veronica lario

VERONICA LARIO SA COME FARE AFFARI - L’EX MOGLIE DI BERLUSCONI, TRAMITE LA SUA “BIG BANG SRL”, HA ACQUISTATO COME NUDA PROPRIETA’ DI VILLA SADA A LESMO, IN PROVINCIA DI MONZA - UN COMPLESSO PRINCIPALE DI 1.895 METRI QUADRATI (È CLASSIFICATO AL CATASTO CON 45 VANI E MEZZO) UNA VILLETTA DEL CUSTODE E TANTI TERRENI INTORNO - IL PICCOLO IMPERO IMMOBILIARE DELLA LARIO CONTROLLATO DALLA SRL “IL POGGIO”

Franco Bechis per www.veritaeaffari.it

 

SILVIO BERLUSCONI VERONICA LARIO

È diventato un piccolo impero immobiliare e commerciale quello di Veronica Lario, ex moglie di Silvio Berlusconi e madre dei suoi tre figli più giovani (Eleonora, Barbara e Luigi). Quattro società capogruppo, interessate da un vorticoso giro di fusioni e acquisizioni, che ne controllano altre nei più svariati settori.

 

Alla sola che aveva avuto una certa eco sulla stampa, Il Poggio srl, che controllava parte degli immobili derivati da matrimonio (fra cui due palazzi a Milano 2), si affiancano ora la Big Bang srl, holding operativa ora intestata integralmente a Miriam Bartolini, che è il vero nome all’anagrafe di Veronica, la Equitago srl (che si occupa di sport) di cui ha assunto la presidenza e la Cosmo srl, altra immobiliare di cui la ex signora Berlusconi è amministratore unico.

VILLA SADA A LESMO

 

La proprietà di talune prima era schermata dalla fiduciaria di Mediobanca, la Siref, ma ora risulta della finanziaria svizzera Incomar AG. L’azionariato non è rivelato, ma visto che tutti gli organi amministrativi portano a Veronica e i consigli sono allargati ai suoi collaboratori storici, è facile immaginare che sia sua.

 

Francesca Pascale, la villa, il regalo del matrimonio e il mantenimento milionario

Le ultime fusioni e incorporazioni riguardano però la società dichiaratamente della Lario, questa Big bang che fra l’autunno scorso e la primavera di quest’anno nei vari atti di fusione ha fatto emergere la proprietà immobiliare più interessante, in quel di Lesmo nella provincia di Monza e della Brianza.

 

veronica lario

Una villa, una villetta del custode e terreni assai vasti che appartengono allo stesso complesso immobiliare, quello denominato Villa Sada, una delle residenze lombarde più preziose e piene di storia. Il solo edificio principale ha una estensione di 1.895 metri quadrati ed è classificato al catasto con 45 vani e mezzo.

 

Una sorta di reggia la cui nuda proprietà è intestata appunto alla società della Lario, con l’usufrutto vitalizio che secondo l’atto base di cessione spetta a una signora residente in Svizzera, Augusta Bernardo. È la vedova di Claudio Sada, figlio del fondatore della Simmenthal Gino Alfonso, e presidente del Monza negli anni Sessanta. Fu proprio Claudio alla scomparsa del padre a ottenere dal comune di Monza che lo stadio di calcio fosse intitolato a Gino Alfonso, come è anche oggi. E così in qualche modo la storia di Veronica finisce con l’intrecciarsi con quella dell’ex marito.

silvio berlusconi e vladimir putin con le mogli ljudmila e veronica lario a sochi, nel 2005

 

La villa del patron della Simmenthal

Quella dei Sada è stata una dinastia ricca e numerosa, protagonista anche di altri successi sportivi, prima di tutto quelli nel basket, perché la Simmenthal diede per anni il nome all’Olimpia di Milano, vincendo scudetti e coppe, dovendo poi divorziarne quando i consumatori iniziavano ad associare il nome più alla pallacanestro che alla scatoletta di carne in gelatina.

 

La villa è restata negli anni di proprietà della famiglia e dei suoi vari discendenti, passando anche attraverso un caso di cronaca nera che finì sulle prime pagine di tutti i giornali: una rapina violenta con tutti i Sada all’interno della villa, bimbi compresi, legati, e imbavagliati con lo scotch da pacchi. Rapina brutale e che fece scatenare le indagini e acciuffare la banda dei colpevoli, tutti della zona. Fra loro, anche un garzone di un negozio di Macherio, dove c’è una delle ville di Berlusconi in cui a lungo ha vissuto proprio Veronica.

veronica lario tenebrae di dario argento.

 

La vendita a Veronica Lario dagli eredi di Sada

Gli ultimi eredi sono restati in consiglio dell’immobiliare che controllava l’edificio a lungo, con in testa il nipote del fondatore, Davide. Che poi ha venduto alla Lario avendo poi cambiato vita da anni, trasferito in Toscana dove ha fondato una azienda agricola insieme ai figli per produrre uno dei più apprezzati vini super Tuscany della Regione.

 

Gli altri investimenti nel mattone

Dunque la Lario continua a investire su quel mattone che negli ultimi anni non le ha dato grandissime soddisfazioni. Il Poggio aveva perduto parecchi milioni fino al 2020, quando all’improvviso proprio nell’anno della pandemia la società aveva svoltato, portando a casa un guadagno di 2,2 milioni di euro. Tutto grazie alla chiusura di un contenzioso annoso con la società.

 

I palazzi a Milano 2

Excellent srl che doveva occuparsi delle ristrutturazioni dei due palazzi di Milano 2: il Canova e il Borromini. Per fare quel risultato però erano state necessarie le norme contenute nei decreti del governo di Giuseppe Conte che hanno consentito alla Lario di chiedere alla Banca popolare di Sondrio «la sospensione del pagamento delle rate, limitatamente alla sola quota capitale, fino al 31 dicembre 2021 del mutuo esistente pari ad euro 20 milioni». Ricontrattato anche un altro mutuo più piccolo (3 milioni di euro) con la Banca di credito cooperativo di Carate Brianza.

veronica lario berlusconi

PRANZO FERRAGOSTO VERONICA LARIO E FIGLIBETTINO CRAXI AL MATRIMONIO TRA SILVIO BERLUSCONI E VERONICA LARIO CON FEDELE CONFALONIERI

 

L’intesa con il San Raffaele

L’altro momento di svolta del Peggio è venuto invece dall’accordo fatto con l’Università vita-salute San Raffaele per la locazione a uso non abitativo dell’intero palazzo Borromini e di una parte di palazzo Canova. Di quel contratto si possono vedere i primi effetti dal bilancio 2021 del Poggio, che però non è ancora stato depositato in Camera di commercio.

Veronica Lario e Silvio BerlusconiSILVIO BERLUSCONI VERONICA LARIO 1SILVIO BERLUSCONI VERONICA LARIOveronica lario elena sofia ricciveronica lario a teatro nel magnifico cornuto con enrico maria salerno 1980veronica lario e silvio berlusconi a una partita del milan nel 1987silvio berlusconi con veronica lario e i figlio barbara, eleonora e luigi 1990berlusconi veronica larioSilvio Berlusconi e Veronica Lario

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”