VUOLE PASSARE ALLA CASSA…

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Leonardo Martinelli per "La Stampa"

 

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Ha fatto il botto ieri Vivendi, la media company di Vincent Bolloré, alla Borsa di Parigi: un balzo del 19,62% per azione a 31,22 euro. È stata la risposta all' operazione annunciata nel fine settimana: Vivendi distribuirà il 60% della controllata Universal Music Group (Umg), la major musicale, come «special dividend» fra i suoi azionisti, prima di quotarla, entro la fine dell' anno, alla Borsa di Amsterdam. Questo permetterà a Vivendi e al suo patron di tirare su nuovi miliardi da utilizzare nella campagna acquisti che il magnate sta conducendo nei media.

 

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In forte crisi negli anni Duemila, Universal (numero uno nel mondo, davanti alla giapponese Sony e all' americana Warner), è poi ri- decollata con il boom dello streaming su piattaforme come Spotify. Nel 2013 il gruppo nipponico Softbank aveva cercato di acquisire (invano) Umg per sei miliardi. Negli ultimi mesi Vivendi ha ceduto il 20% di Umg ai cinesi di Tencent per la stessa cifra, tanto per capire quanto la major (che ha sede a Santa Monica, in California e può contare su un catalogo eccezionale, dai Beatles a Lady Gaga) sia diventata la gallina dalle uova d' oro di Vivendi.

 

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Ebbene, ora Bolloré vuole passare alla cassa. Oltre ai sei miliardi intascati da Tencent, grazie alla nuova operazione Vivendi metterà le mani sul 20% di Universal. Potrà cedere tale quota almeno a sei miliardi (se le cose continuano ad andare bene come ieri in Borsa, anche molto di più). Intanto ha ottenuto più di dieci miliardi di euro di linee di credito. Insomma, Vivendi (e quindi Bolloré) avrà a disposizione un tesoretto di oltre 20 miliardi, da spendere per creare quel colosso nell' industria dei contenuti, di cui lui parla con insistenza da qualche anno.

 

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Negli ultimi tempi si era lanciato come una trottola isterica su svariati possibili deal. Adesso i soldi ci sono. Vivendi è entrata nel gruppo Lagardère e lì, in contrasto con un altro potente azionista, Bernard Arnault (ma che sarebbe già stanco della battaglia), punta a mettere le mani sulle attività internazionali dell' editore Hachette e sulla radio Europe 1. Poi, i tedeschi di Bertelsmann stanno vendendo in Francia la tv M6 e la radio Rtl e forse anche Antena 3 in Spagna, altre prede possibili di Bolloré.

 

Lui da poco ha acquisito a Madrid il 9% di Prisa (che controlla fra gli altri il quotidiano El Paìs e l' editore Santillana), ma potrebbe rafforzare quella quota.

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Da poco ha pure comprato il 12% della pay tv sudafricana Multichoice, ma potrebbe andare oltre. Vivendi già controlla il gruppo pubblicitario Havas, ma si sa che Bolloré da tempo ambisce a mettere le mani anche su Publicis (che per il momento non è in vendita). Bolloré userà parte del tesoretto perfino in Italia, dove già è primo azionista di Telecom e il secondo di Mediaset? Questo non è ancora chiaro.

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