cragnotti cirio calisto tanzi parmalat mps montepaschi mussari vigni

UN VENTENNIO DA INCUBO PER I RISPARMIATORI ITALIANI – DAL CASO PARMALAT A OGGI, I GRANDI E PICCOLI CRAC ITALIANI HANNO MANDATO IN FUMO 40 MILIARDI DI EURO A PIAZZA AFFARI – LE OPERAZIONI SCELLERATE DI MPS E I CASTELLI DI CARTA DELLE BANCHE POPOLARI HANNO LASCIATO IN MUTANDE MIGLIAIA DI CORRENTISTI, AZIONISTI E PICCOLI INVESTITORI – E SOLO NEL 2024 I CREDITORI RIUSCIRANNO (FORSE) A OTTENERE 800 MILIONI DALL'INSOLVENZA DELLA CIRIO DI CRAGNOTTI…

Estratto dell’articolo di Mario Gerevini per il “Corriere della Sera”

 

calisto tanzi parmalat

Archiviate le “commemorazioni” per i 20 anni di Parmalat, la madre di tutti i crac italiani, viene da chiedersi che fine abbia fatto la “zia”, ovvero la Cirio di Sergio Cragnotti. Allarghiamo l’orizzonte al «ventennius horribilis» dei risparmiatori italiani. Il 2003-2023, soprattutto nei primi 15 anni, ha mandato in fumo almeno 40 miliardi.

 

Cirio e gli 800 milioni

CALISTO TANZI SERGIO CRAGNOTTI

L’insolvenza di Cirio era già evidente il 5 novembre 2002 quando il gruppo dei pomodori in scatola diffuse un celebre comunicato che in Borsa ha fatto la storia dei falsi storici: «Cirio Finanziaria, garante del bond emesso dalla Cirio Finance Luxembourg, conferma che entro domani 6 Novembre il prestito sarà interamente rimborsato». Cirio Finance Luxembourg è ancora “viva” come altre società del gruppo, svuotate dalle attività industriali e sottoposte ad amministrazione straordinaria.

 

La notizia è che l’anno prossimo con la proposta di concordato ai creditori, dopo 20 anni «dovremmo chiudere la procedura», ci dice Luigi Farenga, uno dei tre commissari. Alla fine su oltre 2 miliardi di “buco” (di cui 1 miliardo di bond) si arriverà, secondo stime, a un riparto tra i creditori vicino agli 800 milioni. Cragnotti, dal canto suo, nel 2021 è stato condannato in via definitiva a 5 anni e 3 mesi.

 

La bolla web

parmalat

Certi nomi come Freedomland, Finmatica, Italease, Finpart, Giacomelli ecc, evocano dissesti di inizio millennio, alcuni da sbornia internet. Poi, mentre i tango bond argentini cominciavano a mietere vittime anche in Italia, il ciclone Parmalat (15 miliardi di passivo) a dicembre 2003 irrompeva in Piazza Affari, anticipato a luglio da Cirio. Neanche il tempo di riprendersi che sulla scena dell’alta finanza compaiono, nell’estate 2005, i “furbetti”.

 

Arrivano i furbetti

STEFANO RICUCCI

Ricucci, Coppola e Statuto, gli immobiliaristi con più ipoteche che immobili, sostenuti da alcune banche (la Popolare Lodi su tutte) giocano una partita di potere rastrellando Bnl e Antonveneta, sventolando il tricolore della difesa patriottica contro presunte mire straniere. Imbarazzanti intercettazioni costringono il governatore di Bankitalia Antonio Fazio a dimettersi.

 

Non ci sono veri e propri crac ma è una caporetto per il sistema finanziario e l’inizio della fine per due grandi banche che hanno manovrato a fianco dei raider con enorme imprudenza: Popolare Lodi e Carige.

 

Il «boccone» di Mps

RICUCCI

Intanto i vertici di Mps decidono di acquistare Antonveneta (2008) per l’astronomica cifra di 9 miliardi: come dar da mangiare un cinghiale a un bambino. Infatti il bambino senese dopo anni di ricovero e aumenti di capitale deve alzare bandiera bianca ed essere salvato dallo Stato. Ma è costato oltre 30 miliardi ad azionisti pubblici e privati.

 

La regola delle Popolari

Stiamo sempre in casa nostra, ricordiamo però che là fuori, a partire dal fatidico 15 settembre 2008, si era scatenato l’inferno con il fallimento da 600 miliardi di Lehman. Noi avevamo le banche popolari non quotate, sorrette da una regola «geniale»: il prezzo delle azioni veniva deciso in casa. Il sistema regge le piccole onde, ma se arriva la mareggiata crolla.

 

Titanic Vicenza

gianni zonin

La tempesta si abbatte sulla Banca Popolare di Vicenza che tumula 6 miliardi. Un Titanic del risparmio che trascina nel naufragio 118 mila azionisti con la colpa di essersi fatti incantare per anni dal pifferaio magico Gianni Zonin. Veneto Banca di Treviso salta per aria quasi in contemporanea ma con numeri inferiori, così Cassa Marche e Popolare Etruria. L’anno fatidico delle Popolari allo sfascio è il 2015.

 

Ma c’è una coda a Bari qualche anno dopo, con elementi in comune. Fiorani alla Popolare Lodi, Berneschi alla Carige, Zonin a Vicenza, erano stati tutti colpiti dalla sindrome «la banca sono io». E così Marco Jacobini che dopo 40 anni al vertice della Popolare Bari, nell’estate 2019 lascia 70mila azionisti con un pugno di mosche e la banca con 1,5 miliardi di deficit.

 

Bio-On bluff

parmalat 7

Il caso più recente è Bio-On, azienda di bioplastiche. Nell’estate 2019 sfiorava 1,3 miliardi di capitalizzazione. Poi è stato reso noto un documentatissimo report del fondo Quintessential con titolo: «Una Parmalat a Bologna?». Puff: 1,3 miliardi dissolti e dopo sei mesi fallimento. [...]

danilo coppolacragnottigianni zonin 1parmalat calisto tanzi

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni merz zelensky starmer ursula von der leyen macron

FLASH – ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA, PREVISTA A ROMA L’11 LUGLIO, IL PRIMO MINISTRO BRITANNICO, KEIR STARMER, E IL PRESIDENTE FRANCESE, EMMANUEL MACRON, NON CI SARANNO. I DUE HANNO FATTO IN MODO DI FAR COINCIDERE UNA RIUNIONE DEI "VOLENTEROSI" PRO-KIEV LO STESSO GIORNO – ALL’EVENTO PARTECIPERANNO INVECE IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, E URSULA VON DER LEYEN. A CONFERMA DEL RIPOSIZIONAMENTO CENTRISTA DI GIORGIA MELONI CON GRADUALE AVVICINAMENTO DI GIORGIA MELONI AL PPE...

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!