francesco profumo fabrizio palenzona giovanni quaglia compagnia di san paolo

IL VERO RISIKO È QUELLO DELLE FONDAZIONI – NEL 2023 SCADONO I VERTICI DI CARIPLO E CRT, E IL PROSSIMO ANNO TOCCA ALLA COMPAGNIA DI SAN PAOLO. E CON RICCARDO BARBIERI AL POSTO DI RIVERA COME DG DEL TESORO, DIFFICILMENTE SI ARRIVERÀ A UNA PROROGA – LA PARTITA SI INTRECCIA A QUELLA DELLA CREAZIONE DI UN FONDO SOVRANO E OVVIAMENTE A CDP, DI CUI GLI ENTI SONO AZIONISTI AL 15% - LE MOSSE DI PALENZONA SU CRT E LA PARTITA PER LA SUCCESSIONE DI PROFUMO

Estratto dell’articolo di Edoardo De Biasi per “L’Economia – Corriere della Sera”

 

giancarlo giorgetti francesco profumo

Per le fondazioni di origine bancaria il 2023 sarà un anno decisivo. Un periodo impegnativo per realtà basilari per la tenuta del tessuto economico e sociale del Paese. Secondo alcune stime detengono un patrimonio di circa 40 miliardi di euro mentre hanno erogato circa 900 milioni specialmente verso il mondo del welfare.

 

Nei prossimi mesi gli enti saranno alle prese con delicate decisioni. A partire dal rinnovo dei vertici.

 

giovanni quaglia

Le principali fondazioni dovranno cambiare presidente. […] Già nel 2022 sono arrivati a scadenza Gilberto Muraro che è stato confermato al vertice di Cariparo e Antonello Cabras che ha lasciato la presidenza della Fondazione di Sardegna a Giacomo Spissu, che resterà in carica fino al 2026. Quest’anno toccherà a Giovanni Fosti (Cariplo), Giovanni Quaglia (Crt) e Luigi Salvadori (CrFirenze) mentre nel 2024 sarà la volta di Francesco Profumo (Compagnia di San Paolo) e Alessandro Mazzucco (Cariverona).

 

[…] Va ricordato che l’ex direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera, grazie alla vicinanza con Giuseppe Guzzetti, ha sempre avuto ottime relazioni con gli enti.

RICCARDO BARBIERI HERMITTE

L’arrivo di Riccardo Barbieri al Tesoro potrebbe segnare un cambio di passo. Il nuovo direttore è stato capo economista e direttore della ricerca e analisi economica e finanziaria al dipartimento del Tesoro, ministero dell’Economia dall’agosto 2015, quando era ministro Pier Carlo Padoan.

 

Barbieri è inoltre nel cda delle Fs e della Fondazione Cdp, nonché osservatore governativo presso il Consiglio superiore della Banca d’Italia. […] Una delle prime decisioni che dovrà prendere è proprio sulla proposta di alcune fondazioni (CrFirenze in primis) di una proroga biennale, giustificata dal fatto che la pandemia ha rallentato l’attività. È difficile che l’idea possa trovare il suo appoggio. Non si esclude però una trattativa più ampia che comporti una rivisitazione dell’intero protocollo.

 

SERGIO MATTARELLA E GIUSEPPE GUZZETTI

[…] Se la partita entrasse davvero nel vivo, sarebbe possibile aprire un tavolo di discussione. Da un lato il governo potrebbe proporre un maggiore impegno a sostegno dell’economia: la costituzione, per esempio, di un fondo sovrano riservato a fondazioni e casse di previdenza. Il veicolo, la cui gestione sarebbe affidata a una sgr, si muoverebbe come un vero e proprio private equity. Ovviamente con un profilo meno aggressivo sulle aspettative di performance. D’altra parte, la discussione potrebbe toccare anche l’ambito della durata dei rinnovi e le nomine pubbliche.

 

DARIO SCANNAPIECO GIOVANNI GORNO TEMPINI

Sotto la lente di Palazzo Chigi c’è soprattutto il futuro della Cdp di cui gli enti sono azionisti al 15 per cento. Per il momento sembra che Via Goito non sarà coinvolta nel valzer dello spoil system, ma è evidente che un cambio di linea passerebbe attraverso un confronto con le fondazioni che hanno designato l’attuale presidente Giovanni Gorno Tempini.

