pietro labriola vincent bollore

VIVENDI MANDA L’AVVISO DI SFRATTO A LABRIOLA – LA BOCCIATURA DEL PIANO DI REMUNERAZIONE DI TIM È UN SEGNALE DI SFIDUCIA CHIARO ALL’AD: MA CHE FARANNO I FRANCESI? BOLLORÉ PENSA A UN’OPA CON CUI FAR USCIRE TIM DALLA BORSA, PER POI PROCEDERE CON UNA SCISSIONE – FATTO STA CHE PER IL FINANZIERE BRETONE LA CAMPAGNA D’ITALIA È STATO UN BAGNO DI SANGUE: IN OTTO ANNI, HA FATTO FUORI CINQUE AMMINISTRATORI DELEGATI, E IL TITOLO DI TIM HA PERSO OLTRE IL 70% DEL PROPRIO VALORE…

1. TIM LA BOCCIATURA

Estratto dell’articolo di Francesco Spini per “La Stampa”

 

PIETRO LABRIOLA

La tensione degli ultimi mesi esce allo scoperto: Vivendi sfiducia l'amministratore delegato di Tim Pietro Labriola. Tutto precipita al termine di un'assemblea annuale che oppone un secco «no» alla politica di remunerazione per il top manager, senza contare le due giornate difficili di Borsa (con un cumulato -9,7%) seguite ai mini rilanci per la rete giunti tanto da Cdp-Macquarie quanto da Kkr.

 

Da Parigi ne traggono una morale ben precisa: «Tim ha perso venti mesi a discutere offerte che sono state in queste ore chiaramente rigettate dal mercato», dichiarano fonti vicine a Vivendi. «La strategia di Labriola – proseguono – è stata bocciata così come la politica di remunerazione. Sorprende leggere nel comunicato di Tim che il management voglia attribuire la responsabilità di questo chiaro segnale degli azionisti all'astensionismo. È tempo di cambiare passo...».

 

BOLLORE' DE PUYFONTAINE

Parole che non hanno bisogno di interpretazioni e rappresentano un foglio di via indirizzato all'amministratore delegato e al presidente Salvatore Rossi, anch'egli da tempo nel mirino del primo azionista transalpino.

 

A scatenare l'ira dei francesi, in particolare, è proprio un passaggio del comunicato post-assembleare. Quello in cui si spiega che «sui risultati» delle votazioni dei soci «ha influito significativamente l'elevato numero di astensioni». Come a dire che la débâcle è solo colpa di Vivendi, non anche un segnale del mercato.

 

PIETRO LABRIOLA

[…] Nel corso della riunione arriva la conferma per i due consiglieri già cooptati in sostituzione di Luca De Meo e Frank Cadoret, ovvero Giulio Gallazzi (91,9% di voti a favore) e Massimo Sarmi (93,2% di sì), il quale nel frattempo viene designato all'unanimità pure per un nuovo mandato alla presidenza di Assotelecomunicazioni-Asstel dal consiglio generale dell'associazione.

 

Vivendi, poi, dà prova di forza sbarrando la strada alla sostituzione in consiglio del dimissionario Arnaud de Puyfontaine (ad del gruppo che fa capo a Vincent Bolloré). Non passa Paola Bruno, proprio perché, nell'idea di Parigi, avrebbe cambiato gli equilibri in quanto proposta dal comitato dei gestori che di consiglieri ne esprime già 5. E niente da fare nemmeno per Franco Lombardi, presidente dell'Asati, l'associazione che riunisce i piccoli azionisti, per lo più dipendenti ed ex del gruppo.

 

MASSIMO SARMI FOTO ANSA

Ora comincia una nuova fase delicata per Tim. Parigi, spazientita, si aspetta un passo indietro di Labriola o comunque che il cda tragga le conclusioni. Ancora non considererebbe la carta della revoca. Per ora. Di certo al centro di tutto resta la questione rete.

