commerzbank deutsche bank unicredit mustier

VAFFANBANKA - LE NOZZE (SALTATE) TRA DEUTSCHE BANK E COMMERZBANK FARANNO PARTIRE IL RISIKO BANCARIO IN ITALIA - SE UNICREDIT SI PAPPERA' UNA DELLE DUE BANCHE TEDESCHE, INTESA SANPAOLO NON STARA' A GUARDARE E MUOVERA' IL MERCATO INTERNO - UBIBANCA E BANCOBPM SI ANNUSANO, CON MASSIAH PRONTO A TENDERE LA MANO A CASTAGNA - BPER PUO' RESISTERE (PER UN PO') AGLI ASSALTI DI FONDI INTERNAZIONALI - ECCO TUTTE LE ALTRE PARTITE: CARIGE NELLE MANI DI BLACKROCK, LE BCC IN CERCA DI IDENTITA', MONTE DEI PASCHI DIMENTICATO DAL GOVERNO - ASSENTE AL TAVOLO: MEDIOBANCA

Da AffariBancari.com

 

deutsche bank commerzbank

Se la vecchia regoletta mediatico-finanziaria, secondo la quale il “no comment” conferma la notizia, allora vuol dire che è molto vicino alla verità l’interesse di Unicredit per CommerzBank. Stando a quanto riportato recentemente da più di un quotidiano, il colosso italiano guidato dal francese Jean Pierre Mustier potrebbe fare scacco sulla malconcia banca tedesca Commerz. Quest’ultima era data in sposa alla cugina locale Deutsche Bank, ma il matrimonio non s’ha da fare. E così – a sorpresa – potrebbe essere innescato un girotondo di compravendite e operazioni che manco il calciomercato estivo raccontato ai bei tempi da Maurizio Mosca. Tutto di stampo internazionale, ovviamente.

 

commerzbank 5

Finora, in effetti, abbiamo attraversato Francia, Italia e Germania, in un lampo. Ma restiamo dentro i confini italiani, che interessano di più i nostri lettori. Unicredit – che stamattina non ha commentato le indiscrezioni su CommerzBank – ha voglia di crescere e potrebbe correre a magiare un po’ di crauti a Berlino, ingrassare un po’ e poi andare a bussare a Parigi per capire che intenzioni ha Société Generale: la fusione di cui si racconta da più di un anno, a quel punto, non sarebbe alla pari. Anzi: Mustier si troverebbe quasi col coltello dalla parte del manico, senza dubbio in grado di dare le carte.

 

deutsche bank commerzbank 2

Ma se Unicredit uscirà allo scoperto, c’è da scommettere che IntesaSanpaolo non starà a guardare. Il ceo Carlo Messina vuole la medaglia d’oro del campionato bancario italiano sempre appuntata al petto e si dannerà pur di non scendere dal primo gradino del podio. L’acquisto – con tanto di assegno da 5 miliardi di euro staccato dai contribuenti italiani a giugno 2017 – delle due ex popolari venete non basta per garantire a Ca de’ Sass le dimensioni adeguate sia competere in Europa sia per restare a lungo il numero uno in Italia. Cosa studia, quindi, Messina? Come tutti i grandi banchieri, il top banker ha diversi dossier riservatissimi sul tavolo. Potrebbe essercene, a esempio, uno dedicato a UbiBanca e un altro su un eventuale spezzatino del Monte dei paschi di Siena.

 

carlo messina

UbiBanca, in ogni caso, non ci starebbe a farsi mangiare in un sol boccone. L’amministratore delegato Victor Massiah è determinato a preservare l’indipendenza del gruppo. Deve risolvere la grana giudiziaria, col maxiproceso a Bergamo per ostacolo alla vigilanza, ciò nonostante continua a tenere la barra dritta. Potrebbe accettare, eventualmente, un’operazione con BancoBpm, fino a qualche tempo fa impensabile, ma oggi ritenuta dagli osservatori meno dolorosa di altre manovre per Massiah che potrebbe tendere la mano al collega Giuseppe Castagna. Bper naviga, almeno nel breve periodo, in acque tranquille: con l’incorporazione di Unipol banca ha trovato una dimensione accettabile per galleggiare e il nuovo assetto azionario la preserva da assalti (immediati) di fondi internazionali. Le mini-popolari attendono l’aiutino del governo per dare il via all’aggregazione suggerita dalla Banca d’Italia: il progetto vede la Popolare di Bari capofila di un’operazione che riguarderebbe altre cinque o sei realtà minori del Sud. Ma per andare in porto e, soprattutto, per far quadrare i conti di tutti, serve un incentivo, magari di natura fiscale, capace di alleggerire i costi complessivi.

victor massiah

 

Con il credito cooperativo alle prese con la sua trasformazione e la nascita delle holding (Cassa centrale banca, Iccrea e Raiffesen), l’attenzione degli esperti del mercato bancario si concentra su Carige e Monte dei paschi di Siena. Se, nel primo caso, la svolta sembra a un passo (con l’ingresso prepotente di BlackRock e la compresenza del Fondo interbancario), più complicata, invece, appare la soluzione per il Monte dei paschi di Siena. A quasi un anno dall’insediamento, il governo – che con il 68,5% in mano al Tesoro è il primo azionista della ex banca del Pd – continua (inspiegabilmente) a tacere. Entro l’anno, Palazzo Chigi deve comunicare alla Commissione Ue come intende uscire dal capitale. L’ingresso, a novembre 2017, fu autorizzato da Bruxelles con la ricapitalizzazione precauzionale stabilita dalle regole europee, ma al momento la exit strategy non esiste. Il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, non hanno mai fatto capire come la pensano davvero. Con buona pace dei contribuenti italiani che – loro malgrado – sono diventati proprietari di Rocca Salimbeni e, per ora, hanno sottoscritto un investimento in pesantissima perdita.

MEDIOBANCA

 

LA SEDE DI MEDIOBANCA

C’è un solo, grande assente al tavolo: Mediobanca. Piazzetta Cuccia non gioca più un ruolo di primo piano né come protagonista né come gran cerimoniere.

JEAN PIERRE MUSTIERmediobanca nagelBANCA CESARE PONTI CARIGEcommerzbank 4commerzbank 7commerzbank 6L'ARTICOLO DEL 'FINANCIAL TIMES' SULLA FUSIONE DEUTSCHE BANK - COMMERZBANKdeutsche bank commerzbank 1

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."