 

Torniamo ai singoli enti. La prima partita sarà Cariplo. La fondazione è uno scrigno che gestisce otto miliardi di patrimonio, eroga 150 milioni l’anno ai territori ed è socio di peso in Cdp oltre che in Intesa Sanpaolo dove controlla 5%. Il presidente Fosti, al secondo mandato, non è rinnovabile. Molti nomi già circolano nella city milanese. I più gettonati sono quelli di accademici. In prima fila ci sono gli ex rettori del Politecnico, Ferruccio Resta e Giovanni Azzone. Ma circola anche la candidatura della bresciana Francesca Pasinelli, direttore generale della Fondazione Telethon. E forse sarebbe arrivato il momento giusto per una presidenza femminile.

 

fabrizio palenzona 8

Anche alla Crt sono iniziate le manovre per il rinnovo del consiglio e della presidenza. Una tornata elettorale in cui Quaglia cerca la riconferma. Il professore cuneese si sta giocando le sue carte, ma alcuni osservatori lo danno in uscita. Grazie alle partecipazioni in Unicredit, Generali, Banco Bpm e l’appena delistata Atlantia, la presidenza dell’ente sabaudo suscita grandi appetiti e la fondazione viene vista come trampolino di lancio per altri importanti incarichi. […]

 

Così all’ombra della Mole il risiko delle alleanze è partito da mesi. La corsa è affollata ma un king-maker sembra avere buone chance, ovvero Fabrizio Palenzona, numero uno di Prelios alle prese con la vendita della società. Gli altri candidati sono il vicepresidente Maurizio Irrera, l’ex Iren Paolo Peveraro e l’alessandrina Maura Leddi.

 

FERRUCCIO RESTA

Specialmente quest’ultima candidatura trova vari sponsor. Capo di gabinetto dell’allora presidente di centrodestra della Regione Enzo Ghigo nel complesso passaggio alle Olimpiadi del 2006, ex segretario generale della stessa Crt, passando per la vicepresidenza di Expo, il curriculum della manager percorre binari paralleli in politica con la sua prima elezione in Parlamento, alla Camera con l’Ulivo e due anni dopo al Senato con l’appena nato Partito Democratico.

 

francesco profumo foto di bacco 3

[…] Stesso discorso per la Compagnia di San Paolo che però scadrà nel 2024. Il presidente Profumo ha già iniziato a ragionare sulla successione. I nomi circolati sono quelli dell’ex ministro del governo Monti, Elsa Fornero, Pietro Garibaldi e Domenico Siniscalco. Il prossimo anno, peraltro, si dovrà individuare anche il successore di Profumo alla presidenza dell’Acri. Una poltrona che, probabilmente, si contenderanno i numeri uno di Cariplo, Compagnia San Paolo e Crt. […]

giovanni quagliagiovanni quaglia

Ultimi Dagoreport

dagospia 25 anni

DAGOSPIA, 25 ANNI A FIL DI RETE - “UNA MATTINA DEL 22 MAGGIO 2000, ALL’ALBA DEL NUOVO SECOLO, SI È AFFACCIATO SUI COMPUTER QUESTO SITO SANTO E DANNATO - FINALMENTE LIBERO DA PADRONI E PADRINI, TRA MASSACRO E PROFANO, SENZA OGNI CONFORMISMO, HAI POTUTO RAGGIUNGERE IL NIRVANA DIGITALE CON LA TITOLAZIONE, BEFFARDA, IRRIDENTE A VOLTE SFACCIATA AL LIMITE DELLA TRASH. ADDIO AL “POLITICHESE”, ALLA RETORICA DEL PALAZZO VOLUTAMENTE INCOMPRENSIBILE MA ANCORA DI MODA NEGLI EX GIORNALONI - “ET VOILÀ”, OSSERVAVA IL VENERATO MAESTRO, EDMONDO BERSELLI: “IL SITO SI TRASFORMA IN UN NETWORK DOVE NEL GIOCO DURO FINISCONO MANAGER, BANCHIERI, DIRETTORI DI GIORNALI. SBOCCIANO I POTERI MARCI. D’INCANTO TUTTI I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SOCIETÀ CONTEMPORANEA ESISTONO IN QUANTO FIGURINE DI DAGOSPIA. UN GIOCO DI PRESTIGIO…”

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…