 

Secondo i francesi le cifre piombate sul tavolo (19,3 miliardi da Cdp-Macquarie, 19 miliardi da Kkr, più 2 di earn-out), […] non costituiscono dei rilanci: il miliardo e rotti in più si limiterebbe a prezzare il rialzo delle tariffe all'ingrosso del rame concesso dall'Agcom. Al contrario Labriola è convinto di avere ottenuto offerte compatibili con le valutazioni della media degli analisti e di poter aprire una ulteriore fase negoziale per spuntare nuovi ritocchi al rialzo.

 

PIETRO LABRIOLA TIM

Vivendi vuole voltare pagina. Inutile, si sostiene, svendere la rete se poi si resta in una situazione precaria. E mentre c'è chi ragiona ancora sulla possibilità di unire le due offerte, Parigi guarda ad altro, all'Opa con cui alcuni fondi potrebbero portare Parigi fuori dalla Borsa («take private»), ma anche alla semplice scissione proporzionale. Una svolta totale, per cui da ieri Vivendi cerca un nuovo capoazienda. L'ennesimo.

 

2. LA GIRANDOLA DI MANAGER NON SALVA PARIGI LA CAMPAGNA D'ITALIA RESTA APPESA ALLA RETE

Estratto dell’articolo di Giuliano Balestreri per “La Stampa”

 

luigi gubitosi

La velocità con cui Tim sfiducia i propri manager ricorda quella con cui l'Italia cambia i governi. Dal 2013 a oggi, alla guida del Paese si sono alternati sette diversi esecutivi; sulla poltrona di capo azienda dell'ex monopolista della tlc si sono avvicendati cinque manager. Addirittura sei si considera il brevissimo interim del presidente Salvatore Rossi che prese le deleghe di Luigi Gubitosi tra novembre e dicembre 2021 (quelle operative passarono subito a Pietro Labriola, nelle vesti di direttore generale).

 

E l'astensione di Vivendi nell'assemblea Tim di ieri è un chiaro segnale di sfiducia nei confronti dell'ad Labriola. D'altra parte da quando i francesi sono entrati in Tim, nel 2015, il titolo ha perso oltre il 70% del proprio valore e dei vari capiazienda che si sono succeduti solo Flavio Cattaneo […] è stato in grado di far crescere l'Ebitda della compagnia.

 

AMOS GENISH1

Insomma, la campagna d'Italia di Vincent Bollorè è stata tutt'altro che soddisfacente e nei piani francesi solo la cessione della rete sarebbe in grado di raddrizzarne l'esito. Il desiderio di Vivendi, però, si scontra con la valutazione dell'asset principale del gruppo: i fondi, dai Kkr e Cdp con Macquarie, non hanno intenzione di offrire oltre 20 miliardi di euro; gli esperti di Agcom valutano la rete non più di 25 miliardi, mentre i francesi non vogliono neppure sedersi al tavolo per meno di 31 miliardi.

 

A farne le spese sono i manager. Il primo, in ordine di tempo, è stato Marco Patuano […] sostituito, a inizio 2016, da Flavio Cattaneo: l'ultimo in grado di far crescere il gruppo, ma troppo indipendente per i francesi che […] lo sostituiscono con Amos Genish […].

 

flavio cattaneo tim

Genish si è fermato a Piazza Affari neppure 14 mesi: a sfiduciare il manager fu il consiglio nominato dal fondo Elliott, tra polemiche e divergenze sui destini della rete. È durato di più Luigi Gubitosi  […]. Sulla rete ora rischia di saltare pure Labriola. Anche se tra gli addetti ai lavori c'è chi inizia a pensare che i francesi cerchino solo di prendere tempo per capire cosa fare dei propri investimenti italiani. A cominciare da Mediaset.

PIETRO LABRIOLADE PUYFONTAINE BOLLOREbollore de puyfontaineflavio cattaneo tim PIETRO LABRIOLA

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)