generali leonardo del vecchio mustier

DEL VECCHIO SI COMPRA MEDIOBANCA CON I SOLDI DI UNICREDIT E INTESA - LA SCALATA DEL PAPERONE DI LUXOTTICA È STATA FINANZIATA (IN LUSSEMBURGO) DALLE DUE PRINCIPALI BANCHE ITALIANE - COME DAGO-RIVELATO, C'È UN PIANO PER FAR ASSORBIRE MEDIOBANCA DA GENERALI, CON LA REGIA DEL DUO DEL VECCHIO-CALTAGIRONE

Francesco Bonazzi per Alliance News

 

Sono Unicredit e Intesa Sanpaolo ad aver finanziato fin qui l'ascesa di Delfin nell'azionariato di Mediobanca, dove la holding della famiglia Del Vecchio ha superato per la prima volta il tetto del 10%, ma ha già in tasca l'autorizzazione per salire fino al 20%. Lo si ricava dalle comunicazioni alla Consob.

 

Leonardo Del Vecchio

Intanto Leonardo Del Vecchio, intervistato dal "Messaggero" di Roma, garantisce che è un investitore di lungo periodo e che giudicherà il management sulla base dei risultati e dei rendimenti. Un discorso che ha esteso anche alle Generali, alle quali augura di "tornare centrali" in Europa.

 

Il mercato, in ogni caso, crede più a una lunga guerra di trincea, magari con qualche blitz, che alla storia di del Vecchio cassettista. Oggi il titolo di Piazzetta Cuccia sale del 4% a EUR7,25 e in sei mesi il guadagno è stato del 30%. Molto più compassata, come da tradizione, Generali, che oggi segna un rialzo del 2% a EUR12,6 per azione, ma nell'ultimo mese si è mossa pochissimo.

 

Dunque Delfin ha portato la sua quota in Mediobanca al 10,162%, come risulta dalle comunicazioni Consob, rispetto al 9,88% precedente. Secondo le dichiarazioni formali della società, "L'investimento in Mediobanca ha carattere finanziario e di lungo termine, con la volontà di garantire stabilità e sostenere la crescita dell'emittente". Inoltre, "Delfin non intende acquisire il controllo" di Mediobanca "o, comunque, esercitare un'influenza dominante sulla gestione". Fin qui le formalità, abbastanza scontate.

JEAN PIERRE MUSTIER

 

Delfin, nelle sue dichiarazioni all'organismo guidato da paolo Savona, garantisce inoltre che "Eventuali ulteriori incrementi della partecipazione", che non potranno al momento superare quel 19,9% autorizzato da Bce "saranno valutati tempo per tempo sulla base, principalmente, del rendimento dell'investimento, delle condizioni di mercato e delle opportunità di acquisto".

 

Ma il punto più interessante delle dichiarazioni è senza dubbio quello sulle fonti di finanziamento. Delfin ha coperto solo il 2,5% delle risorse necessarie con mezzi propri. Il 74,5% della quota è stato comprato grazie a "risorse rivenienti da una linea di credito revolving concessa – senza vincolo di scopo – da Unicredit Luxembourg" e il 23,04% è stato coperto da "una linea di credito revolving concessa – sempre senza vincolo di scopo – da Intesa Sanpaolo Luxembourg".

 

Da ricordare che a novembre dello scorso anno, Unicredit ha dato l'addio a Mediobanca. Approfittando del rialzo di Borsa fatto segnare in ottobre, mentre iniziavano le manovre di Del Vecchio su Piazzetta Cuccia, l'istituto guidato dal francese Jean Pierre Mustier ha venduto il suo 8,4% per circa EUR785 milioni. Oggi si apprende che ha finanziato Delfin per fare il cammino contrario.

 

carlo messina

Intesa Sanpaolo, invece, nel febbraio 2017 aveva accarezzato il sogno di un'operazione sul Leone di Trieste, che ha proprio Mediobanca come primo azionista al 13,4% (e Del Vecchio qui ha una quota importante del 4,8%). E adesso ha dato una rilevante mano a Delfin per salire in Mediobanca.

 

"Il tema di una megafusione bancassurance, sotto sotto c'è sempre", spiega un banchiere milanese, per il quale "ci può essere il vecchio piano di Intesa Sanpaolo, oppure la volontà dello stesso Del Vecchio, al momento opportuno, di far comprare Mediobanca dalle Generali".

 

Soci a Trieste nelle Generali, Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone hanno fin qui marciato insieme, pur con la consueta e proverbiale prudenza del costruttore romano. E oggi l'industriale degli occhiali ha scelto proprio il suo "Messaggero" per lanciare alcuni messaggi al management di Piazzetta Cuccia, guidato da Alberto Nagel.

 

Anche perché quasi tutti i grandi giornali del Nord, in questi mesi, non hanno risparmiato attacchi a Del Vecchio, dipinto come un signore troppo anziano per un'impresa del genere (ha 85 anni), come uno straniero che dovrebbe far scattare il Golden Power da parte del governo a difesa di Nagel (Delfin è lussemburghese) e come leader di una famiglia esageratamente frastagliata e divisa.

paolo savona

 

Ecco spiegato perché oggi l'industriale veneto esordisce dicendo: "Ai tanti che hanno agitati le acque in questi mesi dico di stare sereni. Saremo a lungo soci dell'istituto". Per lui il management, non particolarmente contento di lui, verrà giudicato solo e unicamente sul lavoro e sui piani, a patto che questi piani siano "ambiziosi".

 

Insomma, non si basino sostanzialmente sulla gestione del pacchetto Generali. Anche se è indubbio che Mediobanca sia tornata centrale nello scacchiere del capitalismo finanziario italiano, con operazioni come Intesa-Ubi e il mandato del Tesoro per vendere Monte dei Paschi di Siena. Ma Del Vecchio, indirettamente, ha voluto ribadire anche oggi che sono gli azionisti a scegliere e giudicare il management e non il contrario.

 

Sul pezzo pregiato dell'argenteria di Mediobanca, Mister Lxottica ha affermato: "La più grande partecipazione di Mediobanca sono le Assicurazioni Generali. Una società a cui sono molto legato e che mi piacerebbe tornasse ad essere più centrale nello scacchiere mondiale. Ovviamente non è compito mio dire come, mi auguro che il management di Mediobanca e quello di Generali sappiano come fare".

francesco gaetano caltagirone (2)

 

Infine, alla domanda su che cosa pensi di fare con tutte quelle azioni, Del Vecchio ha risposto così: "Delfin non è un fondo attivista: non abbiamo richieste o rivendicazioni; abbiamo solo aspettative positive sul futuro di Mediobanca, come è giusto per un investitore. Credo che già il mio investimento e il mio impegno stiano generando valore per la banca e gli altri azionisti".

 

E ha concluso con un altro messaggio a Nagel: "Valuteremo con attenzione l' operato del management e utilizzeremo il voto assembleare in modo sereno e costruttivo. Ho saputo da poco che ci sono tre liste, valuteremo i profili dei diversi candidati e prenderemo la decisione migliore nell' interesse della banca".

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…